Lo stadio alle Vallette per adesso piace a pochi di Renato Rizzo

Lo stadio alle Vallette per adesso piace a pochi Scoppia la polemica sulla scelta fatta dalla giunta comunale Lo stadio alle Vallette per adesso piace a pochi Contrari i dirigenti del quartiere e gli sportivi - Juventus e Torino: «Nuovo, ma in centro» Il nuovo stadio è ancora in grembo al Consiglio comunale, ma già attorno al suo fantasma che s'aggira alle Vallette infuria la polemica: per ragioni opposte sembra che in quell'area, a parte la Giunta, che ha optato per tale collocazione, non lo voglia ufficialmente nessuno. Non il consiglio di circoscrizione, non la Juventus, non il Torino, non la tifoseria organizzata. Si rimpiange l'area di piazza d'Armi, la sua vicinanza con il centro, la disponibilità di tangenziali e autostrade, il rischio minimo di nebbia. E, contemporaneamente, il quartiere Vallette, attraverso il suo presidente, contesta l'idea che il nuovo impianto possa in qualche modo fungere da catalizzatore per un rilancio sociale ed economico della zona: .Aleramo già avanzato un'interrogazione ufficiale con una serie di riserve su questo tema, ma. evidentemente, non le è stato dato peso. La decisione del Comune rischia di sconvolgere un tessuto già gravato dalla presema del mercato del bestiame, delle nuove carceri, del campo zingari*. Secondo il presidente Filiberto Rossi si sono, in pratica, ignorate le valutazioni espresse dai 145 mila abitanti delle Vallette anche se molti di questi hanno espresso soddisfazione per l'eventuale insediamento del nuovo stadio che 'porterà lavoro e ci farà uscire dal ghetto in cui i torinesi ci hanno relegato. Ma è doloroso constatare che. per ottenere ciò, ci volevano i campionati del Mondo Una lancia a favore dell'impianto sportivo di Cascina Continassa la spezzano, con grande civiltà, pure i coltivatori degli orti urbani, che punteggiano quella parte del quartiere: 'Anche se siamo qui da 10 anni, dobbiamo riconoscere che questi orti non sono roba nostra. Sapevamo che un giorno o l'altro li avremmo perduti'. Ma sul fronte del no incal¬ za la voce dello sport. Il presidente della Juventus. Giampiero Bonlperti. osserva: -Non ho preclusioni o simpatie per questa o quella parte di città, ma penso che lo stadio debba avere una collocazione più centrale possibile. Si discuteva e si discute con ragione la situazione del Comunale e la sua "vecchiaia": sono d'accordo che, più d'una ristrutturazione, sia opportuna la costruzione di un nuovo impianto, ma la zona ideale resta Piazza d'Armi. Ha un facile accesso per tutti, buone possibilità di parcheggio, relativo pericolo di nebbia. Lo stadio, per me, deve vivere nel cuore della città proprio perché appartiene a tutti». E il segretario del Torino. Federico Bonetto, fa eco: • Attualmente, piazza d'Armi è l'ideale e consente, fra il resto, un rapido deflusso del pubblico anche se ci sono partite di cartello». Qualcuno, però, obietta che un nuovo impianto in quella zona ruberebbe verde al quartiere. 'Secondo noi — risponde Bonetto — il verde si sarebbe potuto recuperare là dov'è ora il Comunale. Comunque non vogliamo polemizzare: se ci sono ragioni valide alla base della scelta della Giunta, la città farà bene a edificare lo stadio alle Vallette-. La voce dei tifosi di fede bianconera ha il timbro pacatamente deluso di quella di Pier Carlo Perruquet. presidente del Juventus Club di via Bogino: 'Abbandonare il Comunale per noi significa abbandonare un vecchio amore. Ma, lasciando stare i risvolti sentimentali e il significato della curva Filadelfia, sulla soluzione Vallette ho non poche perplessità: carenza di strade e di servii, ma, soprattutto, il rischio della nebbia. In 37 anni di tifo, al Comunale ricordo d'aver perso una sola gara. Conosco bene le Vallette e sono pronto a scommettere che più d'una partita sarà rinviata per scarsa visibilità». Renato Rizzo

Persone citate: Aleramo, Bonetto, Federico Bonetto, Filiberto Rossi, Giampiero Bonlperti, Pier Carlo Perruquet

Luoghi citati: Filadelfia, Torino