Re François dimezzato di Barbara Spinelli

Re Francois dimezzato Re Francois dimezzato (Dietro le intenzioni degli elettori si affaccia lo spettro dell'instabilità) DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Ieri mattina la Francia si è svegliata un po' smarrita, orfana di un pezzetto della propria storia, e in piena metamorfosi. Non è più la Repubblica monarchica che De Gaulle aveva forgiato nel 1958, perché l'Eliseo per la prima volta non dispone più di una Camera obbediente al Principe, e da lui malleabile: sia pure di strettissima misura, e scombussolata dal successo spettacolare del partito xenofobo di Le Pen, la destra classica è riuscita a raggranellare domenica sera la maggioranza assoluta dei seggi, e a privare il re socialista di buona parte della sua armatura. Ma nemmeno è il .regime parlamentare acefalo che i nemici più strenui di Mitterrand avevano pronosticato: i socialisti tor¬ nano all'opposizione, ma sono congedati con ottimi voti, il loro comportamento è premiato, e il partito del Presidente perde solo temporaneamente il passaporto per governare. Di qui il brontoloso imbarazzo dei vincenti, privi di un leader sì carismatico. E la bizzarra euforia dei vinti, soldati di un capo che resta all'Eliseo, Assieme ai radicali di sinistra, il ps conquista 215 seggi — pari al 31,49 per cento — e se si esclude il trionfo dell'81, un record simile non si era mai visto in ottant'anrii. Ragion per cui si può dire che è Mitterrand il vincitore clandestino dello scrutinio. Il Day After delle legislative gli appartiene, i francesi gli hanno dato margini di manovra più ampi del previsto, e in una Camera confusa, domi¬ nata da una maggioranza minuscola e influenzata dai socialisti in rimonta, è lui che eserciterà il ruolo di arbitro. La Francia che esce dalle urne cambia dunque volto, diventa un Giano bifronte: la prima faccia tradisce il rientro in forza del parlamentarismo, la seconda conferma la permanenza del monarca, deciso a non lasciarsi imprigionare dai partiti. L'èra della coabitazione può quindi cominciare, e si tratta adesso di vedere se sarà un duello civile, oppure se degenererà fra breve in gioco al massacro. Da questo punto di vista, il verdetto degli elettori è stato esplicito. Le destre, certo, tornano a essere maggioritarie grazie all'irruzione di Le Pen (dieci punti le dividono dalle sinistre). Ma il passaporto per governare è conces¬ so con estrema parsimonia. Premiando al tempo stesso la destra classica e il socialismo mitterrandiano, i francesi mandano a dire che la loro preferenza va a una alternanza morbida, tra forze moderate, e non allo scontro di un blocco contro l'altro. Non hanno aderito con entusiasmo ai partiti di Giscard e Chirac, e dunque hanno regalato loro una maggioranza minima, difficilissima da gestire. Non hanno voluto punire i socialisti, e anche se li hanno rimandati a ottobre hanno espresso un giudizio globalmente positivo sul loro operato. Hanno intuito, insomma, che fra le due forze politiche non c'è più una differenza notevole, ed è con Barbara Spinelli (Continua a pagina 5 In prima colonna)

Persone citate: Chirac, De Gaulle, Le Pen, Mitterrand

Luoghi citati: Francia, Parigi