Filosofia e tragedia

Filosofia e tragedia Filosofia e tragedia Affollata conferenza del filosofo Cacciari al Teatro Alfieri per i Venerdì letterari Teatro Alfieri gremito ieri pomeriggio per Massimo Cacciari. Un pubblico che ha serbato a tratti un silenzio da esperimento d'ipnosi per un tema difficile e affascinante: filosofia e tragedia. Per l'Associazione culturale un Venerdì letterario riuscito. Professore all'Università degli studi di Venezia. 42 anni, pensatore solitario ed esploratore di «con/ini. culturali, uno dei filosofi italiani più amati e discussi, Cacciari è arrivato a Torino dopo un avventuroso viaggio da Napoli, scandito da scioperi aeroportuali e coincidenze perdute. Sul palco con venti minuti di ritardo, capelli scuri e folta barba nera, come un padre del deserto o un santone sciita, ha subito sciolto l'apprensione della platea dipanando con implacabile fermezza la trama del suo articolato discorso. C'è una concezione diffusa per cui la tragedia si svolge nel contrasto tra la libertà dell'eroe tragico e il Fato. Sullo sfondo di questo rapporto c'è l'orizzonte più vasto dominato dal Caso o dalla Necessità, che all'eroe si contrappone inappellabilmente. Quello sfondo più generale 6 il terreno della filosofia, che cosi alla tragedia si opporrebbe senza mediazioni. La filosofia non potrebbe dunque presentare alcun elemento tragico. Contro questa disgiunzione, Cacciari ha proposto un concetto di filosofia che salvi e inglobi la tragicità. Per raggiungere questo fine, dovrà essere una filosofia che eviti l'idealistica -risoluzione di ogni obiettività nel soggetto-, superi la semplice descrizione degli elementi in conflitto, e non si arrenda all'irrazionalismo. La strada di una filosofia tragica è stata, in parte, già tracciata da Shelling (Cacciari ha citato la lettura che ne fa il filosofo torinese Luigi Pareyson) ed è un pensiero che, attraverso l'istanza critica e antidogmatica, arriva al nucleo della realtà, alla sua acme, alla cosa, unificando la realtà senza togliere i contrasti. Le contraddizioni del mondo sono inseparabili nella loro suprema unità. . ci. e.

Persone citate: Cacciari, Luigi Pareyson, Massimo Cacciari

Luoghi citati: Napoli, Torino, Venezia