Congresso pci: battaglia degli emendamenti

Congresso pei: battaglia degli emendamenti Congresso pei: battaglia degli emendamenti La maggioranza dei delegati ha approvato le proposte di Castellina sui rapporti con gli Stati Uniti e quelle di Ingrao sul sindacato - Chiaromonte commenta: «Anche questa è democrazia» Il congresso provinciale del pei si sveglia al momento della ratifica degli emendamenti. A colpi di voto palese la base spazza la polemica tra Napoleone Colajanni e Gerardo Chiaromonte, che delle assise è stato l'attento tutore, raffredda buona parte della relazione di Fassino, non per sfiducia nei confronti del segretario provinciale ma per far intendere al gruppo dirigente che, qui, i comunisti hanno Idee ben precise sul partito. Approvato, tanto per cominciare, l'emendamento Castellina sui rapporti con gli Stati Uniti che arrivava al congresso con un 47 per cento di consensi: la percentuale, al teatro Nuovo, è salita al 57 per cento. A nulla è valso l'invito di Chiaromonte a riflettere su quel punto, a non considerare scontato il teorema Reagan uguale Usa, a differenziare il giudizio tra ciò che è il reaganismo e ciò che invece rappresentano le forze democratiche e di progresso americane. A nulla approda, prima del voto, l'intervento di Fassino che propone la riscrittura della Tesi 15 (.E' più importante che il congresso concorra a riscrivere la tesi piuttosto che pronunciarsi per un si o per un no.), per ammorbidire la tensione che aleggia in sala. Scatta, come risposta, il braccio alzato dei delegati che votano l'emendamento Castellina: 238 a favore, 159 contrari, 51 astenuti. Chiaromonte, visibilmente scosso, commenta secco: .Anche questa è democrazia.. Libertini spiega: .A me l'emendamento non piace ma devo anche aggiungere che non mi garba la tesi così com'è formulata. Il messaggio è chiaro, la base del partito non approva enunciazioni incerte.. Insomma, ci vuol poco a capire che la base approfitta dell'emendamento Castellina per sottolineare la non condivisione delle strategie contenute nelle Tesi. Respinta invece la linea Cossutta. il congresso approva l'emendamento di Ingrao, quello del .rifiuto di ogni pratica oligarchica, nel sindacato. Un chiaro avvertimento: il popolo comunista condivide sempre meno la sudditanza ai vari apparati, alle diverse oligarchie interne. Non è casuale, in proposito, che sia stato applaudito, giovedì sera, l'attacco al gruppo dirigente sferrato da Colajanni. seppure -da destra». Può darsi, come prevede Lucio Libertini, che molte cose si decantino ricompo¬ nendosi al congresso nazionale di Firenze, ma resta ir fatto che a Torino molti campanelli hanno suonato su tonalità diverse rispetto alla musica delle tesi. I segnali del congresso (i lavori si concludono oggi) sono precisi: affiora una profonda ansia di cambiare pelle, ma nello stesso tempo si coglie la difficoltà di individuare le strategie del rinnovamento. I contenuti della struttura del partito e la sua collocazione nella politica nazionale ed internazionale, cosi come sono stati posti, il pei torinese, comunque, li condivide solo in parte. PP . b.

Luoghi citati: Chiaromonte, Firenze, Stati Uniti, Torino, Usa