Parte da Aosta il telefono salva cuore di Piero Cerati
Parte da Aosta il telefono salva cuore Collegato all'ospedale consente diagnosi precise e ricoveri veloci Parte da Aosta il telefono salva cuore dal nostro corrispondente AOSTA — A notte fonda suona il telefono nel reparto dell'unità coronarica all'ospedale dì Aosta, il cardiologo di turno risponde. E' un sanitario della guardia medica che chiama per un paziente con sospetto infarto: ha già predisposto la valigetta del cardiotelefono, i sensori sono applicati al torace del malato, depone la cornetta sull'apposito ricevitore e il grafico dei battiti cardiaci compare a chilometri di distanza su un video dell'unità coronarica, mentre da una «consolle» esce una stampante con le medesime linee. Pochi secondi, quindi il cardiologo risponde al medico ora in attesa al telefono: si tratta di un infarto. Dà alcuni suggerimenti. La guardia medica sa già come intervenire per le prime cure, poi chiama un'ambulanza e due ore dopo circa il paziente è in ospedale. Una diagnosi precisa per telefono, un intervento appropriato ed -è in questo modo die si salva la vita a un infartuato-, spiega il dottor Giovanni Devoti, primario di cardiochirurgia all'ospedale regionale di Aosta. E' stato lui a battersi per l'applicazione sul territorio del «cardiotelefono» e il suo assistente Giuseppe Ciancamerla gli è stato prezioso collaboratore, occupandosi in modo specifico dei rapporti con l'Unità sanitaria locale e dei cardiotelefoni: l'Usi ha dato il consenso alla sperimentazione e la Valle d'Aosta è ora la prima regione ad aver attuato l'iniziativa. Sei cardiotelefoni sono in funzione nei distretti sanitari: uno a La Thuile, uno a Courmayeur (serve anche altri tre Comuni), uno ad Aosta (che copre un'area con circa 40 mila abitanti), uno a Cogne, uno al poliambulatorio di Donnas, uno a Verrès (il servizio si estende inoltre a otto altri paesi). Le valigette del cardiotelefono sono in dotazione alle guardie mediche in servizio dodici ore notturne dal lunedi al venerdì e dalle 14 del sabato sino alle 8 del lunedi. Dice Devoti: -In questo modo siamo riusciti a servire il 65 per cen to della popolazione valdostana e a coprire il 60 per cento del tempo. Il nostro progetto però è riuscire a tutelare tutta la regione a tempo pieno-. Come funziona il cardiotelefono? Devoti lascia in disparte i termini scientifici: -In una valigetta (il costo è poco meno di 2 milioni) vi è un minuscolo elettrocardiografo, i cui fili vengono collegati con appositi sensori al torace del paziente. Bisogna avere un telefono a disposizione, si compone il numero dell'unità coronarica, si parla con il cardiologo di turno e si mette la cornetta del telefono nell'apposito ricevitore della valigetta, poi parto¬ no gli impulsi registrati dall'elettrocardiografo. In ospedale il cardiologo legge l'elettrocardiogramma su un video e su una stampante (l'apparecchio costa 10 milioni). Accertato l'Infarto ha inizio l'operazione di soccorso. I medici della guardia notturna e festiva sanno come comportarsi e hanno farmaci specifici. Il trasporto viene quindi pilotato». Continua Devoti: -Dal primo dolore, sintomo di infarto, all'arrivo in ospedale prima trascorrevano 8 ore e mezzo, ora con il cardiotelefono ne passano al massimo due-. -Abbiamo pensato a postazioni fisse, sempre aperte — risponde Devoti — con fi cardiotelefono a disposizione di tutti i medici di famiglia: le valigette potrebbero essere lasciate alle stazioni dei carabinieri, soprattutto nei centri di maggior affollamento turistico-. Piero Cerati
Persone citate: Giovanni Devoti, Giuseppe Ciancamerla
Luoghi citati: Aosta, Cogne, Courmayeur, Donnas, La Thuile, Valle D'aosta, Verrès
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