Passato il decreto Irpef (tra imboscate e paure) di Emilio Pucci

Passato il decreto Irpef (tra imboscate e paure) D governo chiede la fiducia, si ribellano trenta deputati de Passato il decreto Irpef (tra imboscate e paure) ROMA — n decreto-bis sull'Irpef è salvo. Ma per la votazione alla Camera il governo si è visto costretto a chiedere la fiducia, provocando la rivolta di una trentina di democristiani. L'esito del voto a scrutinio segreto, seguito dopo la fiducia, è stato atteso in un clima di grande tensione. Non sono mancati 1 franchi tiratori, ma la maggioranza ha tenuto e il provvedimento passa ora all'esame del Senato per la definitiva conversione in legge. La giornata di grande nervosismo a Montecitorio ha accompagnato passo passo l'atteso incontro Craxi-De Mita per la verifica. La paura di nuove imboscate ha spinto il governo a porre ieri mattina la fiducia sull'articolo uno del decreto, quello che fissa le nuove aliquote Irpef. Una caduta del provvedimento avrebbe infatti portato diritti alia crisi. Ma l'iniziativa è stata subito contestata dalla truppa minore democristiana, i cosiddetti deputati.peone s. che hanno chiesto la convocazione Immediata del gruppo. 'Non ha senso — ha spiegato l'onorevole Sarti, uno del firmatari della protesta — chiedere la fiducia nel momento più delicato della verifica'. Ma sotto la rivolta ci sarebbe anche il desiderio di un cambio di governo che automaticamente porterebbe ad un avvicendamento negli incarichi ministeriali. Altro motivo di malumore sarebbe il rovesciamento di alleanze (psi-pcl) al Senato per gli espropri. Il capogruppo de, Virginio Rognoni, ha accolto la richiesta di riunione che si è tenuta nel pomeriggio, poco prima delle votazioni in aula. C'è stata gran battaglia. L'ex capogruppo Gerardo Bianco ha presentato una mozione di censura contro la richiesta della fiducia. Numerosi deputati si sono associati. C'è voluta la difficile mediazione di Rognoni per far ritirare l'ordine del giorno che se approvato, ha spiegato il capogruppo ai suol colleghl, avrebbe attribuito alla de la responsabilità, non solo di aprire la crisi di governo, ma di bloccare la riforma dell'lrpef, molto attesa da tutti 1 contribuenti. U dibattito si è chiuso senza nessuna votazione. Ma gli umori sono rimasti sempre neri, al punto da far temere l'esito dello scrutino segreto sull'insieme del decreto Irpef Cosi, nel Transatlantico di Montecitorio si è assistito ad un grande incrociarsi di consultazioni tra maggioranza e opposizioni. Alla fine, se tutto è filato liscio, sia pure cor. qualche patema d'animo, lo si deve anche all'intervento, nel segreto dell'urna, di deputati comunisti e forse missini a favore del provvedimento. Prima del voto finale è stato approvato anche un emendamento governativo all'articolo 2 che instaura una franchigia di ventimila lire per le dichiarazioni Irpef, al di sotto della quale non sono dovuti né rimborsi da parte dello Stato, né versamenti da parte dei contribuenti. Rientrando a Palazzo Chigi, insieme con il segretario democristiano Ciriaco De Mita, il presidente del Consiglio Craxi ha commentato ironicamente l'esito del voto: «£' andata bene. Abbiamo una larga maggioranza con dotazione di franchi tiratori: il ministro delle Finanze Bruno Vlsentinl. Invitando le sinistre e le stesse forze della coalizione a ritirare gli emendamenti prima delle votazioni, ha fatto sapere che non ama la parte del «cattivo». Il disco verde ad eventuali modifiche stravolgerebbe il quadro della finanza pubblica. Ma ora, ha commentato il socialista Franco Pira, è anche faticoso approvare una riduzione delle tasse. Emilio Pucci • TASCO — Il decreto sulla Tasco la nuova tassa comunale, è stato approvato dalla Commissione finanze del Senato. La lunga marcia dell'lrpef In % del entrate tributarle 4- 0- Fonle 1974 75 76 77 78 79 80 Ctt ■ 24 Ora 81 82 83 84 85

Persone citate: Bruno Vlsentinl, Ciriaco De Mita, Craxi, De Mita, Franco Pira, Gerardo Bianco, Rognoni, Sarti, Tasco, Virginio Rognoni

Luoghi citati: Roma