Con la doppia morte di Mattia Pascal Pirandello esce da Raitre in silenzio di Ugo Buzzolan
Con la doppia morte di Mattia Pascal Pirandello esce da Raitre in silenzio Con la doppia morte di Mattia Pascal Pirandello esce da Raitre in silenzio Cala il sipario stasera sul ciclo di Pirandello e lo spettacolo di chiusura è un'autentica rarità che ha il pregio di attirare appassionati di teatro e appassionati di cinema: // fu Mattia Pascal di Marcel L'Herbier. realizzato nel 1925, uno del migliori film del muto francese. L'Herbier (1890-1979) nasce come poeta, scrittore, cultore della musica e della danza. A trent'annl si converte al cinema verso il quale aveva sentito un'inclinazione - turbinosa e irresistibile-. Entusiasticamente proclama il cinema la nuova arte -del presente e del futuro- che sopravanza e riassume le arti del passato, che è -alla portata di tutti- e che -ovunque può portare, con segni di luce e di fuoco, parole d'ordine o di disordine, di progressismo o di reazione-. La sua ricerca di originali mezzi di espressione lo spinge sulla strada del formalismo più prezioso che si avvale degli ultimi ritrovati tecnici di ripresa; 1 suoi film d'esordio vengono salutati come poemi per immagini dove i paesaggi si traducono in stati d'animo. La critica lo esalta — oggi si riconosce che in parte si è trattato di un'esaltazione eccessiva, come ha osservato Sadoul — mentre la platea spesso lo accoglie con diffidenza. Un solo film ha successo unanime di critica e di pubblico, ed è II fu'Mattia.'Pascal che lo stesso regista ricava dal romanzo scritto da Pirandello nel 1904, nota e paradossale vicenda di un uomo che, fuggito dalla famiglia e dato per morto, assume una nuova identità, si illude di intraprendere un'altra e più libera esistenza, ma sarà costretto a «morire, una seconda volta. Delle precedenti raffinatezze stilistiche L'Herbier si serve solo per approfondire il dilemma pirandelliano del parere e dell'essere In una dimensione dì drammaticità allucinata e di amarissima ironia: e l'uso funzionale che il regista ha sempre fatto del paesaggio qui contribuisce, con esterni all'epoca sorprendenti girati per le vie e per le scalinate dì San Gimignano, a creare attorno alla storia una cornice italiana realistica e favolistica ad un tempo. Grande protagonista, l'attore russo Ivan Mosjoukine. allora al vertice della celebrità: nel cast 11 giovane esordiente Michel Simon. Da allora comincia la decadenza per L'Herbier. Scriverà al termine della sua lunga vita: 'Dal '18 al '28 ho fatto còme volevo i film che volevo: poi sono seguiti anni di costrizioni e sfortuna durante i quali ho potuto dedicarmi soltanto ad imprese senza onore-. Ottantenne, si è ancora acceso di passione per la tv che ha definito -quarta di- mensione del cinema-. Con un'opera d'eccezione si chiude dunque il ciclo di Pirandello frutto di pazienti ricerche e di oculate scelte di Maurizio Giammusso, e grazie al quale sono arrivati sul video documenti ■preziosi: cito alla rinfusa '.Enrico IV con uno straordinario Memo Benassl, Come tu mi vuoi con Greta Garbo, L'abito nuovo con Eduardo, e poi alcuni spettacoli della compagnia dei giovani, il superbo Salvo Randone ne II berretto a sonagli ecc. Rassegna altamente meritoria, ma come tutte le rassegne — ovviamente — lacunosa. Restano larghi spazi da coprire sia nel teatro di Pirandello sia nel cinema che a Pirandello si è Ispirato. Raitre ha sostenuto la sua parte, e assai bene. Ora tocca a Raiuno (che ha trasmesso Kaos del Taviani, ma non basta) e a Raidue: c'è ancora molto da fare — sarebbero tra l'altro auspicabili, e direi Indispensabili, nuovi allestimenti teatrali in studio — perché il cinquantenario pirandelliano sia degnamente e compiutamente onorato in tv. Ugo Buzzolan
Luoghi citati: Raiuno, San Gimignano
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