Blitz all'alba a Roma 48 arresti per i brogli di Ruggero Conteduca
Blitz all'alba a Rama 48 arresti peri brogli In carcere scrutatori e presidenti di seggio Blitz all'alba a Rama 48 arresti peri brogli Terza fase dell'inchiesta sulle elezioni dell'83 dopo l'esposto del leader dei pensionati - Il giudice: «Perìcoli per la democrazia» ROMA — Altre 48 persone, fra scrutatori, presidenti e segretari di sezione, sono finite in galera per i brogli elettorali nelle elezioni politiche del 1983. L'operazione, come di consueto, è scattata all'alba di ieri, quando più di duecento carabinieri del reparto operativo si sono presentati, a gruppetti, nelle abitazioni degli Imputati esibendo mandati di cattura firmati dal giudice Istruttore Claudio D'Angelo. Alle 9,30 del mattino, distribuiti fra Regina Coell e Rebibbia, gli arrestati erano già a disposizione del magistrato il quale, però, darà inizio agli Interrogatori solo nei prossimi giorni. Si spera che almeno questa volta possano emergere Indicazioni utili per risalire ai candidati e ai partiti per conto dei quali gli imputati avrebbero agito. L'inchiesta, giunta ormai alla sua terza fase, nacque dalla denuncia presentata nel luglio del 1983 da Mario Jovine, leader del partito dei pensionati, che per pochi voti non riuscì a raggiungere il quorum necessario per la conquista del seggio. Alla sua, si unirono ben presto quelle della democristiana Silvia Costa (che successivamente prese il posto a Montecitorio del compagno di partito Benito Cazora) e della liberale Paola Pampana, oggi assessore all'Ambiente al Comune di Roma. L'istruttoria, affidata al sostituto procuratore della Repubblica Giacomo Pacioni e al giudice Claudio D'Angelo, prese avvio con il sequestro immediato — in prefettura, al Comune di Roma e presso la Camera dei deputati — dei verbali elettorali. Le indagini riguardavano, in quella fase, i presunti brogli commessi in quindici delle 480 sezioni del collegio elettorale Roma-Vlterbo-Proslnone-Latina e si conclusero con 31 arresti e 39 rinvìi a giudizio. Il processo di primo grado ha già avuto inizio: è stato rinviato di qualche mese per alcuni difetti di citazione. Nel frattempo, attivata da Nilde Jotti. anche la giunta per le elezioni di Montecitorio, presieduta dal democristiano Renato Dell'Andro, si mise in moto e prese a riesaminare con più attenzione le schede elettorali delle ultime politiche. Fu riscontrata più di una irregolarità: in seguito a quei controlli il de Cazo- ra lasciò il suo seggio alla collega Silvia Costa. Ma 1 brogli non avrebbero favorito soltanto la de o alcuni suol candidati. Dalle indagini del giudici si scopri che anche rappresentanti di altri gruppi (liberali, repubblicani, socialisti, missini e comunisti) si erano macchiati delle stesse colpe. Una seconda fase dell'inchiesta, avviata successivamente dai due magistrati sulla base delle conclusioni della giunta per le elezioni, si concluse nella scorsa estate con altri ventisette rinvi! a giudizio. Era il luglio del 1985: il sostituto procuratore Paoloni aveva chiesto l'incriminazione di ben 111 persone. Ma le indagini non si fermarono. Si continuò a analizzare verbali e schede sequestrati in altre sezioni: nel dicembre scorso il giudice D'Angelo emette altri 254 mandati di comparizione. Dei destinatari, ben 206 sono stati prosciolti in istruttoria a vario titolo, per gli altri 48 l'ordine di arresto, eseguito ieri. Una decisione severa, considerata l'entità della colpa e 11 tempo trascorso (quasi tre anni) ma che 11 giudice, nella sua ordinanza di rinvio a giudizio, commenta con altrettanta severità. •Continuare a consentire — scrive il magistrato — che l'espressione di voto sia affidata "anche" nelle mani di chi non "sa" o non "vuole" rispettarla perché non "sa" o non "vuole" capire di quali alti valori è portatrice in una vera democrazia, è cosa pericolosa per la sopravvivenza della democrazia stessa: il giudice deplora che la presidenza dei seggi elettorali venga lasciata da anni nelle mani di giovani inesperti o irresponsabili e conclude annotando: -In attesa che siano eventualmente adottati, come da più parti si auspica, sistemi e strumenti diversi di votazione, appare necessaria \fmmmonU^Mt9f*H recisione dell'attuale normativa, in modo da prevenire le facili manipolazioni e, in ogni caso, colpire i dolosi e colposi artefici di esse'. Ruggero Conteduca VENEZIA — Sciopero di 24 ore, da ieri a Venezia, del mezzi pubblici dell'Actv. Nel centro storico il prefetto ha precettato, su richiesta del Comune. 150 lavoratori per garantire 1 collegamenti essenziali tra la città e le isole.
Luoghi citati: Comune Di Roma, Latina, Roma, Venezia
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