Anche nel basket Barcellona super

Anche nel basket Barcellona super COPPA COPPE Stasera a Caserta finale con la Scavolini Anche nel basket Barcellona super Gli spagnoli con il grande Epifanio - Nella squadra pesarese è incerto Silvester DAL NOSTRO INVIATO CASERTA — Sono già centinaia e non si sa bene quanti ne arriveranno per l'ora della partita. Caserta vive l'inizio di questa settimana da capitale europea del canestro in una invasione di bandiere blu-granata: i tifosi di Barcellona, in attesa di spostarsi a Torino, marciano — al comando del presidente Nunez — sul Palamagglò, l'impianto per settemila sorto qualche anno fa fra le colline, due passi fuori città. Qui stasera (20,30) è in palio la 20* Coppa delle Coppe, fra 1 detentori spagnoli e gli sfidanti pesaresi della Scavolini. La Coppa Coppe non è poi gran cosa, salvo che per gli iberici, che la chiamano «Recopa» e le danno un'importanza proporzionale al prestigio che ormai solo da loro ha, anche nel basket, la Coppa nazionale, la Coppa del Re. Ad aver vinto più Coppe delle Coppe è però l'Italia, undici, una delle quali già con la Scavolini, che quattro anni fa, proprio in Spagna, a Palma, battè i francesi del Villeurbanne. Stavolta l'avversarlo è di un'altra caratura: 11 potente Barcellona, cioè un terzo di Nazionale spagnola, più due americani rubati all'Italia a suon di dollaronl. Il Barcellona che da sempre, come nel calcio, contende ferocemente al Re al Madrid la supremazia nazionale. Il Barcellona che due anni fa mancò d'un soffio il titolo europeo del Campioni, bloccato dal Banco e da Larry Wright nella finale di Ginevra. Il Barcellona che questa Coppa Coppe la conquistò l'anno scorso a dispet- to di «Zar» Sabonis. L'incubo per Giancarlo Sacco — il coach-plttore trentenne che un anno fa raccolse la squadra di Pesaro in zona retrocessione per portarla alla' finale scudetto '85 e ora a questa di Coppa — si chiama Epl. O almeno lo chiamano tutti cosi in Catalogna, abbreviando un cognome buffo e scomodo come San Epifanio. Epi è una guardia di 196 centimetri, da anni uno dei cannonieri più impressionanti del basket europeo. La Scavolini avrebbe potuto cercare di contenerlo col suo solo grande difensore, Mike Silvester, detto «Sly», oriundo di Cincinnati, 35 anni, in Italia da nove, medaglia d'argento con gli azzurri a Mosca '60: ma Silvester domenica s'è distorto una caviglia giocando in campionato a Reggio Calabria. E benché Sly sia una specie di Rambo, ancora non si sa se ce la farà a giocare, figurarsi a marcare una belva come Epi. Anche gli altri clienti li conosciamo bene. Sotto canestro i muscoli neri di Mark Smith, «rubato» alla Mulat Napoli, e quelli bianchi di Oreg Wiltjcr, canadese, ex Silveratone Brescia, un peso massimo non sempre convincente, tant'è vero che 11 «Barca» lo ha tagliato in campionato, ma ha dovuto tenerselo per regolamento In Coppa. E di riserva un veterano della Nazionale, De la Cruz, e un giovane in progresso, Ortiz. In ala un altro nero, 11 dominlcano naturalizzato Sibilio, spesso deludente negli appuntamenti psicologicamente più stressanti. Dietro, con Epi, l'estro del regista Solozabal e la grinta del peperino Se ara. La Scavolini che si opporrà alle furie azul-grana dipende dalla caviglia di Silvester, ma anche dal bioritmi di Zam Fredrick. Pesaro non ha una difesa super e ha solo un mi' nimo di organizzazione tattica. Però se Fredrick -viaggia, è un tornado color cacao, capace di accecare da solo la truppa nemica. E allora si aprono spazi per le bordate di Zampo lini e per le incursioni di Magnifico e dell'altro americano, Tillis, che pure non è un Jabbar. Chissà. Gianni MenichelH