La prima Sanremo firmata Sean Kelly di Gian Paolo Ormezzano

La prima Sanremo firmata Sean Kelly CLASSICISSIMA L'irlandese raggiunge LeMond e Beccia sul Poggio e conquista la grande corsa che mancava al suo albo d'oro La prima Sanremo firmata Sean Kelly L'italiano, terzo, polemizza («Mi hanno bloccato le moto») e Torriani gli dà dell'asino - L'azione decisiva sull'ultimo strappo, dopo diversi tentativi di fuga - Saronni domina la volata del gruppo a 23" dai primi tre dal nostro inviato SANREMO — Sean Kelly, irlandese, repubblicano, cattolico di Carrik-on-Sulr, a sud di Dublino, ha vinto facile la sua prima Milano-Sanremo. A proposito di lui e della corsa avevamo scritto la viglila che non era tanto la Sanremo a mancare al medagliere di Kelly, quanto Kelly a mancare all'albo d'oro della Sanremo. La lacuna da ieri è colmata. Kelly è, dopo Van Looy, a parte Merckx ed ex aequo con De Vlaemlnck, il più grande specialista di corse in linea del dopoguerra. Trent'annl il prossimo 24 maggio, professionista dal 1977, ha vinto dal 1983 corse importantissime: due Otri di Lombardia, una Parigi-Roubaix, una Llegi-Bastogne-Liegi, una Blois-Cheville, nonché due trofei Superprestige, cinque Parigi-Nizza (e consecutive, l'ultima gli è servita per prepararsi a vincere ieri la Sanremo), due classifiche a punti del Tour, un'Infinita di tappe in tutte le corse appunto a tappe, escluso 11 Giro da lui mai disputato. Kelly vive in Belgio a VIIvorde. dove ogni tanto lo raggiunge la moglie — la coppia è senza figli — che però preferisce l'Irlanda. Corre da quest'anno per la Kas, denaro spagnolo. Se si applicasse ai Giri facili di Torriani farebbe ancora in tempo a vincerne un paio. Kelly, LeMond e Beccia: prima volta a Sanremo di un Irlandese, sennò sarebbe stata la prima volta a Sanremo di uno statunitense, nell'anno in cui 11 ciclismo, con 1 campionati mondiali in Colorado, deve parlare inglese. Non c'è stata la prima volta di Mario Beccia, italiano, pugliese di Troia trapiantato in Veneto, al Montello (dove si è trapiantato 1 capelli, lui che era calvissimo), trent'anni e un pezzo, nel 1979 Ingoiato dal gruppone nella MilanoSanremo — primo De Vlaemlnck — a 50 metri scarsi dal traguardo, dopo due fughe, una lunghissima e una bre vlsslma, da primo a decimo in pochi secondi. Beccia è stato bravissimo, si è preso dell'asino da Torriani perché ha protestato contro le motociclette che gli sbarravano la strada andan- do pianissimo e permettendo a LeMond e poi a Kelly di arrivare su di lui, uscito a 5 chilometri dalla fine, sul Poggio. A parte riferiamo li teatrino, comunque slamo con Beccia che chiede rispetto. Tanto più che LeMond ha dato ragione all'italiano e LeMond passa per un duro, anzi un pirata: se lo dice lui, è perché bordello c'era, e grande. Beccia secondo noi non avrebbe comunque battuto Kelly, che andava davvero come una moto e semmai avrebbe semplicemente impiegato duecento metri di più per portarsi sul nostro. Però Beccia ha il pieno diritto di lamentarsi; e ha pure il diritto di lamentarsi per il fatto che il suo lamento è stato «insultato» dall'organizzatore della corsa. La 77* Milano-Sanremo, lunga 294 chilometri, coperti in neanche sette ore, alla media automobilistica da weekend del 42 e passa, si è decisa come previsto in pochi minuti, in pochi metri sul Poggio, dopo tanto penare di tanti per tanti chilometri. Disfatto a Tortona, km 78, da cadute varie e dall'iniziativa di Andersen danese. Nilsson svedese, Kemp olandese. Cavallo e Delle Case italiani, arrivati a 9' 10" di vantaggio, primi sul Turchino (Andersen in testa) con 6'46", il gruppo si era praticamente ricomposto dopo l'attacco del Poggio, cioè a 7 km da Sanremo, con il Berta che al km 256 aveva praticamente permesso ai favoriti di mettersi nella scia dei fuggitivi. Dal Berta al Poggio si erano succeduti altri in testa alla corsa, e finalmente Petito italiano, Bauer canadese, Marc Madiot francese, Rooks e Wijnands olandesi avevano messo insieme una fuga, però sempre a portata di vista degli inseguitori, con vano tentativo di aggancio isolato di Visentini nella discesa del Cipressa. Poi appunto la ricomposizione, mancava soltanto Hinault tradito da un salto di catena che forse gli è servito da alibi per lasciare anzitempo la sua ultima Sanremo, corsa per lui maledetta. Infine appunto via Beccia e LeMond e Kelly in salita e poi giù in discesa, con l'irlandese sempre a tirare. In volata Kelly senza problemi sull'americano, dopo un tentativo prò forma di Beccia. Tutta qui la corsa, "giustissima e bellissima, semplicissima ma non elementare, concentrata ma non raggrinzita. Ha vinto il migliore di giornata e di carriera. Non c'è umiliazione per i battuti: meno che mai per Moser, meno che mai per Saronni, sempre bene vivi in testa, sorpresi da uno scatto forte del più forte: e Saronni ha vinto bene la volata dei secondi, per il quarto posto. Ma la Milano-Sanremo numero 77 era stata annunciata come esercizio di alta acrobazia sul Poggio, con il nuovo arrivo a un chilometro dalla fine della discesa, e cosi è stato. Caso mai si dica che è stata esagerata l'acrobazia imprevista prima del Poggio: troppi 1 corridori (partiti in 232), troppi i rischi, troppe le motociclette. Petito ha detto di avere visto suol colleghi penetrare, sul Poggio, ad alta velocità, in un giardino, perché la strada era bloccata da veicoli a due ruote però con motore. Gian Paolo Ormezzano Sanremo. Sean Kelly a mani alzate: nessun problema per lui nello sprint con I>eMond e Beccia