Guerriglia a Palermo tra polizia e abusivi di Francesco Santini
Guerriglia a Palermo tra polaia e abusivi Cariche degli agenti per rimuovere i blocchi Guerriglia a Palermo tra polaia e abusivi HI Mentre il giudice di Brooklyn crede al suicidio I Calvi dalle Bahamas «Altri rischiano la vita» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — -Adesso temiamo che sia in pericolo anche Carboni, e forse Pazienza. Sa, i confini tra Cosa Nostra, in Italia e in America, e certi gruppi politici sono sempre meno netti. Certo, è come una tragedia greca, terribile: prima Aricò, che cade, o meglio viene buttato giù dalla finestra, dentro le carceri; poi Sindona che prende il veleno. Si tenta di chiudere bocche che possono svelare verità nascoste-. Al telefono dalle Bahamas, Clara e Carlo Calvi, la vedova e il figlio del «banchiere dì Dio», rivivono il dramma di cinque anni fa. quando il cadavere del presidente del Banco Ambrosiano venne ritrovato sotto il ponte di Blackfriars sul Tamigi, a Londra. Hanno appreso la notizia dalla radio l'altro ieri, e hanno telefonato ai parenti e all'avvocato Rossini, che li rappresentò al processo per estorsione contro Sindona. • Ci fa pietà — ci dicono —. non si può infierire su un uomo nelle sue condizioni. Ci è stato nemico, ma oggi è anche lui una vittima-. Escludete dunque la tesi del suicidio? -Assolutamente. Lo abbiamo seguito al processo, sia pure da lontano. Ci hanno riferito che non dava segni di alterazione. No, no. La sua reazione e quella della gente che gli stava intórno tensificare i contro Interrotte l'autostrsina - Il prefetto: Palermo. La polizia fa uso dei DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — La Città è assediata dagli abusivi dell'edilizia. Nessuno può lasciare Palermo. La Sicilia è in rivolta. E' fallito il tentativo di sbloccare l'autostrada. Le cariche della polizia e del battaglione mobile dei carabinieri sono respinte dai rivoltosi. E' puntano all'omicidio-, n movente? .Non sapremmo-, rispondono Clara e Carlo Calvi. «Non crediamo che Sindona avesse ancora molto da dire. Ma forse quel poco che nascondeva costituiva un grosso pericolo per qualcuno. In ogni caso, era la pubblicità che circondava il personaggio a dare fastidio. Attirava troppo l'attenzione su vicende che altri volevano seppellire-. Chi potrebbero essere i mandanti, secondo i Calvi? • Questa serie di morti inspiegate si può ricondurre agli stessi gruppi: qualche "famiglia" mafiosa, gli entourage di Gelli e Ortolani-, ribatte Carlo. -P2 e Cosa Nostra non sono sempre realtà separate, esistono prove di loro contatti, è per questo che temiamo che i vari Carboni e Pazienza siano nel mirino-. • Che ironia — aggiunge Clara — l'ultima lettera che Sindona mi scrisse, due o tre anni fa, era minatoria. "Signora, lei parla troppo", mi ammonì. "Prenda esempio da mia moglie, tenga la bocca chiusa". A che cosa gli è servito il silenzio? I potenti che lo comandarono e lo sfruttarono hanno le mani lunghe, come poteva pensare che lo avrebbero ancora protetto?-. -E' l'ennesimo scandalo-, interloquisce Carlo. Nei ricordi di Clara Calvi è vivo il racconto che le fece il marito, di una visita di Sin¬ lli in tutta Italia trada e la linea ferroviaria per Mes «Qualcuno cerca l'incidente grave» gas lacrimogeni per disperdere grave il timore per l'ordine pubblico. Le forze di polizia sono a ranghi ridotti, non riescono a mantenere le posizioni. Con tecniche di guerriglia, i manifestanti avanzano, arretrano, tornano a bloccare l'importante via di collegamento tra la Sicilia occidentale e quella orientale. dona nel suo albergo a New York, «con due brutti ceffi per estorcergli una somma enorme-. La signora e il figlio non si sentono di smentire la voce, una delle più forti, che il finanziere sia stato zittito dalla «onorata società» Usa. per maggiore esattezza dalla «commissione newyorchese-, senza pressioni esterne. Ma considerano più consistente la voce della matrice italiana del dramma di Sindona. -Perchè non farlo fuori negli Stati Uniti, se si fosse trattato di italo-americani?