Per far ridere si può tradire di Osvaldo Guerrieri

Per far ridere si può tradire Per far ridere si può tradire TORINO — Comedians ovvero anatomia della risata. Che altro potrebbe essere, a prima vista, l'opera dell'Inglese Trevor Oriffiths allestita dal Teatro dell'Elfo con la regia di Gabriele Salvatores, in scena al Nuovo per 11 cartellone della Rocca, se non un manuale per il comico d'assalto, un baedeker che porti spedito al cuore della risata? E infatti un gruppo di ragazzi studia con un ex attore la difficile arte di far ridere. Sono lattai, muratori ferrovieri, ma hanno in testa 11 teatro, la gag fulminante che spiani la strada del successo. Non vogliono diventare semplicemente attori comici, ma comedians. specie rara, votata alla comicità senza rete, al monologo stralunato, alla situazione demenziale. Aspettano il momento della verità. Il funzionario di un'emittente privata cerca volti nuovi e stasera verrà a vederli. Eccoli perciò ripassare 1 loro numeri, modificarli, in qualche caso sfregiarli. Hanno un maestro severo. Per lui la comicità deve somigliare alla vita; invece, per l'esaminatore che verrà, è soltanto una risata, se poi le risate sono due. tanto meglio. L'attrito fra queste due filosofie del ridere è non sole un motivo di conflitto per 1 sei aspiranti al successo, ma condensa un aspro nocciole esistenziale. Per amor di successo si può tradire? Certo, ai può, e alcuni tradiscono, dimenticano gli Insegnamenti del maestro e si concedono alla superficialità dell'esaminatore. Chi vince, anche que- ' sta volta, non sempre è 11 migliore. Ma Griffiths, l'unico drammaturgo politico che abbia oggi l'Inghilterra, non si contenta di questa metafora ideologico-esistenziale, tende a strafare, delinea tanti microcosmi sociali con altrettante voglie di riscatto, patetismi, retorica. Per fortuna la riduzione di Gino Vitali e Michele Mozzati attenua le zeppe. Essi, lavorando sulla traduzione di Ettore Capriolo, costruiscono un traliccio drammaturgico più nostro, meno ideologizzato, sgargiante di coloriture vernacole. E dentro questa gabbia, gli attori dell'Elfo lavorano con un fervore e un divertimento dagli esiti irresistibili. Non si limitano ad «Interpretare», ma Investigano sulla natura del comedian, in qualche caso, dicono, si richiamano alle loro esperienze personali. Gettati nella corrida della risata, mettono Insieme una serie di figurine comiche straordinarie e, forti delle loro esperienze cabarettistiche, fanno rimbalzare battute irresistibili anche quando sono sceme, improvvisano, suonano, estraggono paradossali invenzioni. Paolo Rossi, Renato Sarti, Claudio Bisio. Antonio Catania, Silvio Orlando, Alberto Storti formano la classe degli aspiranti comici; Gianni Paladino è lo stralunato bidello Santino, Gigio Alberti il pakistano Patel capitato nella classe per caso e preso anche lui dal laccio della comicità. Roberto Vezzosi e Giorgio Giorgi sondi maestro e l'esaminatore r rnfsuTSiti; impeccabili. A tutti loro 1 lunghi applausi di un pubblico molto divertito. Osvaldo Guerrieri

Luoghi citati: Inghilterra, Torino