«Non abbiamo aggiunto alcol metilico al vino »

«Non abbiamo aggiunto alcol metilico al vino » Impressione nell'Astigiano per la tragedia provocata dal barbera venduto a Milano «Non abbiamo aggiunto alcol metilico al vino » Carlo Odore: «Forse quei poveretti hanno mischiato altri prodotti» Valiarino Gancia: «Questa disgrazia scredita la nostra produzione» DAL NOSTRO INVIATO ASTI — Carlo Odore è il titolare dell'azienda vinicola di Incisa Scapaccino in cui sono stati venduti i bottiglioni di barbera che hanno causato la morte di tre persone e ridotto altre tre in fin di vita. Quarantotto anni, media statura, è tranquillo sulla purezza del suo prodotto: 'Siamo sul mercato da 96 anni, un'astenda che esiste da tre generagioni, sempre della stessa famiglia. E' impossibile che nel mio barbera et fosse tanto alcol metilico: Quando 1 carabinieri ■ del Nas, sabato mattina, gli hanno bloccato le 62 cisterne di vino ancora da Imbottigliare, Carlo Odore ha fatto fare per conto suo delle analisi da cui è risultato che l'alcol metilico presente nel vino è di gran lunga al di sotto dei limiti consentiti dalla legge che sono di 0,30 per cento per ogni litro di vino rosso da 10 gradi. L'alcol metilico è un componente naturale del vino e si forma con la fermentazione della buccia dell'acino. -Aggiungerlo per aumentare la gradazione sarebbe follia: chiarisce il dottor Luigi Da- gna, direttore del laboratorio di sanità dell'Usi di Asti, che da anni si occupa in particolare del settore enologico. In percentuale da 1 a 5 per cento è mortale, e chi lo ingerisce attraversa manifestazioni come la cecità, la follia. Dalle analisi fatte fare da Carlo Odore, già domenica, in un laboratolo di Asti, risulta che il metilico presente nel barbera ancora da imbottigliare è rispettivamente di 0.12-0,15-0,18 fino a un massimo di 0,22. «Una percentuale normalissima per un barbera di 10 gradi e messo, che è dello stesso tipo inviato a Milano e in tutta la Lombardia'. La ditta fornisce supermercati del Milanese e della Liguria in ragione di 10 mila bottiglioni da 1,75 litri la settimana. Non solo barbera del Piemonte (da tavola), ma anche barbera «doc» di Asti, del Monferrato e un po' di bianco: -Ma in quantità trascurabile', aggiunge Tonino Aresca, che si occupa della contabilità aziendale. La ditta Odore non produce il vino, ma lo acquista per il 70 per cento dalle Cantine sociali della zona e per il 30 dal viticoltori e da qualcun altro, •ma tutti residenti in un raggio di venti chilometri da Incisa. Un vino che la stessa sona garantisce; commenta Carlo Odore. Quando vi arriva il vino fate i dovuti controlli sulla sua genuinità? •Certo — continua il commerciante — abbiamo il laboratorio in sede. Verifichiamo la gradazione, il totale dell'alcol, la volatilità e la percentuale di anidride solforosa: E aggiunge che in 96 anni di attività all'azienda non è arrivata neppure una multa. Come può essere finito l'alcol metilico nei suoi bottiglioni in quantità cosi massiccia da provocare la morte di tre persone? Carlo Odore allarga le braccia: «£' impossibile che ce ne fosse e tutto questo è assurdo. Ripeto che il metilico è un prodotto che non si aggiunge, si trova nelle bucce e non causa la morte. Quei poveretti devono essere deceduti per cause diverse'. E avanza un'ipotesi: -Che abbiano mischiato il mio vino con dell'altro che avevano in casa, magari comperate in giro, da qualche contadino'. Carlo Odore non accetta l'i¬ dea che qualche criminale possa avere aggiunto 11 metilico nel bottiglioni, come non accetta che sia stato il suo vino la causa della tragedia. Aspettiamo le analisi ufficiali e le indagini del carabinieri. Ci vuole niente a distruggere un'azienda', commenta con amarezza. I produttori di vino dell'Astigiano sono preoccupati per questa tragica notizia -che rischia di screditare l'immagine del vino astigiano: lamenta Vittorio Valiarino Gancia, presidente della Camera di Commercio di Asti. E commenta: 'Perché aggiungere alcol metilico che tra l'altro ha un odore sgradevole ed è accertabile con analisi semplicissime? Ci opporremo con forsa a chi vuole gettare fango su di noi». Ma la bomba ha già provocato paura, si sono già riuniti i direttivi di alcune associazioni di produttori per parare le inevitabili conseguenze di una pubblicità tanto negativa. Infine l'Unione agricoltori di Asti ha emesso un comunicato in cui dice che quanto è successo lo si deve a un atto di «pirateria». Aldo Popaiz e i o e i e i i è o Milano. Una delle bottiglie del vino sequestrato dal Nucleo antisofisticazioni fotografata all'Ufficio d'Igiene (Tel. Associated Press)