Verso Seul il vento filippino di Renata Pisu

Verso Seul 81 vento Iilipp L'atteggiamento tenuto dalla Casa Bianca con Marcos incoraggia l'opposizione nella Corea del Sud Verso Seul 81 vento Iilipp «Adesso tocca a noi», dice Kim Dae Jung; a Manila «gli americani hanno fatto un buon lavoro», dichiara Kim Yung Sam - Ma il generale-presidente Chun Doo Hwan li fa mettere agli arresti domiciliari e minaccia di far intervenire la polizia nelle università, dove si raccolgono le firme per l'elezione diretta del capo dello Stato - Qualche crepa nel regime: il dittatore ha invitato a un pranzo, alla Casa Blu, i suoi maggiori avversari - L'appuntamento dei Giochi Olimpici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — .Adesso tocca a noi», ha detto Kim Dae Jung, uno dei massimi leader dell'opposizione della Corea del Sud, dopo la vittoria di Oorazon Aquino a Manila, ai avvenimenti delle Filippine, dove una dittatura vecchia di venti anni è stata rovesciata per volontà di popolo, hanno dato nuovo vigore e nuove speranze a quanti in Corea del Sud si battono per l'instaurazione di un regime democratico. «Gli americani questa volta hanno fatto proprio un buon lavoro; ha dichiarato Kim Yung Sam, altro leader di punta dell'opposizione al regime di Chun Doo Hwan, il generale che nel 1980 ha preso 11 potere con un colpo di Stato militare e che governa il Paese non con la corruzione, come Marcos, ma con il pugno di ferro. Mentre a Manila si svolgevano le elezioni e sembrava che Marcos riuscisse a farcela, a Seul si è registrato un primo .effetto Filippine» che ha avuto come conseguenza una recrudescenza della repressione, violenti scontri tra polizia e dimostranti, arresti domiciliari per 1 «due Kim» e altri esponenti dell'opposizione, colpevoli di aver lanciato, proprio nei giorni in cui si svolgevano le elezioni filippine, una campagna per la raccolta di dieci milioni di firme a favore di una petizione per un emendamento costituzionale riguardante il sistema di elezione del presidente della Repubblica. Secondo la vi' gente Costituzione, promul gata dallo stesso Chun nel 1980, quando era già più che saldamente al potere, il presidente è eletto indirettamente dal Parlamento: l'opposizione chiede invece elezioni popolari dirette per la scelta del capo supremo di questa Repubblica che è e che rimarra di tipo presidenziale. Inspettatamente però Chun, guarda caso proprio il giorno dopo la fuga di Marcos da Manila, ha teso un ramoscello di. olivo ai suoi avversari, invitandoli a pranzo nella sua residenza ufficiale, la Casa Blu. Ha detto loro molto amichevolmente di es- sere contrario al confronto diretto, disponibile alla riconciliazione e a emendare la Costituzione, pero non prima del 1989. Niente di sostanzialmente nuovo perché questa è sempre stata la sua posizione e, siccome il suo mandato presidenziale scade nel 1988, la cosa potrebbe anche non riguardarlo in quanto prima dell'89 si dovrebbero tenere le elezioni presidenziali sempre con 11 sistema indiretto: il nuovo presidente, che potrebbe essere lui ma anche un altro, di sicuro uh suo «uomo», fresco di un nuovo mandato di sette anni, potrebbe benissimo emendare la Costituzione garantendo elezioni dirette per il prossimo settennato. Ma cosi si arriva alle soglie del Duemila mentre Invece l'opposizione sostiene che la Corea ha bisogno della democrazia, per la quale è più che matura, subito. Tuttavia, l'invito a pranzo di Chun al rappresentanti dell'opposizione ha dato adito a varie interpretazioni: la mossa gli è stata suggerita dagli americani? O Chun ha agito di sua iniziativa vista la brutta fine di Marcos? Ispirata o no dall'esterno, la politica di conciliazione del presidente sudcoreano è ad ogni modo interpretabile come una seconda conseguenza dell'.effetto Filippine». Fino a che punto però ha senso paragonare la situazione filippina a quella coreana? Nonostante le enormi diffe renze, soprattutto economi che e culturali, vi sono punti comuni: entrambi 1 Paesi hanno un'importanza strategica fondamentale per gli Stati