In Veneto migliaia di firme «Il nostro non è un reato» di Giuliano Marchesini
In Veneto migliaia di firme «Il nostro non è un reato» In Veneto migliaia di firme «Il nostro non è un reato» DAL NOSTRO INVIATO TRIESTE — «Noi avevamo intenzione di chiedere che si prendesse in esame la possibilità di promuovere un movimento di opinione rivolto a sollecitare i politici perché questa obiezione, che esiste, sia legalizzata, non qualcosa di arbitrario». Monsignor Lorenzo Bellomi, vescovo di Trieste, ha appena ricevuto la notizia della sentenza della Corte di Cassazione, secondo la quale l'obiezione fiscale equivale a reato. Il presule triestino presentò, 11 30 dicembre scorso a Venezia, quel documento intitolato •Beati i costruttori di pace» in cui si proponeva ai cattolici di messere portatori dell'annuncio profetico», anche attraverso la disponibilità all'obiezione fiscale alle spese militari. Un testo che aveva già raccolto l'adesione di oltre 2400 religiosi, in attesa di essere sottoposto al vaglio della Conferenza episcopale del Triveneto. Nell'apprendere dell'interpretazione della Suprema Corte, in base alla quale un simile invito potrebbe diventare istigazione, monsignor Bellomi si mostra alquanto sorpreso: lontana da lui, e da tutti gli aderenti all'iniziativa, l'idea di incorrere in un reato nel condurre una campagna evangelica per la pace nel mondo e 11 dirottamento di fondi destinati agli armamenti verso le popolazioni del Terzo Mondo che vivono il dramma della fame. Il vescovo triestino è comunque prudente di fronte a questo aspetto giuridico della questione. 'Bisogna prima rendersi ben conto di che cosa si tratti. Mi pare prematuro esprimere un parere preciso sulla decisione della Corte di Cassazione, lo so soltanto che finora quelli che erano stati giudicati, per via di obiezione fiscale, erano stati assolti. Adesso, bisogna vedere». Il documento «Beati 1 costruttori di pace» non è ancora stato presentato alla Conferenza episcopale triveneta, dato che continua la raccolta di firme. Ma prima o poi, In un modo o nell'altro. 1 presuli del Triveneto dovranno pronunciarsi. Intanto, è colto di sorpresa da quanto ha stabilito la Cassazione anche padre Alessandro Zanotelli, direttore del mensile «Nigrizla» dei missionari combonianl e uno dei promotori della provocatoria Iniziativa, «fo non sono un giurista —dice —per cui non posso entrare nel merito. E quando si è redatto quel documento, questa storia non c'era. Per noi, le motivazioni erano di estrema importanza: la situazione era talmente grave che ci ha indotto a lanciare proposte di quella della disponibilità all'obiezione fiscale alle spese militari». Sorpreso ma non turbato dalla sentenza, padre Zanotelli aggiunge: «/I fatto che milioni di persone patiscano la fame, questo è criminale». Tornando all'obiezione fiscale, dice: -Se in Italia questo costituisce reato, uno che si dichiari obiettore alle spese militari adesso sa ancor più chiaramente a che cosa va incontro. Il nostro non è un imperativo: è un modo di fare pressione sull'opinione pubblica contro una logica di morte». Giuliano Marchesini
Persone citate: Alessandro Zanotelli, Bellomi, Lorenzo Bellomi, Zanotelli
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