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« Fateci lavorare di più » Un appello urgente dalla clinica urologica all'Usi « Fateci lavorare di più » Il prof. Rocca Rossetti: «E' un non senso chiudere la camera operatoria alle 14, c'è troppa gente che ha bisogno» - Il 70 per cento degli interventi è di carattere oncologico, c'è il rìschio di arrivare troppo tardi - Gli aiuti diventano primari e non vengono sostituiti • Ecco, la scorsa settimana abbiamo dovuto collocare qui, in corridoio, 4 letti di emergenza; altri tre sono stati aggiunti nelle camere già affollate con tutte le conseguenze che questa situazione può comportare* : il prof. Salvatore Rocca Rossetti, un napoletano che prima di sbarcare a Torino ha fatto esperienza a Roma, Cagliari e Trieste, descrive la drammatica situazione della clinica urologica dell'Università alle Molinette. Le cifre avvalorano la sua preoccupazione. Nell'84 la clinica che il prof. Rocca Rossetti dirige ha ricoverato 601 persone, ed eseguito 400 interventi chirurgici e 700 endoscopie; nell'85 queste cifre sono state rispettivamente 620, 400 e 500; quest'anno fino a ieri, i ricoveri sono stati 123 con 85 interventi chirurgici, 05 endoscopie in ca mera operatoria e 200 in day hospital. Endoscopia significa esplorazione mediante sonde a fibre ottiche nella vescica, nei reni nell'uretere con piccoli interventi su tumori o calcoli, che vengono frantumati, sempre attraverso questa via, e asportati con piccole pinze o polverizzati con ultrasuoni, 'Abbiamo 30 letti; dovrebbero essere 40, con la trasformazione di un vecchio camerone in camere a due letti. Da un anno e mezzo i lavori sono finiti, la promessa è che entreranno in funzione a Pasqua. Però tenga conto che ce 10 avevano già promesso per Natale». I letti non sono comunque 11 problema principale. «JZ 70 per cento della nostra attività è di carattere oncologico con queste proporzioni: SO vescica, 40 prostata 15 rene e uretere. Tranne che per la prostata, uomini e donne sono colpiti in percentuale quasi analoga*. Le cause? « Quelle da lavoro, per la vescica, sono appena il S per cento. Tra le altre il fumo predomina*. I malati arrivano dal pronto soccorso nel quale l'Istituto è presente tre giorni la settimana, a turno, con i colleghi ospedalieri. o dal day hospital (.nel quale il mercoledì è riservato ai casi sospetti di tumore*) o dal territorio. Nell'84 la cllnica aveva una Usta d'attesa per 1 tumori accertati di 4 mesi, adesso è praticamente azzerata: passano davanti agli altri. •Peroquesto limito a una decina di persone il mese l'accesso dei 700 che sono attualmente in lista d'attesa*. Oli interventi chirurgici si svolgono tutti i giorni dalle 8 alle 14, tranne 11 mercoledì,, che è dedicato al day. -Non si può fare diversamente. Dei 4 aiuti in organico, uno è diventato primario al Maurizia- no, uno è andato a Trieste, un terzo lavora per i paraplegici, il quarto va due giorni la settimana al San Luigi dove assumerà presto la cattedra di urologia. Mi resta, disponibile sempre, un aiuto incaricato óltre a 4 assistenti*. Una situazione disperata davanti alla grande richiesta che quasi sempre arriva in ritardo. *Secondo una statistica americana, che tutti riteniamo valida, se si interviene entro 30 giorni dai primi sin tomi le prospettive di buon esito sono del 70 per cento, poi calano rapidamente fino al 30. Ma quando posso esaminare, per un giorno solo la settimana al day hopital non più di 5 persone, come posso sapere se le altre sono gravi o no?* Di qui le richieste all'Usi e alla sovrintendenza sanitaria all'ospedale. «Primo: organico completo e struttura paramedica che consenta di attivare la camera operatoria dalle 8 alle 19 come in tutti i Paesi civili, Usa. Inghilterra Francia, Germania, Svizzera. Da qualche giorno siamo riu sciti a prolungare di un'ora l'attività della camera, lo consideriamo un primo successo. •Secondo: attivare almeno per tre giorni la settimana l'attività oncologica del aay hospital, ma sema ridurre quella della camera operatoria. Terzo: estendere l'attività di prevenzione sul territorio anche attraverso i medici di base*. Domenico Garbarino