Chirac dirà oggi sì o no di Enrico Singer

Chirac dirà oggi sì o no Il leader gollista aveva chiesto «2448 ore» per sciogliere la riserva Chirac dirà oggi sì o no Continuano i patteggiamenti ufficiali e riservati (all'Eliseo) sulla composizione del governo - Mitterrand vuole ministri «disponibili al dialogo» - Battaglia per gli Esteri e la Difesa - Il premier incaricato avrebbe chiesto di poter fare largo uso di decreti: forse sarà questo uno dei nodi più difficili della «coabitazione» PARIGI — Jacques Chirac scioglierà soltanto oggi la sua «riserva». Dopo l'incarico esplorativo ricevuto martedì da Mitterrand per formare il primo governo della coabitazione, aveva promesso una risposta «in 24 o 48 ore-. Si è realizzata l'ipotesi più pessimistica: i patteggiamenti non sono finiti. Né quelli, ufficiali, tra i partiti della nuova maggioranza di centro-destra; né quelli, riservati, tra il leader neogollista e il presidente socialista. La crisi, per gli osservatori parigini, si muove su binari sempre più •italiani-. Ma, ormai, non mancherebbero che dei ritocchi allo scenario previsto già prima delle elezioni del 16 marzo. Ieri, almeno, Chirac se ne mostrava sicuro. Dai suoi collaboratori ha fatto anche dire che, pobabilmente, non rinuncerà alla sua carica di sindaco di Parigi quando si sarà installato all'Hotel Matignon. Tuttavia delle Incognite restano: sia sulla lista del ministri, sia sul manuale della coabitazione. Sulle regole che i due «re. della politica francese dovranno seguire fino all'88. scadenza del mandato presidenziale di Mitterrand. Per questo Chirac, dalla notte di martedì a ieri pomeriggio, ha consultato senza interruzioni i leader dell'Rpr e dell'Udf. Nel suo studio <Ul'Hotel de Ville (il municipio di Parigi) sono sfilati i condottieri della nuova maggioranza: incontri a due e collegiali per trattare la composizione del governo, trovare dei sostituti ai candidati bocciati da Mitterrand. Scelte delicate, rinunce, che hanno subito dimostrato come le tradizioni di 28 anni di Quinta Repubblica siano ormai intaccate. Sulla lista del ministri (secondo delle indiscrezioni pubblicate da Le Monde) il capo dell'Eliseo era stato esplicito con Chirac. Perso¬ nalità «disponibili al dialogoalmeno in. due posti chiave: Esteri e Difesa. Sono il domafne riserve del Presidente che ha sempre deciso da solo le scelte Internazionali e strategiche del Paese e che. tra l'altro, è l'unico a poter schiacciare il famoso «bottone rosso, dell'arma atomica francese. E ancora: nessun ministro scelto tra i critici più duri di Mitterrand. Un |veto a personaggi come Charles Pasqua (che Chirac voleva agli Interni) o come Alain Madelin (che, fatto unico, fu «censurato, dal Parlamento nell'84 per offese al capo dello Stato). Ma la trattativa si è accesa anche su un altro punto. Un tema di fondo: il sistema di governo della nuova maggioranza. Chirac vorrebbe fare un largo uso di decreti per avviare rapidamente il programma di riforme economiche e istituzionali preristo dalla piattaforma elettorale. Dalle privatizzazioni alla reintroduzione del voto maggioritario. Una procedura che coinvolgerebbe direttamente Mitterrand nella demolizione di quanto ha fatto in cinque anni la sinistra al potere. Nel caso del decreti, infatti, la firma del Presidente è condizione di validità (a differenza delle leggi votate dal Parlamento che l'Eliseo sottoscrive ma non può invalidare). E su questo aspetto della coabitazione, le concessioni da una parte e dall'altra devono essere state difficili. E forse non sono ancora definitive: saranno, anzi, il termometro dei futuri rapporti tra capo dello Stato e governo. Per ora, i due principali attori della coabitazione fanno di tutto per dimostrare la loro tranquillità. Mentre Chirac continuava le sue consultazioni da «premier Incaricato», Mitterrand all'Eliseo scherzava con i giornalisti. Uscito nel cortile d'onore alle 13 (in tempo per farsi riprendere in diretta dal telegiornale), il Presidente ha detto sorridendo: 'Meno male che sono arrivato io, altrimenti oggi non succedeva niente. E' scomodo aspettare: il vostro è un brutto mestiere-. Ed ha aggiunto: -Anche il mio». L'attesa continua. Enrico Singer

Luoghi citati: Parigi