Uniti; entrambi ospitano basi militari americane, e Marcos era, come è ancora Chun, un dittatore sostenuto da Washington e contestato in patria da movimenti di opposizione non sospettabili di filocomunismo. Il governo sudcoreano, tramite la stampa che in Corea è assai meno libera che nelle Filippine all'epoca di Marcos, ci tiene a sottolineare le differenze tra la Corea e le Filippine, facendo riferimento tanto per cominciare al reddito prò capite — 2000 dollari contro 600 — e all'esistenza di una classe media con precisi connotati. Ma con quali simpatie politiche?, è lecito domandarsi. Ad ogni modo l'atteggiamento di condanna assunto dagli Stati Uniti nei confronti di Marcos ha sorpreso soprattutto la classe imprenditoriale che aveva identificato finora le proprie fortune con quelle di un regime autoritario e repressivo quanto si vuole, ma che godeva del pieno sostegno di Washington. Commenta un giornalista dissidente sudcoreano in esilio: -A Seul finora U regime poteva imperversare a suo piacere perché fidava nell'appoggio americano. Ma sembra che sia finita l'epoca in cui gli americani avrebbero sostenuto persino un Gengis Khan se si fosse dichiarato campione dell'anticomunismo.. Il presidente Chun continua tuttavia a battere sul tasto della minaccia comunista, forse a maggior ragione di Marcos, che era minacciato soltanto da formazioni di guerriglia mentre Chun ha la Corea del Nord alle spalle, con il suo potente esercito: e alle spalle della Corea del Nord c'è l'Unione Sovietica. Resta da vedere se un regime autoritario o dittatoriale come quello di Chun abbia più probabilità, di un governo democratico di garantire la stabilità di un Paese dove la contraddizione più pericolosa per l'attuale regime è quella tra sviluppo economico e repressione politica. Nei prossimi giorni gli stu denti delle università corea ne torneranno ai loro cam pus dopo le vacanze invernali: in Corea del Sud le manifestazioni studentesche seguono un ciclo stagionale, sono più violente in autunno, dopo le vacanze estive, e alla fine di aprile, dopo quelle invernali. E' dal marzo del 1984 che la polizia non entra nelle università per .soffocare di mostrazionl, che sono tollerate purché non ci svolgano al di fuori del recinti universitari: gli studenti dimostrano entro le loro cittadelle, la polizia dall'esterno lancia lacrimogeni. Ma il capo della polizia, Kang Min-chang, pochi giorni fa ha dichiarato che molto probabilmente sarà necessario intervenire, invadendo i campus, se gli studenti si ostineranno a inscenare proteste e a darsi da fare per raccogliere firme per l'emendamento costituzionale. Inoltre per il 21 marzo il governo ha convocato una sessione straordinaria del Parlamento per discutere principalmente dell'emendamento costituzionale. C'è pero chi teme che in questa occasione si tenterà di far passare una legge, già proposta in agosto, che preveda l'arresto -legll studenti più politicamente attivi e il loro internamento in .campi di rieducazione». Probabilmente Chun eviterà di ricorrere a misure estreme contro l'opposizione: deve andare in visita ufficiale a Londra, in aprile ospiterà a Seul la signora Thatcher. Fervono i preparativi per le Olimpiadi del 1988 di Seul, gli occhi del mondo, puntati per tre settimane sulle Filippine, stanno per mettere a fuoco la Corea del Sud. I leader dell'opposizione sono decisi a proseguire la loro campagna per la racco! ta di firme che. dopo la repressione di tre settimane fa, ha beneficiato dell'.effetto Filippine» e ora si svolge più o meno pacificamente, davanti al supermarket, nei parchi pubblici, fuori dai recinti delle università, il sabato e la domenica. Grande folla gran parlare di politica, tra nugoli di poliziotti in borghese. Intanto vengono diffuse di bocca in bocca notizie di soprusi, di arresti, di tortu re. La tensione cresce, già la gente si dice che ci sono due Repubbliche della Corea del Sud: quella ufficiale, che si sta rifacendo la faccia per far bella figura all'estero, e quella .personale» di Chun Doo Hwan. Renata Pisu