Quando rapinarono l'attore Testi finì a champagne e strette di mano

Quando rapinarono l'attore Testi finì a champagne e strette di mano Roma, l'ex poliziotto Panetto rievoca in aula i particolari dei colpi Quando rapinarono l'attore Testi finì a champagne e strette di mano dalla redazione romana ROMA — Il processo contro «Arancia Meccanica», appena cominciato l'esame delle «rapine a luce rossa, è finito in baruffa, scatenando, come era prevedibile, liti e discussioni. Tutto perché, si è cercato di mettere in dubbio la violenza sessuale, lasciando intendere che la vittima non sia stata veramente costrette," a Subire. Agostino Panetta, tornato a fare il primo attore nella seconda giornata della sua deposizione, ha pensato bene cioè di buttare il sasso nello stagno, ottenendo immediatamente l'effetto sperato. «Se devo dire la verità — ha sostenuto, ieri, ad un certo punto, in Tribunale — la prima volta nessuno di noi pensava ad altro che non fosse il danaro o i gioielli... Ma, quella donna, chissà perché, ci provocò con sguardi, ammiccamenti, pizzicotti ed il resto venne da sé.': Nell'aula del Foro Italico è successo il finimondo. «Non si deve consentire a questo personaggio di gettare fango sulle sue vittime, di violentarle una seconda volta' — ha gridato un avvocato di parte civile, Tina Lagostena Bassi, già in passato protagonista di altri giudizi per violenze sessuali. E l'ex poliziotto, di rimando: «Non è colpa mia se la stampa ha sempre badato a mettere in risalto questo aspetto delle rapine: Il battibecco è andato avanti per una decina di minuti, finché il Presidente del Tribunale s'è visto costretto a sospendere il dibattimento per far calmare gli animi. Quando l'udienza è ripresa, il capo della, banda che, prima a Torino e poi a Roma, seminò il terrore mettendo a segno in poco più di due anni almeno settecento rapine, ha cambiato atteggiamento e, accusando gli avvocati alle sue spalle di cercare di fargli -terra bruciata attorno', ha minacciato di abdicare al suo ruolo di «pentito», di non rispondere più ad alcuna domanda. Poi ha. desistito da questo proposito', nià. anziché'' raccontare nei dettagli le gesta di cui lui ed i suoi uomini furono autori, si è limitato a confermare tutti gli interrogatori resi In istruttoria senza scendere nei particolari, come aveva fatto, invece, in precedenza, quando aveva ricordato l'incursione nella villa dell'attore Fabio Testi. Fu la prima rapina in abitazioni compiuta dalla banda, un'apertura in grande stile, ma portata a termine con la solita tecnica. La «Roll Royce» dell'attore fu notata lungo Corso Francia e seguita fin dentro l'autorimessa. Qui Panetta e il suo complice. Giuseppe Leoncavallo, bloccarono l'attore, la moglie ed un'amica. Una volta In casa, tutto avvenne «con molta cordialità': dopo un pò l'atmosfera, a deita^dl^Pan^tta, si sarebbe scongelata' a tal punto che Fabio Testi avrebtìé offerto ai due banditi una coppa di champagne, 'Chiacchierando amabilmente' con loro fino alle 5 del mattino. • Ci accompagnò all'ascensore — ha aggiunto l'ex poliziotto della «celere» di Torino — e ci strinse la mano. C'eravamo accordati di far valutare la merce che stavamo portando via, quattro o cinque pellicce ed un set fotografico, perché lui era intenzionato a riacquistarla'.

Persone citate: Agostino Panetta, Fabio Testi, Giuseppe Leoncavallo, Panetta, Panetto, Roll Royce, Tina Lagostena

Luoghi citati: Roma, Torino