Il biglietto verde a Tokyo ai minimi dal dopoguerra

Il biglietto verde a Tokyo ai minimi dal dopoguerra Il dollaro rotola su tutti i mercati Il biglietto verde a Tokyo ai minimi dal dopoguerra DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A Tokyo (1 dollaro ha toccato ieri il minimo storico rispetto allo yen nel dopoguerra. Forti movimenti speculativi si sono delineati dopo che la Banca del Giappone ha rifiutato di intervenire sui mercati In difesa della moneta Usa. Il ministro delle Finanze giapponese ha Involontariamente alimentato la tempesta limitandosi a dire che «seguirà con attenzione» l'andamento del cambi. Già in declino venerdì, il dollaro è cosi sceso a 17540 yen, un livello leggermente inferiore a quello dell'ottobre nero del '78. La moneta Usa ha subito flessioni anche in Europa, ma di minore entità: è calata a 1527 lire. 11 In meno dell'altro ieri, e a 2.24 marchi, con una perdita di un punto. Dietro queste flessioni, si celano la prospettiva di un ulteriore ribasso del tassi d'interesse e il timore che la ripresa dell'economia americana non sia tanto vigorosa quanto sperato. Le scosse ai cambi hanno spinto l'oro al rialzo: il prezioso metallo è tornato a oscillare intomo ai 350 dollari l'oncia di fino. Alla Tesoreria, il deprezzamento del dollaro rispetto allo yen anziché allarme ha causato soddisfazione. Circa un terzo del deficit commerciale dello scorso anno, di 150 miliardi di dollari complessivi, è dovuto infatti al Giappone. Coll'apprezzamento dello yen, le esportazioni giapponesi dovrebbero diminuire e la bilancia dei commerci Usa dovrebbe migliorare. In media, rispetto al settembre scorso, quando le 5 grandi dell'economia decisero di intervenire, il dollaro si è deprezzato del 27 per cento. Un fenomeno che ha colto l'attenzióne degli economisti è stato 11 «boom» dei Fondi di investimento stranieri, In seguito alla svalutazione del dollaro. I Fondi di Investimento si sono letteralmente lanciati sulle Borse estere più promettenti: secondo un'inchiesto del New York Times, la Borsa di Tokyo è naturalmente In testa, ma al secondo posto nell'indice di gradimento verrebbe quella di Milano. L'Italia non rappresenterebbe più un rischio, ma un affare. Una grande agenzia finanziarla, la Price. ha anzi disinvestito in Inghilterra per investire nel nostro Paese, puntando sul risanamento dell'economia e sull'ascesa del mercato azionario. Anche la Francia ha tratto giovamento da questa corsa degli Inve stltorl americani verso l'Europa. Il motivo è che, col dollaro in discesa, rivendendo le azioni si guadagna non solo sul loro aumento ma anche sul carh"bio.: "*h ' '"'■' -'e. A Il premier Nakasonc

Persone citate: Price