NEGLI INTRIGHI DI SINDONA LE SPIEGAZIONI DELLA SUA DRAMMATICA FINE di Ruggero Conteduca

Gelli il suo ultimo amico NEGLI INTRIGHI DI SINDONA LE SPIEGAZIONI DELLA SUA DRAMMATICA FINE Gelli il suo ultimo amico Tina Anselmi, presidente della commissione P2: «Aiutò Sindona anche dopo il crack della sua banca» «La fuga del finanziere in Sicilia segnò un salto di qualità della mafia» - «Cominciò in quel periodo la lunga serie delle mòrti eccellenti» - Bellocchio: «Inquietanti intrecci con la malavita organizzata americana» ROMA — 'Alla commissione — ricorda Tina Anselmi —, Sindona negò di aver mai fatto parte della P2. Ammise, però, che Gelli fu l'unico, anche dopo il crack della sua banca, ad aiutarlo*. L'Interrogatorio avvenne nel carcere americano di Otisville dove Sindona era detenuto dopo l'arresto per il fallimento, negli Usa, della Franklin Bank. Era il dicembre 1982: da tre anni ormai sulla sua misteriosa fuga in Sicilia dell'agosto 1979 erano cominciati ad addensarsi pesanti sospetti, non ancora del tutto chiariti. 'E' l'episodio pili significativo — spiega Tina Anselmi che per circa tre anni ha presieduto la commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia di Gelli — che costringe ad allarmanti riflessioni. La fuga, su questo non ci sono dubbi, fu gestita da personaggi appartenenti alla P2. Ma, cosa più grave, l'episodio coincise con un salto di qualità della mafia siculo-ameri cana: si abbandonano i vecchi codici d'onore e si comincia più apertamente a portare la sfida allo Stato. E' il triste periodo delle morti eccellenti, vengono uccisi l'uno dopo l'altro il commissario Boris Giuliano e il giudice Terranova. Quattro mesi più tardi tocca all'esponente democristiano, Pier Santi Mattamila*. • C'è un collegamento storico — precisa Antonio Bellocchio, rappresentante comunista nella commissione P2 — fra questi assassina ed un meeting che si svolse su un motoscafo al largo di Ustica durante il falso sequestro di Sindona e al quale, oltre al banchiere siciliano, presero parte personalità di spicco della P2, come il medico Miceli Crimi e Paola Longo, responsabile della loggia Athena, una loggia massonica esclusivamente femminile*. *Sindona — aggiunge Bellocchio — non ha mai negato di essere iscritto alla massoneria. C'è però una continuità innegabile fra lui e la P2: non si può comprendere la P2 se non si parte dal caso Sindona e non solo perché fu proprio indagando sul banchiere siciliano che ci si imbatté nel bubbone della loggia segreta di Gelli*. •L'intreccio — sottolinea — è però ancora più complicato, e chiama in causa anche la mafia palermitana e americana. Al centro di tutto, i rapporti fra finanza laica e cattolica con un ruolo di prim'attore della finanza vatica¬ na. Il sistema è semplice: attraverso lo Ior, la banca vaticana, si rastrellano infatti, con risparmi puliti, fondi neri, soldi sporchi, capitali e tangenti da esportare, per effettuare speculazioni all'estero. Dopo il crack di Sindona, il posto viene preso da Calvi, ed oggi ci troviamo dinanzi a tante morti sospette: Calvi •suicidato* sotto il ponte dei •Frati neri* a Londra; Vincenzo Costilo, il camorrista legato al caso del presidente dell'Ambrosiano, fatto saltare in aria nella sua auto; Joseph Aricò, il killer di Ambrosoli, caduto dal nono piano... Io prevedo che anche Gelli farà la stessa fine*. Saverio D'Amelio, senatore democristiano, parte più da lontano, dalle omissioni cioè e dagli Interrogativi lasciati senza risposta dalla commissione parlamentare sul caso Sindona. •Non è un mistero affermare che resta un grosso dubbio sulla vicenda della ri¬ capitalizzazione della Finambro (la finanziaria di Sindona, che avrebbe potuto evitargli il crack) e soprattutto non è stato sufficientemente chiarito perché mai persistette la netta opposizione, per certi aspetti preconcetta, soprattutto da parte dell'allora ministro del Tesoro, Ugo La Malfa. Tutta la vicenda bancaria sindoniana avrebbe potuto avere una conclusione diversa se ci fosse stata maggiore disponibilità da parte di Enrico Cuccia*. •Il problema dei rapporti di Sindona con la P2 — conclude l'esponente democristiano — va visto dunque allargando lo sguardo al comportamento del banchiere nelle vicende successive a quell'episodio Tutto il capitolo seguente è ricco di vicende tortuose, di cui alcune indecifrabili, dove spesso il dramma di un uomo si confonde torbidamente con la difesa dello status raggiunto. I suoi rapporti con la mafia, il finto sequestro in Sici Ha: a quell'epoca non è più lui che determina gli eventi, è nelle mani di altri*. •Nelle vicende più oscure, nei rapporti tra alta finanza e potere politico — dice invece Salvo Andò, socialista — la commissione P2 si è sovente imbattuta in percorsi e snodi che conducevano a Michele Sindona e alle formidabili protezioni di cui si è avvalso nella sua irresistibile ascesa Tanto che noi socialisti, nelle dichiarazioni seguite alla conclusione dei lavori della commissione P2, abbiamo sottolineato una continuità sul piano delle tutele che hanno garantito prima la crescita di Sindona e poi quella di Calvi C'è quindi una continuità oggettiva, di interessi, quasi vi fosse una grande istituzione alle spalle che di volta in volta trova abili manovratori che si avvalgono di tutele lecite e illecite. Ma molte responsabilità politiche che stanno alla base della vicenda Sindona restano ancora da indagare e chiarire compiutamente*. Ruggero Conteduca Voghera, li professor Pietro Foniari e la dottoressa Marina Montagna lasciano l'ospedale. Nella valigetta ci sono le provette con i prelievi effettuati su Michele Sindona (Telefoto Ansa)

Luoghi citati: Londra, Roma, Sicilia, Usa, Ustica