Il Cagliostro dell'alta finanza di Antonio Di Rosa

Il Cagliostro dell'alta finanza ASCESA E DECLINO DI MICHELE SINDONA DAI SOGNI DI POTERE AGLI INTRIGHI, AL CARCERE Il Cagliostro dell'alta finanza Da re della Borsa a bancarottiere, un mito segnato da tanti cliché: in realtà un avventuriero - Nel suo impero entrarono la Banca Unione, la Generale Immobiliare, la Condotte Acque - Le sue amicizie spaziano dalla mafia alla massoneria, dalla politica alla Chiesa - La sfortuna lo coglie nell'operazione Bastogi: La Malfa, Carli e Cuccia lo bloccano, la sua Banca Privata fallisce, fugge in America - A New York affonda con il crack della Franklyn: è condannato a 25 anni - D finto rapimento e il tentativo di suicidio, poi l'ergastolo per il caso Ambrosoli Dall'ascesa al tramonto la sua vita è segnata da cliché che ne scandiscono le tappe fondamentali. Cosi -il ragazzo del Sud- diventa M siciliano dagli occhi di ghiaccio-, si trasforma nel 'banchiere del Vaticano-, conquista il fregio di •mago della Borsa-, passa per •Michele pigliatutto-, scomoda i confronti con «re Vida-, scivola nel -Cagliostro degli Anni Settanta-, si assesta, infine, nella etichetta di 'bancarottiere-. Ma Michele Slndona non ha bisogno di aulici o Impropri accostamenti per essere definito: era un avventuriero della finanza, amico di clan mafiosi, condannato all'ergastolo pochi giorni fa per aver fatto uccidere il •nemico» Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata Italiana (il suo ex istituto di credito). Questo profilo del personaggio affiora dalle inchieste che 1 giudici americani e italiani hanno condotto sulle ceneri del ca stelli di carta costruiti negli anni delle acrobazie in Borsa, Basta un piccolo aneddoto per capire come mai un finanziere, in epoca non sospetta, consigliasse agli amici: -A Sindona potete vendere una società, ma non compratela da lui-. Come dire: è un artista dell'inganno. La storia è esemplare: un amico siciliano di don Michele voleva cedere il suo caffè perchè gli affari andavano male. L'avvocato lo rassicurò. Chiamò a raccolta un gruppo di conoscenti invitandoli a consumare gelati, brioches e granite Il compratore rimase felicemente sorpreso dell'affluenza nel locale e decise di acquistarlo. Il «mito» nasce cosi. Tante storie vere e false, legate alla sua abilita nel condurre in porto gli affari, alla sua intelligenza, alla sua capacita di trasformare in oro anche un rottame, alle protezioni politiche. Sindona comincia a costruire la sua fortuna nel paese dove nasce nel 1920, cioè a Patti in provincia di Messina. Il padre è un piccolo commerciante che, dopo la Prima guerra mondiale, di- venta direttore del Consorzio Agrario. Il figlio, finito 11 liceo, si iscrive a Giurisprudenza all'Università di Messina. Lavora nell'amministrazione fiscale, apre uno studio da avvocato ma, ben presto, l'ambizione lo porta a Milano (1946). Al legale-socio promette: -Non dico che riuscirò a impadronirmi del mondo economico milanese, però ti chiedo di aspettarmi sei mesi; se non tornerò, potrai tenerti lo studio-. Ma l'avvocato rimane a Milano. Anzi, U incontra l'amico Luciano Marchisio titolare di due aziende: la Parmeuropa e l'Istituto Editoriale. Le acquista entrambe. La prima l'affida al padre, il secondo al fratello. Sindona si appropria dei primi due mattoni del futuro impero. Sposa una ex compagna di scuola, dalla quale avrà tre figli (una ragazza e due maschi) e si dedica alla scalata. Stabilisce rapporti con gli imprenditori più importanti, frequenta la gente che conta a livello politico ma evita 1 salotti mondani. A lui basta vagare nella Rolls-Royce grigio perla per le vìe della metropoli. Cerca di apparire come un benefattore. Dice: -Non amo il denaro, mi piace produrre ricchezza nuova, per gli altri-. A questo punto, da autentico prestigiatore, acquisisce aziende decotte trasformandole in società vitalissime. Cosi le quotazioni della Vanzetti, un'industria di concerie quasi defunta acquista ta da Sindona, passano da 200 a 947 lire. Poi la rivende, realizzando grandi utili alla New York. Il finanziere Miche•Crucible Steel of America». Rileva la Banca di Messina, controlla la Pacchetti, la Rossari e Varzi, rastrella azioni dell'Italcementi per cederle a Pesenti ma gli andrà male, ottiene dal Vaticano e dai Feltrinelli la Banca Unione, entra nella Banca Privata Finanziaria, strappa al Vaticano e cede all'Italstat la Condotte Acqua, poi con¬ hele Sindona fotografato nel suquista la Tal mone, la Saffa; la Generale Immobiliare. Le scorrerie finanziarie compiute insieme con 11 braccio destro Carlo Bordoni gli consentono di moltipllcare le società e crea cosi un impero di scatole cinesi che lo porteranno alla rovina: compra, vende, aggira leggi e regolamenti ormai vecchi, inventa aziende di comodo. La folle corsa all'interno della Finanza è parallela alla crescita dell'immagine. Sindona fonda la sua fortuna sulla riservatezza. Agisce nell'ombra, fornisce poche informazioni sulla sua attività, nessuna autorità gliele chiede. Ma, anno dopo anno, ama far sapere quelle cose che danno un tocco di orginalità a un personaggio