Chi è il pentito Perché «parla» di Claudio Giacchino
Chi è il pentito Perché «parla» Chi è il pentito Perché «parla» H dibattito al convegno di Palazzo Lascaris •E va bene, dottore, ho deciso di raccontare tutto quello che so. Mi accuso di questi reati... Accuso anche i miei complici... In cambio, esigo aiuti. Non tanto per me, ma per la mia famiglia. Che sia protetta, che abbia denaro per tirare avanti*. Con questa premessa, negli ultimi due anni, assassini, spacciatori di droga, rapinatori e sequestratori hanno cominciato a confessare colpe proprie ed altrui. Perché tanti mafiosi, camorristi, uomini della 'ndrangheta calabrese confessano? Come nasce un pentito? A tali quesiti ha tentato di offrire risposte ed analisi la prima giornata del Convegno nazionale sul pentitismo e le garanzie nell'attuale realtà giudiziaria organizzato a Palazzo Lascaris dalla sezione Piemonte-Valle d'Aosta dell'Associazione magistrati. Oli oratori (giudici, il sociologo dell'università di Bari, prof. Eligio Resta, ed il giornalista Rai Giancarlo Santalmassl) hanno parlato a tanti magistrati, pochi avvocati e sparute rappresentanze di politici locali. C'era l'on. Pannella. Riconoscimento dell'apporto dei pentiti, apprensioni per la strategia •antipentimento» in atto, le mille insidie (per l'inquirente) nascoste nelle confessioni di coloro che collaborano con la giustizia: sono stati i temi informatori delle relazioni. Ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Firenze, Pier Luigi Vigna: «Le motivazioni che spingono il delinquente comune al pentimento, oltre alla speranza di far meno galera ed a quella, in genere preminente, dell'incolumità propria e della famiglia, sono anche di altri due tipi: lo spirito di vendetta e linsopportabilità della vita all'interno dell'organizzazione criminale. Più volte abbiamo constatato che l'arrestato ha visto come una liberazione la possibilità di aiutare le forze dell'ordine*. Un coacervo di pulsioni che. secondo Vigna, fanno della • nascita del pentito un parto travagliato. Nascita già difficile, resa ancora più difficile dalla campagna antipentitismo. Il cui bersaglio primario finisce per essere proprio la magistratura*. Se. dunque, la genesi del pentito sembra essere cosi complessa, complesso appare pure il ruolo del magistrato. Ha spiegato il dott. Giancarlo Caselli, del Consiglio superiore della magistratura: «Il pentito è un soggetto particolare, fortemente condizionato ad accusare, sia ette riferisca di crimini propri che altrui. Gli inquirenti non debbono mai assecondarlo, noi dobbiamo svolgere una funzione di contenimento*. 11 convegno continua oggi. Parlerà anche l'on. Pannella. Sono previsti gli interventi, fra gli altri, di Vincenzo Geraci e Marcello Maddalena del Csm, del giudice istruttore di Palermo, Giovanni Falcone, del giudice Paolo Mancuso di Napoli. Sono attesi I ministri Martinazzoli e Scalfaro. Claudio Giacchino
Luoghi citati: Bari, Firenze, Napoli, Piemonte, Valle D'aosta
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