Quando nel Csm vota il Presidente di Ernesto Galli Della Loggia

Quando nel Csm vota il Presidente Lettera di Galli della Loggia Quando nel Csm vota il Presidente (<(Non condivido la tesi del Quirinale») Caro Direttore, ho letto con la dovuta attenzione la risposta, pubblicala sulla Slampa di domenica, che il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Antonio Maccanico, ha voluto cortesemente fornire ai dubbi da me espressi il giorno precedente circa l'opportunità della partecipazione del Capo dello Stato allo scrutinio per eleggere il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Non posso dire, tuttavia, di essere rimasto del tutto convinto dai suoi argomenti. Premesso che naturalmente nessuno contesta il diritto del Presidente della Repubblica di esprimere il suo voto, nel quadro della presidenza per cosi dire «attiva» del Csm che la Costituzione gli attribuisce, non credo, — per venire al merito — che «i precedenti» illustrati dal dottor Maccabeo depongano anche a favore dell'opportunità del voto medesimo, nel caso dello scrutinio di martedì scorso. Perché? Perché ha ragione il Segretario generale alla Presidenza quando afferma che ola consuetudine di gran lunga prevalente è quella del volo presidenziale positivo» e che Gronchi, Leone e Pertini «hanno volato per un candidato quando il risultato appariva incerto», ma è pur vero che tutte le nove votazioni precedenti ebbero una sostanza politica ben diversa dall'ultima. Se non sbaglio, infatti, in sette di quelle votazioni si raggiunse l'unanimità o quasi al primo scrutinio (talvolta con un pugno di schede bianche, ma senza mai alcuna contrapposizione), in un'altra il Presidente Pertini non esercitò il suo diritto di voto, e nella nona, infine, il Presidente Leone votò si a favore di uno dei due candidati in lizza determinandone l'elezione (il suo voto servi a far raggiungere il quorum al professor Bachelet), ma essendo l'altro candidato — il professor Conso — notoriamente della stessa parte politica del suo antagonista, la contrapposizione verteva puramente sulle persone. Se le cose stanno cosi, come io credo, allora quella della scorsa settimana è stata certamente la prima volta in cui il voto di un Presidente della Repubblica è valso in maniera determinante a far eleggere un candidato alla vicepresidenza del Csm («democristiano»), al quale se ne contrapponeva un altro di opposta apparenza politica («comunista»). Resto convinto che non avrebbe dovuto sfuggire alla sensibilità di Francesco Cossiga — a cui la nostra Carta costituzionale attribuisce l'altissimo onere ed onore di «rappresentare l'unità nazionale» — l'opportunità, in questo caso, di astenersi. Ernesto Galli della Loggia

Persone citate: Antonio Maccanico, Bachelet, Conso, Francesco Cossiga, Galli, Gronchi, Pertini