- Parliamo brevemente della tesi dell'omicidio e del trattato di estradizione tra Washington e Roma con Charles Rose, il sostituto procuratore distrettuale di Brooklyn, l'uomo che gettò luce sul falso sequestro di Sindona. Rose dubita della prima tesi. -Per me è suicidio-, dice e sostiene che il trattato «non viene inficiato dal doloroso episodio-. Ti sostituto procuratore distrettuale è un esperto di mafia, e ammette che il finanziere era legato alla «famiglia» Gambino, la più potente cosca mafiosa di New York. -Non si può escludere mai nulla — spiega — ma per me Sindona è crollato, e basta-. Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in prima colonna) Ennio Caretto Dal 15 al 14% i dimostranti (Telefoto Ansa) r a i i n l o e n prefetto della città. Angelo Pinocchiaro, si lascia sfuggire parole di preoccupazione: -C'è il sospetto — ammette nella tensione — che qualcuno sia alla ricerca dell'incidente più grave-. Il capoluogo vive ore difficilissime. L'ordine giunto da Roma di sgomberare il collegamento autostradale per Messina e Catania s'è Infranto a Bagheria, nella distesa d'aranci e di ville settecentesche che precedono lo scempio edilizio. Lacrimogeni e sassaiole. cariche e arretramenti dei militari. Squilli di tromba e fasce tricolore. A decine i contusi. Tre i feriti. E le voci si rincorrono, sino ai binari della ferrovia dove i bivacchi aumentano nella notte. Hanno visto un bambino sanguinare, due adulti cadere al suolo sotto i manganelli. Una donna si picchiava II petto: -Figghiu, figghiu. Atti' liuzzo mio-. Dal binari tagliati dai tronchi d'albero e da grossi massi di tufo, sale la bandiera della rivolta, nel drappo verde dei comitati degli abusivi per necessità. Bagheria diventa il centro della resistenza. Dice il prefetto: .Abbiamo scelto l'obiettivo dell'autostrada: una cosa per volta, poi toccherà alla ferrovia-. Sul grande cavalcavia che dopo Villa Patagonia immette nel paese, i lanci di bottiglie e la pioggia dei sassi Impediscono agli uomini in divisa di avanzare. Sono le 14. Le sirene tagliano una giornata di silenzio, sul nastro inutile dell'asfalto. Un funzionario grida: «7n nome della legge...». Indossa la fascia, un militare porta alle labbra l'ottone d'ordinanza. Tre squilli di tromba, è la carica. La folla ondeggia si ritrae. Duemila, tremila persone, sembrano andare Indietro. Un gruppo, più deciso, ora parte all'attacco. -Mafiosi, mafiosi- gridano agli uomini In divisa. Sono in fiamme 1 copertoni di alcuni camion. Un'automobile avanza. I blindati s'assestano accanto al guard-rail. Il fumo del lacrimogeni avvelena l'aria. Un blindato ripiega in direzione di Palermo ccn quindici fermati. Sulle barricate, uomini e ragazzi. Gridano contro i politici. -Da oggi — dice un uomo di mezza età — comandiamo soltanto noi-. Ci sono 1 braccianti e i manovali dell'edilizia. I padroncini dei camion e i muratori che sono diventati impresari. Dice il questore Jovlne di Palermo: 'Gli uomini non sono mai abbastanza: per ora dobbiamo rinunciare alla ferrovia1-. A sera, dovranno lasciare anche l'autostrada e Palermo toma ad essere Isolata. I militali si concentrano sulla via per l'aeroporto, decisi ad ogni resistenza. Tacciono i politici di Palermo. Il sindaco Orlando vive momenti di grande difficolta. Parla l'ex sindaco Elda Pucci, il volto nuovo della democrazia cristiana -Non so se i comitati di lotta siano degli uomini della mafia: certamente, a stimolare la protesta, ci Francesco Santini (Continua a pagina 2 in settima colonna)
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