Il pendolo della Verifica di Guido Ceronetti

Il pendolo della Verifica GLI OLTRAGGI SUBITI DA UN'ONESTA PAROLA Il pendolo della Verifica Un'altra onesta parola oltraggiata, diventata inusabile è verifica. Sarebbe molto strano che non ce ne fosse sempre una in preparazione. Il nostro tempo è misurato dalle Verifiche, come quello della Grecia lo fu dalle Olimpiadi e quello di Roma dagli anni dei consoli. «Ci siamo sposati nel mese della terza verifica del primo governo Craxi!». «Alla settima verifica del Pentapartito è nata Manolita: ha compiuto adèsso quattro verifiche». «Mi pare che era la tredicesima verifica quando il professor Selliamone mi operò di prostata...». «No, alla prossima verifica sarò in Giappone, dove hanno inventato un calcolatore per mosche». Quando non ha luogo la Verifica il tempo non è vuoto, perché lo riempie la Preparazione della Verifica, con emissione giornaliera di Documenti e Dichiarazioni. Ascoltiamo le diverse misure di tromboni e trombetti: «Occorre prepararsi per la verifica». «Se la verifica fallisse siamo pronti anche ad andare alle urne». Qui c'è un filo di speranza: che le urne siano quelle funerarie. Fallisce la Verifica, nonostante la perfetta preparazione, e i verifìcandi pigliano la via dei mesti angeli ploran¬ ti, sulle macchine blu ministeriali. Ma di andare a quelle urne là, affettuose e calme, non sono per niente pronti: loro parlano delle urne elettorali, considerate la Suprema Verifica, la Verifica delle Verifiche. Anticipare le elezioni ri- s n spetto al tempo previsto dalla legge è buona cosa, perché si tratta di arrivare prima a questa suprema Verifica, che taglia in due l'epoca e dà inizio ad un nuovo radioso ciclo storico. Se la Verifica periodica della Maggioranza, che non manca mai di essere, in questo linguaggio mistico, anche un Confronto con l'Opposizione (come se ce ne fosse una: per dire che c'è, bisogna essere piurtosto refrattari a verificare) ha poteri terapeutici e guaritori incontestabili, la Verifica Elettorale è addirittura il Taumaturgo dei Taumaturghi, il braccio di Mardùk, la fiamma della Pentecoste e il Primo Mobile. Quaranra milioni di nonpensanti chiamati ad eleggere un migliaio di non-pensanti incarogniti nel non voler essere mai sfiorati da un vero pensiero, contenti di non contare nienrc purché gli sia consentito di passare per il portone principale di due palazzi di Roma: ecco la grande operazione magica verso cui vanno in processione le verifiche minori, in una ripetizione di parole e di situazioni così costante da giustificare il paragone con le rigidità rituali. L'Elettore, questo arteriosclerotico di vita lunghissima, chiamato alla suprema Verifi¬ ca, altro non fa, poi, che confermare autorevolmente tutte le verifiche precedenti, manifestando con la propria sovrani» di incapace la necessità che i gruppi degli eletti continuino interminabilmente a verificarsi tra loro. ' Certo, per una nazione con un considerevole passato di disgrazie (verificabili), sarebbe stato più decoroso non finire così, in mano a dei verificatori che se fossero un po' meno avviluppati nella nebbia di una cronica fraudolenza, concluderebbero le loro verifiche nella constatazione del proprio permanente scacco. L'inabilità di accedere ad un linguaggio, non essere proprietari di una lingua ma soltanto di vuotaggini sonore, fiori di pestilenza, condanna amaramente l'esercizio del potere ad un ballo di attaccapanni. Questo potrebbero dirsi, i verifìcandi c i loro fratelli oppositori: parliamo con tutto il mondo, abbiamo cento telefohi, siamo tuffati nelle parole, eppure il nostro linguaggio non è un linguaggio e del mondo non sappiamo e non vediamo niente. Ma se la gente si accorgesse che quelli là, pur parlando tanto, non parlano} E se addirittura li volesse così, parlatori parlanti che non gli parlano? Guido Ceronetti

Persone citate: Craxi

Luoghi citati: Giappone, Grecia, Roma