Strage di Bologna, assolto il giudice che diede credito al falso superteste

Strage di Bologna, assolto il giudice che diede credito al falso superteste Sentenza a Firenze, era accusato di rivelazione di segreto, simulazione Strage di Bologna, assolto il giudice che diede credito al falso superteste DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — L'ex giudice istruttore di Bologna, Aldo Gentile (ora giudice di sorveglianza), che condusse per qualche tempo l'inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione, è stato assolto dall'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio per non aver commesso il fatto e da quella di simulazione di reato perché il fattó non costituisce reato. Assoluzione anche per il falso supertestimone della strage, il postino fiorentino Elio Ciolini. e per l'avvocato Federico Federici, dall'accusa di calunnia ai danni dello stesso giudice Gentile, del suo collega, il giudice istruttore Giorgio Floridia, e di alcuni ufficiali del servizi segreti perché il fatto non costituisce reato. L'unica con- danna inflitta dalla prima sezione penale del tribunale di Firenze, dopo tre ore e mezzo di camera di consiglio, è toccata all'avvocato Federici per il reato di minacce a pubblico ufficiale: sei mesi. La sentenza ha lasciato l'amaro in bocca al pubblico ministero, Paolo Canessa, che ha subito annunciato l'intenzione di ricorrere in appello. Il processo riguardava una delle molte appendici scaturite dall'inchiesta principale sull'attentato alla stazione di Bologna. Secondo le tesi sostenute dall'accusa il giudice Gentile, seppure in perfetta buonafede, aveva operato un completo stravolgimento dei ruoli' trasformandosi in poliziotto e dando credito a un testimone inattendibile come Elio Ciolini. Il dottor Canessa aveva sostenuto che il giudice Gentile, nel suo lavoro «non ha saputo valutare criticamente l'attendibilità del superteste Ciolini» nonostante su di lui fossero state avanzate pesanti riserve sia dal Sisde che dallo stesso generale Dalla Chiesa. Per suffragare questa tesi, il pubblico ministero, ha ricordato le false rivelazioni fatte dal postino, ormai da tempo irreperibile, per otte nere che lo Stato italiano pagasse alcune decine di milioni per la sua cauzione quando era rinchiuso nel carcere svizzero di Champ Dollon (lo stesso dove fu imprigionato Licio Gelli) per truffa. Ciolini dette vita a una vera sarabanda di dichiarazioni e successive ritrattazioni che il dottor Canessa ha definito una • sfida allintelligenza dei giudici: Nel rinvio a giudizio del tre imputati il giudice Stefano Campo scriveva nel luglio scorso: 'Du¬ rante l'inchiesta ci si è trovati in presenza di un coacervo voluto da tutti i protagonisti, di menzogne accoppiate a mezze verità'. Inoltre il giudice istruttore sottolineava «l'inusuale rapporto che si era instaurato tra il Ciolini e il dottor Gentile'. Ricordando l'intervento del magistrato bolognese sulla presidenza del Consiglio perché fosse pagaia la cauzione di Ciolini e la consegna allo stesso supertestimone di due milioni «per i suoi bisogni- dopo la scarcerazione, il giudice Campo concludeva affermando: -E' il primo caso conosciuto, e per il bene delle istituzioni speriamo l'ultimo, di un giudice che paga un teste a ricompensa di quanto Ita detto-. In questo singolare rapporto tra il giudice e il teste, secondo l'accusa, si sarebbe consumato il reato di rivelazione di segreto d'ufficio e simulazione di reato (il magistrato avrebbe consegnato alcuni documenti relativi alla strage di Bologna al Ciolini, denunciandone poi il furto). Il magistrato ha sempre negato l'addebito. «7 documenti furono rubati e fotocopiati- ha sostenuto l'avvocato Melchionda che difendeva il dottor Gentile, D'altra parte, prove del passaggio di mano delle carte re lative all'inchiesta sulla stra ge non ce ne sono. I giudici del tribunale fiorentino hanno ritenuto anche che non ci fossero gli estremi del reato di calunnia nei confronti dei magistrati bolognesi per le dichiarazioni di Federici e Ciolini. •£' vero che Federici si sentiva perseguitato — aveva detto il p.m. — ma in grandire le cose e parlare di complotto senza essere in gra¬ do di portare le prove, significa commettere una calunnia-. Il tribunale non ha accolto la sua tesi. L'unica condanna, quindi, è toccata all'avvocato Federici per le minacce rivolte al giudice Gentile. Con alcuni degli stessi personaggi come protagonisti esiste anche una seconda inchiesta legata sempre alla, vlcencU» delle false rivelazioni del supertestimone Ciolini sulla, stragr di Bologna! E' un procedimento ancora in fase istruttoria che vede imputati di calunnia oltre allo stesso Ciolini, il giudice Gentile, l'ex console generale d'Italia a Ginevra, Perdi nando Mor, e l'ufficiale del Sismi, Ugo Reitani. Francesco Matteini

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Ginevra, Italia