Francia, premier di destra

Francia, premier di destiti Oggi Mitterrand potrebbe scegliere l'uomo della «coabitazione» Francia, premier di destiti Il candidato più favorito è Chirac, leader neogollista e sindaco di Parigi - Fabius ha «messo a disposizione» le sue dimissioni - Il Presidente: la nuova maggioranza esiste, ma è numericamente debole PARIGI — Olà, oggi Mitterrand potrebbe scegliere 11 suo nuovo primo ministro tra 1 leader della maggioranza di centro-destra uscita dalle elezioni di domenica. Il presidente socialista lo ha annunciato personalmente, e a sorpresa. In un breve discorso trasmesso alle 20 di ieri dalle tre reti televisive. L'era della coabitazione, cosi, è cominciata ufficialmente. Ma, almeno per ora, senza drammatizzazioni. La soluzione dell'Inedita realta politica francese, ha detto il capo dell'Eliseo, •riposa nel rispetto delle istituzioni e nella volontà comune di mettere al di sopra di tutto l'interesse nazionale*. Mitterrand, dunque, non ha.perso tempo. Anzi, ha voluto dimostrare tutta la sua sicurezza presentandosi ai francesi come il vero padrone della delicata partita che si giocherà nei prossimi mesi. E ha subito lanciato anche 1 primi avvertimenti: .La nuova maggioranza esiste, ma è numericamente debole»; 11 governo uscente, quello guidato dal suo delfino Laurent Fabius, «lascia il Paese in buona salute e può essere fiero del suo lavoro. Mi auguro che il nuovo riesca nell'azione che è in grado di intraprendere, secondo le sue convinzioni.. Un augurio accompagnato dalla riaffermazione dei poteri che la Costituzione della Quinta Repubblica assegna al Presidente: -Quanto a me — ha detto Mitterrand — continuerò a difendere, allln- terno conte all'estero, le nostre libertà, la nostra indipendenza, l'impegno per l'Europa e il nostro ruolo nel mondo.. E sul nodo della «coabitazione» tra Eliseo socialista e governo di destra è stato altrettanto chiaro: «Ho valutato l'importanza del cambiamento che comporta nella nostra democrazia l'arrivo a funzioni di responsabilità di una maggioranza politica che ha scelte diverse da quelle del Presidente su alcuni punti essenziali. C'è una sola risposta a questo problema: il rispetto scrupoloso delle istituzioni e la volontà di mettere al di sopra di tutto l'interesse nazionale.. Del resto, a 24 ore dalle elezioni, i margini di manovra del Presidente appaiono ampi. I risultati del voto, da ieri definitivi, li confermano. La coalizione tra neogollisti dell'Rpr e liberali dell' Udf ha ottenuto 277 seggi, dodici in meno della maggioranza assoluta in Parlamento, che è superata soltanto grazie al 14 deputati eletti nelle liste degli «indipendenti». E, comunque, di stretta misura. Il partito socialista (215 seggi Insieme con i radicali di sinistra) resta il primo partito. I comunisti sono marginalizzati sotto il 10 per cento dei voti (e 35 seggi). I trentadue deputati conquistati dal Fronte Nazionale di Le Pen hanno mutilato il successo della -destra per bene.. E' un panorama che offre a Mitterrand la prospettiva di una coabitazione morbida, la possibilità di scegliere un primo ministro nel ranghi della nuova maggioranza restando, oggettivamente, il più forte fino allo scadere del suo mandato, neil'88. Un margine di tempo che potrebbe consentirgli anche delle mosse oggi difficilmente prevedibili. Più concrete sono, Invece, le alternative che si presentano a Mitterrand per la «prima mano» della partita: la designazione del nuovo premier. Ieri, dopo che Fa¬ bius aveva annunciato di «essere pronto a dimettersi, non appena il Presidente glielo avesse chiesto, gli stati maggiori della coalizione di centro-destra sono rimasti riuniti per tutta la mattinata. Non hanno dato indicazioni precise, anche perché è all'Eliseo che spetta cgni decisione. Ma è chiaro che il candidato numero uno, per la droite, è Jacques Chirac, leader neogollista, ex primo ministro di Valéry Giscard d'Estaing e sindaco di Parigi. Alla vigilia delle elezioni era considerato l'uomo della coabitatone «dura». Ma la maggioranza di centro-destra limitata uscita dalle urne potrebbe spingere Mitterrand a scegliere proprio lui: sarebbero rispettate le regole costituzionali e Chirac, In fondo, si troverebbe in una scomoda posizione di debolezza. Anche perché, all'interno della coalizione RprUd/-indlpendenti, ci sono 1 fedelissimi di Ramyond Barre, 11 -cavaliere solitario, che punta a scalzare Mitterrand. Le prime incognite della •coabitazione» saranno sciolte oggi. Ma In Francia si riaccendono anche altre preoccupazioni. Quelle dell'offensiva terroristica. Ieri pomeriggio una bomba è esplosa sul treno superveloce Tgv tra Parigi e Lione: dieci persone ferite (tre gravi). Un attentato forse non collegato alle elezioni: comunque, un brusco richiamo all'attualità, già avvelenata dall'odissea degli ostaggi di Beirut. Enrico Singer Bomba sul Tgv Parigi-Lione* dieci feriti Parìgi. Un poliziotto osserva i danni alla carrozza del Tgv Parigi-Lione, sventrata da una bomba nei pressi di Brunoy, alla periferia della capitale. Ferite dieci persone. L'esplosione è avvenuta nella zona bagagli d'un vagone passeggeri. In serata nessuno aveva ancora rivendicato la paternità dell'attentato