II dirottamento della «Achille Lauro» complotto di Abu Abbas contro Arafat di Vincenzo Tessandori

II dirottamento della «Achille Lauro» complotto di Abu Abbas contro Arafat Genova, il pubblico ministero chiede il rinvio a giudizio per quattordici imputati II dirottamento della «Achille Lauro» complotto di Abu Abbas contro Arafat DAL NOSTRO INVIATO GENOVA —La .missione Lauro». Il dirottamento della nave da crociera italiana, era un complotto contro Yasser Arafat, la prova che all'interno dell'Olp le rivalità politiche, in quella occasione almeno, erano state anteposte a tutto. Il cospiratore o, come sembra lo abbiano chiamato nell'Olp, il .serpe in seno», era Abu Abbas, il capo del Fronte di Liberazione della Palestina (Flp), il «fratello» troppo ambizioso di Arafat. La conclusione politica è apparsa chiara agli occhi dei magistrati genovesi che hanno condotto l'inchiesta sul sequestro della nave e sull'omicidio di un crocerista ebreo americano. La requisitoria sul dirottamento è stata depositata dagli inquirenti ieri alle 14, a Genova. L'Olp non è una banda armata, hanno stabilito 1 giudici, quella frangia del Flp iiivece lo è. Per quattordici imputati il sostituto procuratore Luigi Carli chiede la condanna, rimane fuori dal quadro giudiziario un quindicesimo personaggio: indicato da alcuni imputati come il finanziatore, di lui si conosceva il nome, forse in codice, Pilal Abu Ra bah, e si sapeva che, «forse» abitava in Svezia. Altre notizie, dalle indagini, non paiono essere emerse. Era sconosciuto, si fa sapere, ai servizi segreti italiani, a quelli americani e, pare, anche a quelli di Gerusalemme. E sconosciuto rimane. Il denaro, sottolineano gli inquirenti, lo avrebbe fornito proprio Abu Abbas. I nomi dei protagonisti sono noti. Cinque sono in carcere, gli altri, forse, non li prenderanno mai: Abu Abbas, Ez El Dm Badrakhan, El Omar Ziad, Majed Al Molqui. Ahmad Al Assadi, Ibrahim Abdelatif, Mohamed Jarbua, Muhawat Gandura. Abu Kifah, Mohamed Ben Khadra, Mohamed Issa Abbas, Khaled Abdullrahim. Abu Ali Kazem. Sa' Ad Yusuf Ahmad. La «missione Lauro» era il sequestro della nave per poi arrivare a uno scambio fra i passeggeri presi in ostaggio e 51 palestinesi detenuti in supercarceri Israeliane. Al proclamato progetto per unt missione suicida contro il porto israeliano di Ashdod. nessuno, neppure il fantasioso Abu Abbas, sembra avesse seriamente pensato. Del dirottamento ha parlato, ieri a Torino, il dott. Carli in una riunione di studio or¬ ganizzata dalla Società italiana per l'organizzazione internazionale. Il giudice ha raccontato le difficoltà incontrate in un'Inchiesta nuova sotto tutti i punti di vista, non soltanto per i magistrati italiani. -Dovevamo fare qualcosa e dovevamo farlo subito*. L'indagine è stata anche una corsa contro il tempo. Quando i mechablim finirono nelle mani dei carabinieri, per poter procedere nell'inchiesta era indispensabile avere certezze: la prima di tutte che fossero realmente coloro che avevano seminato paura e morte sulla •Lauro». Cosi vennero inviate foto al Cairo perché l'ambasciatore italiano, che li aveva visti scendere dalla nave, facesse una prima ricognizione. Fondamentale, ha detto, è stato l'approccio con i terroristi presi a Sigonelia per ottenere da loro collaborazione. *Si sono pentiti, se vogliamo usare questo termine improprio e, forse, più avanti qualcuno potrà pentirsi di essersi pentito. Ma la collaborazione è stata possibile perché loro si sono resi subito conto di aver di fronte un sistema che salvaguardava le loro garanzie personali. Un giorno uno mi ha raccontato che, appena saputo di dover scendere a Sigonelia dall'aereo egiziano dirottato, si erano tagliate cortissime le unghie, perché convinti che gliele avrebbero strappate*. Ha proseguito il giudice: •E' gente che vive alla scuola quotidiana della violenza, che vive soltanto per fare la guerra per tornare in una patria che non conosce neppure. Il più vecchio del gruppo che ha agito sulla "Lauro" ha 22 anni, la vita media nei campi profughi da dove provengono è di 40 anni*. Il dirottamento dell'aereo dell'Egypt Air fatto atterrare dai caccia statunitensi, ha osservato Carli, «é stato un atto di pirateria*. Su quel jet c'era anche Abu Abbas, ma fu lasciato andar via. Ha osservato Carli: «Gli Stari Uniti chiesero che venisse bloccato. Ma c'era soltanto una velina dei servizi segreti israeliani, o americani, a sostegno di quella richiesta. Diceva: "E" lui, prendetelo", e non diceva altro. Il nostro ordinamento esige prove; forse gli americani hanno pensato a una possibile dilatazione dei poteri dell'autorità giudiziaria italiana e, cosi, speravano che in qualche modo Abbas venisse fermato*. Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Cairo, Flp, Genova, Gerusalemme, Palestina, Stari Uniti, Svezia, Torino