venuto dal nulla. Cosi i giornali scrivono che Slndona non visita mai le aziende che acquista, esce senza portafogli, se va al ristorante si fa mandare il conto a casa. E quando si trova faccia a faccia con un giornalista costruisce barchette di carta, il suo hobby. Ma nel 1972 l'avventuriero subisce la prima sconfitta: si apre una crepa nel suo forti¬ lizio finanziario. L'operazione Bastogi fallisce. Acquista le azioni al 46 per cento in più della quotazione di Borsa, le perdite sono enormi. Sindona rea di coprirle con l'aumento di capitale della sua Finanziaria, la Finambro, ma le autorità monetarie lo bloccano. Ugo La Malfa, ministro del Tesoro, e Guido Carli, governatore della Banca d'Italia pongono un veto. Enrico Cuccia, l'uomo di Mediobanca fa altrettanto. Sindona intanto sbarca sul mercato Usa e con 1 soldi dei risparmiatori acquista la «Franklin National Bank., sedicesimo Istituto di credito statunitense. Nel 1974 viene autorizzata la fusione di due banche, la Banca Unione e la Banca Privata Finanziaria e nasce la Banca Privata Italiana, ma quest'ultima fallisce (257 miliardi di scoperto). Scatta il primo mandato di cattura per il bancarottiere, già fuggito in America. Alcuni clienti vengono informati in tempo e trasferiscono 1 soldi in Svizzera. Sono 500 persone: la lista 'eccellente» sparisce dai documenti del liquidatore della banca Ambrosoli. I giù dici milanesi Urbisci e Viola cercano di scoprire i nomi inseriti nel tabulato. Arrestano l'amministratore delegato del Banco di Roma, Mario Barone, ma l'identità degli esportatori di capitali rimane, in parte, segreta. La cattura di Bordoni in Venezuela apre nuovi fronti L'ex braccio destro collabora con i magistrati e accusa Sindona ma le richieste di estradizione non sortiscono alcun effetto. Lo scandalo Sindona, adesso, esplode anche negli Usa con la-sVranklin: nuovo fallimento, esposizione attorno ai 45 milioni di dollari, apertura di una inchiesta. Il «mago della Borsa» comincia a tremare. La sua immagine di «salvatore della lira» (come lo aveva definito Andreotti anni addietro) viene cancellata da un'altra, più inquietante. Proprio lui che amava dire «dopo gli italiani venuti a commerciare verdure o ad arruolarsi coi gangster, cen'è uno che si è fatto ascoltare a Wall Street-, ordina di uccidere Ambrosoli. L'11 luglio del 1979 un killer, Joseph Aricò spara tre colpi al petto del liquidatore della Banca Privata Italiana. Pochi mesi dopo viene eliminato a Palermo Boris Giuliano, capo della Mobile. Sembra il solito delitto di mafia e invece Giuliano seguiva la stessa pista di Ambrosoli, quella che portava ai finanziatori di Sindona. Il due agosto il bancarottiere riscopre la vecchia passione per la commedia e simula il suo rapimento. Inventa storie di terroristi che lo tortu rano, il suo legale Rodolfo Guzzi tiene i contatti con i presunti rapitori, la polizia arresta il «postino» Rosario Spatola esponente di un clan di Palermo. Sindona fugge'in Sicilia, ospite di «amici fidati». Porta il parruechino, baffi finti e occhiali scuri, cambia identità poi torna sulla scena americana alla grande: si fa trovare su una strada di New York con una ferita d'arma da fuoco alla gamba. già anestetizzata dal suo medico. L'arrestano. Nel 1980 i giudici Usa lo condannano a 25 anni per 11 fallimento della Franklin. Lui tenta il suicidio In carcere ma 1 secondini lo salvano. Comincia a scrivere memoriali dal carcere di Otlsville. Vuole scaricare 11 delitto Ambrosoli su Bordoni Ma Joseph Aricò, 11 killer, ammette: •Sindone mi ha dato SO mila dollari per uccidere il liquidatore-. Non lo potrà ripetere: precipita da una finestra del carcere di New York e muore mentre tenta di evadere. E la militanza massonica? Sindona spiega a modo suo la presenza nelle liste della loggia P2. Dice: .Gelli mi ha aiutato. L'ho presentato io al banchiere Calvi. Io sono l'autore dei programmi economici della P2, ma la stampa ha dato troppa importanza a Gelli: era un uomo modesto, un traffichino-. Il dossier col suo nome si arricchisce di nuovi misfatti: la tentata estorsione ai danni di Cuccia e Calvi, crack finanziari, minacce. Il 27 settembre del 1984 i giudici americani autorizzano l'estradizione in Italia. Sindona apre la guerra dei memoriali e lancia velenose insinuazioni verso i vecchi e i nuovi padrini, n 15 marzo 1985 un tribunale italiano lo condanna a 15 anni di reclusione per il crack della Banca Privata. Negli anni di «gloria» Newsweek lo definì -meticoloso come un tedesco, pedante come un inglese e freddo come uno scandinavo-. Sindona non si smentisce fino all'ultimo giorno: nega tutto, si difende attaccando. E cerca di astrarsi dal processo terreno per riconoscere in Dio l'unico giudice: -Un giorno risponderò solo a Lui-. Gli amici lo hanno abbandonato. Persino il filo anagrafico e affaristico che lo legava ai clan siciliani si è spezzato. Alla fine, era rimasto solo a specchiarsi nelle sue colpe, dentro la piccola cella del carcere di Voghera. Antonio Di Rosa w York. Il finanziere Michele Sindona fotografato nel suo ufficio di Manhattan: è il 1975 (Tclcfoto Associated Press)