Nuove clamorose rivelazioni in aula di Giuseppe Muzio accusatore-ritrattatore

«Se non pagate non mi pento più » Nuove clamorose rivelazioni in aula di Giuseppe Muzio, accusatore-ritrattatore «Se non pagate non mi pento più » Mezze verità e mezze menzogne: con questa tecnica ambigua «Peppino 'o banditi!», uno degli uomini che hanno fatto smantellare la rete della droga a Torino, solleva un grande polverone - Di certo è che per la prima volta un pentito parla dei soldi che avrebbe ricevuto per «incastrare» qualcuno - Messo a confronto con un altro, questi ha detto: «Sì, ho fatto 8 o 10 delitti, ma confermo tutto quanto detto in istruttoria» Nuove clamorose affermazioni nell'aula delle Vallette di Giuseppe Muzio detto Peppino 'o bandltu, il pentito del clan dei catanesi che adesso si dice pentito del proprio pentimento: -Noi accusiamo chi vogliamo.. Ma, al termine di un'udienza-fiume un altro pentito, Salvatore Costanza, messo a confronto con Muzio, l'ha smentito: -Ho fatto a Torino 8010 omicidi, ma ho sempre detto la verità^. Eccolo Giuseppe Muzio. Compare alle 11 davanti alla sesta sezione del tribunale che sta processando 13 spacciatori di droga accusati anche da Peppino 'o banditu. Con pazienza infinita, il presidente Aragona ed i giudici a latere Oiordano e Marini ascoltano le affermazioni di questo individuo piccolo, magro, nerovestito. gesticolante e sgrammaticato nel suo pronunciato accento siciliano, lo subissano di domande e obiezioni. Tutto ciò, per cercare di scoprire il perché del suo voltafaccia e se esso abbia qualche fondamento di 'verità. Muzio parla a ruota libera. Perché ritratta? Dal suo racconto emergono anche due realtà inquientanti e squallide: come i pentiti della grande criminalità ricattano la giustizia e di quale consistenza morale è «fatto, il penti mento suo e dei suoi compagni. Ma, Peppino 'o banditu fa anche altre rivelazioni: in qual modo la magistratura e i carabinieri «gestirebbero» le decine di malavitosi che confessando hanno quasi azzerato gli omicidi di mafia nella nostra città e mandato in galera centinaia tra trafficanti di droga, assassini, rapinatori. Sulla ritrattazione Muzio non è mal convincente, sem¬ pre fumoso, confuso, contraddittorio. Laconico sul motivo del voltafaccia: «Ho rimorsi di coscienza-, prima dice: «Ho accusato gente che manco conosco, non saprei però se le accuse sono vere o false, io ho ripetuto cosa mi suggerirono gli altri pentiti Carmelo Giuffrida, Vincenzo Tornatore, Antonino Saia.. Poi: *Sul sequestro Alessio mi sohlosvinpgmmt sono inventato tutto. Perché ho tirato in ballo il tale? Cosi, lo vedevo sempre al bar...è stato il primo nome che mi è. venuto in mente». Peppino 'o banditu é sicuro invece nel raccontare dei presunti patteggiamenti con giudici e carabinieri. 'Perché mi pentissi mi furono promessi soldi e libertà. Ho avuto 10 miHoni, con un assegno del comando generale dei carabinieri. Li ho depositati nella filiale della Banca nazionale del lavoro di via Cernala, davanti alla caserma in cui ero detenuto. Prelevai 3 milioni, il resto lo lasciai sul conto. Mi accompagnava un brigadiere. Altri 5 milioni mi furono consegnati in un'altra caserma'. Continua Muzio: «/ pentiti Carmelo Giuffrida e Salvatore Costanza sono reclusi in caserma, ma la sera possono andare a ballare. Giuffrida ogni due mesi ha il permesso di vivere a casa sua, torna dai carabinieri solo per dormire. In caserma, poi, ognuno di noi ha una sua camera dove può ricevere moglie, amici, fi danzate. Costanza e l'altro pentito Antonino Saia hanno dei negozi malgrado l'accusa di associazione di stampo mafioso. Costanza ha una panetteria, la sera lo accompagnano a prendere la pizza al suo forno. Dalla caserma l pentiti escono quando gli pare, mille volte io ad esemplo sono andato al bar In centro*. Dice ancora: 'Se non sono favori questi...dttemt poi come uno fa a non pentirsi. So che tutti l pentiti chiedono sempre soldi sennò ritrattano tutto. E i giudici cedono sempre. Salvatore Costanza, ad esempio, quando doveva testimoniare contro gli accusati di droga in questo processo, s'è presentato in accappatoio, diceva che non avrebbe detto nulla se non gli davano subito 2 milioni. Accorse il sostituto procuratore Maddalena, parlò con Costanza. Risultato: una Gazzella dei carabinieri è corsa a casa del pentito, gli ha portato un vestito. Salvatore l'ha indossato ed è andato ad accusare gli imputati. Mi ha poi spiegato che aveva ottenuto i 2 milioni-. Conclude Muzio: 'Ecco come i magistrati ci utilizzano. Costanza non voleva confessare, lo portarono in una stanza dove c'ero io con i dottori Maddalena e Saluzzo e il pentito Giuffrida. Convincemmo tutfinsieme Salvatore a parlare. Prima che fosse interrogato, lo portai nella mia camera, raccolsi i suol racconti. Sempre, noi pentiti parliamo tra noi e ci mettiamo d'accordo su cosa dire poi a verbale-. Per verificare queste dichiarazioni, il tribunale decide di sentire i pentiti citati da Muzio. Ascolta subito Costanza. Grande, grosso, ingenuo. Costanza esordisce: -A Torino ho fatto 8 o 10 omicidi, un affare del genere. E' vero: non volevo accusare, poi i carabinieri e Maddalena mi hanno parlato. Ho avuto t milioni, servono per la licenza del mio panificio. Insomma, prima me l'hanno lasciata comprare e poi me l'hanno bloccata... Se non avevo soddisfazione non parlavo. A Nuoro, ad esempio, sono stato interrogato sull'assassinio Turatello. Non ho aperto bocca, perché i giudici non avevano accettato le mie richieste-. Il killer conclude: -Ho sempre detto la verità, non mi sono Inventato nulla. A me possono dare anche dieci carceri (sic), l'importante che la mia famiglia sia protetta- Sul racconto di Costanza e Muzio, la Procura precisa: «La moglie di Costanza aveva chiesto un sussidio ad un'opera pia. L'aveva ottenuto. Prima di essere interrogato Costanza fu informato di quei»toi«.sM,rn /«fio ->i»q ,oio i> Claudio Giacchino dz Giuseppe Muzio, conosciuto come Peppino 'o banditu, durante rinterrogaturio-fiume

Luoghi citati: Aragona, Nuoro, Torino