Le banche sono restie a ridurre i tassi di Valeria Sacchi

Le banche sono restie a ridurre i tassi Un calo dell'inflazione al 5% nelle previsioni delle autorità monetarie Le banche sono restie a ridurre i tassi MILANO — Nessun calo del tassi bancari è previsto a breve scadenza: è questa una delle indicazioni emerse dai due incontri avvenuti a Roma e a Milano tra 1 rappresentanti delle venti maggiori banche italiane e la Banca d'Italia. Non che di tassi non si sia parlato. Al contrario, la questione è stata esaminata in previsione di un calo dell'inflazione che dovrebbe scendere di altri tre punti, a circa il 5 per cento a fine anno. E se l'inflazione scende, è chiaro che 1 tassi reali non potranno essere mantenuti all'attuale livello, ma dovranno seguire la tendenza, aggiustandosi sulla stessa lunghezza d'onda. Al momento però i banchieri giudicano non imminente una riduzione, anche perché essa dovrebbe essere preceduta da chiare indicazioni da parte della Banca d'Italia. I banchieri naturalmente non vogliono essere citati. Sono disposti a spiegare mantenendo l'anonimato. E spiegano appunto che negli ultimi mesi i -segnali, da parte dell'Istituto di emissione non sono sempre stati «chiari», e comunque non sono andati nel senso di spingere ad abbassamenti del costo del danaro. Basti pensare ai provvedimenti sul plafond creditizio presi d'urgenza alla metà di gennaio, con lo scopo di frenare l'indebitamento in lire e agevolare quello in divisa, provvedimenti dettati da una emorragia di riserve che in quel momento aveva sfiorato soglie pericolose. Ora le riserve si sono in parte aggiustate, ma la liquidità resta bassa, tanto è vero che due giorni or sono il tasso medio ponderato del pronto contro termini è stato si ridotto al 17,50% ma resta pur sempre un punto e mezzo superiore al «prime rate». In queste condizioni nessuna riduzione del prime rate sembra dunque prevedibile entro breve. Anzi alcuni degli istituti che nel mesi scorsi avevano con un gesto di buo¬ na volontà portato il prime rate dal 16% al 15,50% hanno successivamente aggiustato il tiro restringendo drasticamente l'area degli impieghi a cui applicare questo tasso privilegiato. Alle due riunioni con Bankitalia, insomma, i responsabili degli istituti presenti hanno chiesto di coordinare meglio nei prossimi mesi la politica dei tassi, in modo che la loro discesa, necessaria in rapporto al calo dell'inflazione, venga regolata in modo univoco. I segnali da parte dell'Istituto Centrale dovrebbero, secondo i banchieri, essere due: riduzione del tasso di sconto e riduzione del rendimento dei titoli di Stato. A sconsigliare tra l'altro una decisione unilaterale sul costo del danaro, è anche l'andamento della raccolta che negli ultimi mesi è stata Insoddisfacente, anche per la concorrenza del fondi di investimento. E' probabile comunque che nei prossimi giorni la que¬ stione dei tassi sia al centro di controversie, e veda riaccendersi il solito braccio di ferro tra banche e potere politico. Anche ieri 11 ministro dell'Industria Altissimo, parlando a Biella, ha detto di condividere l'appello alla riduzione dei tassi nominali aggiungendo che è assurdo il fatto che -l'unico tasso a non diminuire o a farlo con ritardo sia proprio quello del danaro*. Nel corso degli incontri non si è parlato solo di costo del danaro, ma anche di altre questioni come quella del plafond creditizio e del mercato azionario, quest'ultima in rapporto al problema dei •buoni cassa». Su questa materia sembra che lo scambio di opinioni non abbia portato a decisioni concrete: il moltiplicarsi delle operazioni di Borsa ha finito per rendete impossibile il «movimento materiale» dei titoli in tempo reale. E per 11 momento nessun rimedio è stato trovato. Valeria Sacchi

Luoghi citati: Biella, Milano, Roma