Se Sordillo tentenna arriva il commissario

Se Sordillo tentenna arriva il commissaria CRISI L'uscita di Carraro dal mondiale '90 Se Sordillo tentenna arriva il commissaria DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Se la Roma tifosa ormai è calata nel clima della sfida con la Juventus, la Roma politico-sportiva segue tra allarme e malizioso interesse la crisi di vertice del calcio. Una crisi che ribolle da tempo, un vulcano che ha minacciato sconquassi sinora mai avvenuti. Adesso, le dimissioni di Carraro, presidente del Coni, dalla presidenza del Col (comitato organizzatore locale del Mundial 90 assegnato al nostro Paese) hanno l'aspetto di una vera eruzione. L'esplosione di Carraro non ha ancora fatto vittime. Chi rischia di più è comunque il presidente della Federcalcio, Federico Sordillo. Successore di Artemio Franchi, arrivato alla poltrona con il viatico dell'amicizia con lo stesso Carraro, ostacolato non poco da problemi di salute per fortuna superati. Sordillo ha creduto di potersi salvare con l'esperienza dialettica del penalista in un mondo calcistico che chiede fatti. E li chiede più che mai ora. presentandosi al governo per ottenere comprensione. Ovvero aiuti concreti (prestiti, sgravi fiscali, revisione dell'interpretazione della legge 91). Sordillo ha cercato di defi¬ larsi («Se Carraro si dimette, me ne vado anch'io dal Col*) ma il presidente del Coni, con le dimissioni, lo ha in realtà lasciato alle prese con le sue responsabilità, che non riguardano solo il Mundial '90. Carraro non può, come massimo esponente dello sport italiano, continuare a farsi paladino del calcio al cospetto dei ministri competenti, se il mondo del pallone non gli offre una base seria, pulita. I casi di Farina e Viola (l'allegra finanza del Milan, il .nobile» tentativo di corruzione dell'arbitro Vautrot), lo sciopero minacciato da Figc e Lega senza che Carraro ne fosse informato, l'Incapacità di Sordillo nel guidare la federazione tenendola al passo con i tempi e nel migliorare i rapporti con le Leghe stesse, hanno convinto 11 presidente del Coni a disgiungere le sue responsabilità da quelle della Figc. La polemica sui premi azzurri di Spagna '82, le incertezze sul domani di Bearzot, ed in ultimo la scoperta tardiva dei contratti della Fifa con grandi sponsor su ogni Mundial (una storia iniziata nel '78 in Argentina, che non poteva finire per il mondiale di casa nostra ed era chiaramente indicata al momento dell'assegnazione, bastava leggere) sono altri gravi cedimenti della gestione Sordillo. Carraro ha detto basta. Potrebbe dire basta anche Luca di Montezemolo: non si vede infatti come un professionista, un manager che allo sport ha già dato idee e lavoro possa restare, senza rapidi chiarimenti delle responsabilità e dei compiti alla direzione generale del Col. Risulta che Havelange. il brasiliano presidente della Fifa, sia preoccupato, diciamo pure seccato, del caos italiano. Il campionato del mondo è una occasione storica per il Paese organizzatore, che va oltre il fatto sportivo. Un grosso business che va guidato correttamente da un manager, cosi come un manager sarebbe indispensabile nella Figc. Pressapochismi non possono essere tollerati. Tocca ancora a Carraro, ora che è alla finestra, un pesante compito. Un commissario alla Federcalcio? Forse il presidente del Coni non avrà trono coraggio, Sordillo alla fin fine è un amico. Ma qualcosa deve fare, deve evitare che tanti: magagne intacchino ulteriormente il nostro calcio e l'immagine del Mondiale '90. Bruno Perucca

Luoghi citati: Argentina, Roma, Spagna