Il governo Chirac è fatto di Enrico Singer
Il governo Chirac è fatto Il Premier e Mitterrand hanno scritto il codice della coabitazione Il governo Chirac è fatto Le prerogative del presidente della Repubblica «sono intangibili», ma la politica dell'esecutivo sarà «diversa» - Il leader gollista insiste sulla privatizzazione e sul ritorno al sistema elettorale maggioritario - Agli Esteri e alla Difesa due personalità che non dispiacciono all'Eliseo PARIGI — Ci sono volute 48 ore di trattative serrate, di concessioni e di compromessi, ma il primo governo della coabitazione è nato. Ieri pomeriggio il leader neogollista Jacques Chirac ha sciolto la sua «riserva» ed ha accettato l'incarico di premier che il presidente Mitterrand gli aveva offerto martedì. E, in un discorso di sei minuti, ancora prima dell'annuncio della lista dei ministri, ha rivelato ai francesi il «contratto* che la nuova maggioranza di centro-destra e l'Eliseo socialista hanno stretto per guidare il Paese. E', in fondo, quello che la gente attendeva. E Chirac è stato chiaro, puntiglioso, nel suo discorso di investitura. « Un testo — ha tenuto subito a precisare davanti alle telecamere — che ho fatto leggere a Mitterrand, vista la nuova, particolare situazione*. E' un «manuale della coabitazione» che si può riassumere in due punti: le prerogative del Presidente fissate dalla Costituzione della Quinta Repubblica «sono intangibi¬ li-, ma i francesi, dando fiducia a una nuova maggioranza, hanno scelto «una polìtica diversa* che 11 governo — «diretto dal primo ministro' — applicherà in base ai suoi poteri. Jacques Chirac ha voluto anche indicare quali saranno le scadenze più urgenti della •politica diversa*. Prima di tutto misure economiche per favorire la ripresa industriale, compresa la privatizzazione delle .imprese concorrenziali* nazionalizzate cinque anni fa dalla sinistra. Poi, la reintroduzione del sistema elettorale maggioritario che Mitterrand, la scorsa estate, ha sostituito con la proporzionale. Per questi provvedimenti, il nuovo governo chiederà al Parlamento l'autorizzazione a procedere per decreti. Le altre riforme contenute nel programma comune Rpr-Udf saranno presentate alla nuova Assemblea Nazionale che si riunirà per la prima volta il 2 aprile. Per Chi' rac, insomma, coabitare significa rispettare i poteri di Mitterrand (il «primato» del Presidente in politica estera e di difesa) ma applicare senza cedimenti .gli impegni presi di fronte ai francesi* che gli hanno concesso la loro fiducia e una maggioranza, sia pure ristretta (due seggi) in Parlamento. Questo bilanciamento dei poteri è rispecchiato anche dalla composizione del governo annunciata, come vuole la prassi, dal segretario generale dell'Eliseo Jean-Louis Bianco. Due le concessioni più evidenti di Chirac all'Eliseo: i ministeri degli Esteri e della Difesa. Andati a personalità meno forti di quelle che il neopremier aveva proposto due giorni fa a Mitterrand facendo scattare il «vetopresidenziale. Per gli Esteri è stato scelto Jean-Bernard Raimond. un diplomatico di carriera, fino a ieri ambasciatore a Mosca. Per la Difesa, André Giraud, un centrista ex ministro dell'Industria nel governo di Raymond Barre sotto il «regno» di Giscard d'Estaing. Raimond. 60 anni, è della vecchia guardia gollista (è stato consigliere diplomatico dell'Eliseo ai tempi di Pompinoli) ma è considerato «senza etichetta», e ha retto le difficili ambasciate di Rabat e di Varsavia prima che, appena un anno e mezzo fa, Mitterrand lo designasse a rappresentare la Francia a Mosca. Un uomo, quindi, con il quale il Presidente socialista dovrebbe essere in grado di 'lavorare in armonia*, come aveva apertamente detto a Chirac. Lo stesso discorso vale per Giraud, rimasto discretamente in disparte nella battaglia politica dopo l'Impegno nel governo Barre. E comunque, un udf e non un neo-gollista. Ma per gli altri ministeri, Chirac alla fine ha avuto luce verde, anche se alcuni nomi erano nella lista dei «bocciati» che per 48 ore é rimbalzata tra l'Eliseo e il premier incaricato. E' il caso degli Interni, affidati a Charles Pasqua, uno dei «duri» dell'Rpr che, negli Anni 60, era il numero due delle «Sac» (le squadre di azione civica»): le discusse «milizie» del servizio d'ordine gollista. Ed è il caso, soprattutto, dei ministeri economici andati ai più stretti e fedeli collaboratori di Chirac. Eduard Balladur, figlio di un banchiere e da anni eminenza grigia del nuovo primo ministro, è stato nominato ministro dell'Economia, delle Finanze e delle Privatizzazioni. Una carica che, anche nella sua definizione, conferma la strategia del neonato governo. In più, Chirac ha voluto coinvolgere direttamente nel suo gabinetto i leader del cartello liberale dell'Udf. Cosi, tra gli altri, Francois Léotard (segretario dei repubblicani di Giscard) ha avuto il ministero della Cultura e Pierre Méhaignerie (presidente dei centristi del Cds) quello dei Trasporti. L'avventura della coabitazione è davvero cominciata. Enrico Singer
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