Voleva far uccidere il marito ma assoldò sicari da operetta

Voleva far uccidere il marito ma assoldo sicari da operetta Una grottesca vicenda davanti ai giudici della Corte d'assise Voleva far uccidere il marito ma assoldo sicari da operetta I due, «consigliati» alla donna da un'amica, sbagliarono piano e chiesero informazioni a un inquilino - Poi, spaventati, riuscirono soltanto a ferire la vittima - Condanne da 8 a 14 anni Stanca del marito, organizza un complotto per ucciderlo. Un abusato intreccio da libro giallo si è trasformato in operetta davanti alla 2* corte d'assise chiamata a giudicare Antonietta Converso, 39 anni, accusata d'aver organizzato il tentato omicidio del marito, Carlo Soggia, 45 anni. Per realizzare il progetto, la donna, consigliata dall'amica Maria Luisa Dell'Atra, 37 anni, assoldò due balordi come killer: Pippo e Barbaro Di Stefano, di 23 e 21 anni. Ma proprio i due sicari si sono rivelati l'anello debole, e ridicolo, se la posta in gioco non fosse stata la vita di un uomo, di tutto il progetto La mattina del 24 dicembre '83, giorno concordato con la Converso per uccidete il marito, sbagliano piano con l'ascensore e non trovano di meglio che rivolgersi a un inquilino del palazzo per farsi indicare la strada. Introdotti nell'appartamento dalla Converso, e giunti davanti al Soggia che dorme, 1 due si spaventano. Barbaro Di Stefano, in pugno una pistola 7,65, svuota il caricatore (sette colpi, tutti, su consiglio della donna, intinti nell'aglio 'perché così sono sicuramente letali.) sul bersaglio: cinque vanno a segno, ma il Soggia, miracolosamente si salva. Per quasi un anno moglie, amica e killers, la fanno fran¬ ca. Anzi, è il Soggia. che ha precedenti con la giustizia, a finire nel guai: la polizìa non gli crede quando afferma di non avere idea di chi lo vuole morto, e lo arresta per favoreggiamento. A far scoprire la verità è Salvatore Sapienza, zio degli sprovveduti «killer» che, fini¬ to in galera anche per le accuse rivoltegli dai nipoti, svela l'omicidio tentato, un anno prima, da Pippo e Barbaro. Arrestati, i fratelli confessano immediatamente, cosi come la Converso che, sempre piena di rancore nel confronti del marito, è riuscita a trascinarlo con sé sul banco degli imputati raccontando di averlo visto una volta con un sacchetto pieno di eroina (Soggia, difeso dall'avv. Misi, è stato comunque assolto perché il fatto non sussiste). Piena collaborazione è arrivata anche da Maria Luisa Dell'Atra, stupita però di fini re in galera solo per .aver cercato di far del bene agli altri.. Arduo è stato il compito dei difensori, Forchino, Guaraldo Nicco, Bersano e Turchio, per contenere le pene chieste dal pubblico ministero Bonfiglio. La Corte ha condannato la Converso a 14 anni, la Dell'Alra a 10 anni e mezzo, e i due «killer. Pippo e Barbaro Di Stefano, rispettivamente a 8 anni e 7 mesi e a 11 anni e mezzo di carcere. Carlo Soggia, la vittima designata, la moglie Antonietta