Sorpresa per gli spagnoli Venables lascia la società di Gian Paolo Ormezzano

Sorpresa per gli spagnoli Venables lascia la società Sorpresa per gli spagnoli Venables lascia la società TORINO — Se esistessero dei misuratori di sentimenti, di psicologia, di stati d'animo, e accumulatori di tensione umana, ieri sera a Torino la prima mezz'ora di Juventus-Barcellona avrebbe fornito cifre passe, e energia tale da prendere la cometa di Halley per la coda. Il gol di Archibald al 30' è stato notato da pochi, nella retina la gente bianconera, magnifica per tifo prima del match e prima del gol e anche subito dopo il gol, aveva ancora l'enorme occasione sciupata da Pacione al 18', la grande occasione sciupata da Pacione al 24', la non piccola occasione mancata da Pacione al 40', stavolta però con grande fortuna di Urruti. Insomma, diciamo di un possibilissimo ed anche meritatissimo 2-0 'da qualificazione' per la Juventus. La stessa gente fra l'altro non solo aveva perdonato Pacione, ma anche lo aveva incoraggialo: cosa giusta, umanissima e saggia, verso uno portato di colpo dalle disgrazie altrui (Serena e Briaschi) e da eventi anche casuali — l'azione del primo gol mancato era stata iniziata, prò Juventus, dai difensori barcellonesi — a dover fare l'angelo vendicatore e giustiziere, lui di passato breve e di lombi non magnanimi. La folla, ieri sera, si era come avvinghiata alla sua squadra, che in Coppa dei Campioni vedeva, 'toccava' per la prima volta, dopo le partite a porte chiuse contro lussemburghesi e veronesi. La Juventus era stata autenticamente 'Creata*, prima del match, da invocazioni ed evocazioni che quasi l'avevano materializzata II sul campo. Toltasi finalmente dalla retina le «cose, di Pacione, la gente vedeva il gol di Platini, un gol parapsicologicamente segnato dagli spettatori, dai tifosi, con il francese finalmente obbligato ad essere se stesso, dopo tanti minuti diafani, in una partita tutto sommato povera, con il Barcellona ispirato dal botolino Caldere, uno tra il fratesco e il commendatoriale, con tonsura e pancetta. E poi che triste secondo tempo, la grande voglia di gridare al gol su tanti tiri 'Segnati', tanti rimpalli. Le sottili perfidie, peraltro secondo un copione universale, dei bar¬ cellonesi per perdere tempo, le belle cose sul piano tecnico di Laudrup, Mauro, Platini «en/in«, e un po' anche del Barcellona, impegnato a meritarsi la fortuna della prima mezz'ora. Più football ma anche più commedia, più recitazione. Al 58' si sentivano i primi fischi che erano d'insofferenza. La gente avvertiva la sua impotenza a liberare la partita dal vischio del Barcellona, i cui giocatori perdevano tempo in maniera sottile, artistica, scientifica. Qualcuno di loro riusciva a perdere tempo anche correndo verso la porta avversaria, palla al piede: non chiedeteci come, ma la corsa era contratta, rappresa, come può correre uno dietro ad un ladro feroce con la paura di raggiungerlo. Juventus e BoTellona hanno fatto, ieri, anphqjfòjtf tra gli allenatore jrapattoni aveva lasciatola prossima.Juventus la vigilia del match di andata, Venables ha lasciato il prossimo Barcellona ieri pomeriggio, rendendo pubblica, con un'intervista televisiva, la notizia che i suoi dirigenti sapevano dal 28 febbraio. Venables ha fatto sapere che esercita la clausola dei «gravi motivi di famiglia» per liberarsi a fine stagione, nonostante che il suo contratto scada il 30 giugno 1988. Il primo marzo era la data ultima per Venables. L'altra clausola di rescissione era quella legata alla nomina a et. della nazionale inglese. Si parla di problemi di salute di una delle due figlie londinesi di Venables, che è sposato e separato. Sembra impossibile che il tipo passi alla Juventus, anche se nel mondo del calcio la parola impossibile è eterea, vaga. Pare che i dirigenti del club catalano abbiano già chiesto lumi a Robson, il Bearzot inglese, che nell'estate del 1984 segnalò al Barcellona Venables, brillantissimo alla guida del Queen's Park Rangers: Venables arrivò, sostituì Menotti, portò Archibald, vinse subito lo scudetto, investi denaro a Ibiza, si trovò una bella mulatta. Pareva felice a Barcellona, insomma. Robson avrebbe consigliato Kendall dell'Everton, uno inodore^ ".he di Juventus, o Atkinson del Manchester United. Gian Paolo Ormezzano

Luoghi citati: Barcellona, Ibiza, Torino