Intorno all'ex avvocato di Patti una catena di delitti e suicidi

Intorno all'ex avvocato di Patti una catena di delitti e suicidi I casi di Roberto Calvi, della sua segretaria, di Rosoni e di Bordoni Quando, nel gennaio '85, il sottufficiale degli agenti di custodia addetto alla scorta del vassoio del pasto di Michele Sindona si ammalò, l'ex finanziere di Patti digiunò per due giorni. Poi, finalmente, il direttore del carcere riuscì a convincerlo che anche senza la scorta armata al suo vassoio, l'amministrazione penitenziaria disponeva di altri e altrettanto sicuri sistemi per garantire che il vitto non venisse avvelenato. Michele Sindona non aveva mai nascosto i suoi timori e si era adattato air.isolamento, e ad essere controllato a vista giorno e notte all'interno del supercarcere di Voghera. Sosteneva di essere minacciato. Ma da chi? Per che cosa? La risposta, probabilmente, va cercata in quel suo modo di fare, allusivo, di dire e non dire, che in certi casi poteva sembrare minaccioso. In passato, ha lasciato spesso capire di essere a conoscenza di segreti scottanti che avrebbero potuto coinvolgere importanti personaggi con i quali aveva intrattenuto affari più o meno leciti. Molti dei personaggi legati a Sindona hanno avuto una fine drammatica. Il primo a morire di morte violenta è stato Roberto Calvi. 11 presidente del Banco Ambrosiano trovato impiccato 1117 giugno dell'82 sotto il ponte londinese dei Frati Neri, dopo una precipitosa fuga da Milano. Quando si seppe della morte di Calvi la sua segretaria si suicidò buttandosi da una finestra dell'Istituto di credito. Si disse che era rimasta sconvolta dalla notizia, ma si disse anche che dall'ufficio erano scomparsi alcuni importanti documenti. Misteriosi documenti, contenuti in una valigetta nera, in possesso di Calvi, scomparvero a Londra. Perizie, controperizie e due verdetti della Milton Court non hanno chiarito se la Intorno all'ex avvocato di Patti una catena di delitti e suicidi morte del banchiere fu dovuta a omicidio o a suicidio. Calvi (il suo vicepresidente, Rosone, sfuggi ad un attentato) era legato a Sindona non solo da rapporti d'affari, ma anche dalla comune appartenenza alla loggia P2 di Lido Gelli. Tra le persone scomparse senza lasciare traccia c'è in- Nicolò Amato oggi a Voghera ROMA — Il responsabile della direzione generale degli istituti di pena, Nicolò Amato, è partito ieri sera per Voghera per ricostruire le modalità del malore che ha colpito Slndona in carcere e verificare l'ipotesi che sia stato causato dall'ingestione di sostanze tossiche. Il direttore generale delle carceri era stato informato telefonicamente, subito dopo il trasporto in ospedale di Sindona. vece Carlo Bordoni, genio del mercato mondiale dei cambi, prima braccio destro e poi accanito accusatore di Sindona. Dopo il crack fuggi in Sudamerica da dove «contrattò» il suo arresto con le autorità statunitensi. Dopo 4 anni e mezzo di carcere (in un ospedale militare) negli Usa fu estradato in Italia. Riceveva continue minacce di morte, ma restò a disposizione della giustizia fino a quando potè contare su una speciale polizza assicurativa: importanti documenti (la famosa «lista dei 500») che il suo legale aveva affidato a tre notai di diversi Paesi. Bordoni trascorse in carcere sette mesi e per tutto quel tempo si fece portare in cella i pasti dalla moglie. Poi ottenne la libertà provvisoria. Bordoni lasciò l'Italia e scomparve. Era l'agosto del 1982. Prima di fuggire confidò: •Scappo per non finire come Calvi-. a. lam. Voghera. Il figlio di Michele Sindona. Marco, accompagnato dalla moglie, arriva all'ospedale