Giotto medita nuovi assalti di Piero Bianucci

Giotto medita nuovi assalti Scienziati concordi, un successo al 90% l'operazione Halley Giotto medita nuovi assalti La sonda ha ancora carburante sufficiente per inseguire un asteroide o qualche altra cometa - Oggi la telecamera verrà puntata su Giove per stabilire se ha subito danni irreparabili - Il capo dell'equipe Immagini: nonostante l'incidente siamo riusciti a vedere particolari del nucleo, ci sembra a forma di banana DAL NOSTRO INVIATO DARMSTADT — L'ultima immagine della cometa di Halley è arrivata al Centro operativo dell'agenzia spaziale europea all'una e 11 minuti di giovedì notte. In quel momento «Giotto., la sonda kamikaze, si trovava a 1242 chilometri (18 secondi di viaggio) dal punto di massimo avvicinamento alla cometa. Due secondi prima del rendezvous un frammento di polvere cometaria ha colpito la navicella spaziale facendola sbandare e modificando il puntamento dell'antenna. Il contatto radio, sia pure con disturbi, è ripreso quasi subito, e lo sbandamento è stato rimediato 39 minuti dopo: ma la telecamera aveva ormai subito un danno grave. L'incidente non ha sorpreso nessuno. Si sapeva che quella di «Giotto, era una missione suicida, una sfida al fitto bombardamento di polveri che le comete lasciano dietro dì sé e che insieme con gas jonizzato formano la chioma e la coda. Quello che ieri pomeriggio si è fatto al Centro operativo dell'agenzia spaziale europea è dunque il bilancio di un successo, sia pure di un successo al 90 per cento, perché non si sono avute immagine nell'istante cruciale, quando • Giotto» è passata a 605 chilometri dal nucleo. Rispetto alle sonde sovietiche, la navicella europea si è spinta, ancora in perfetta efficienza, sette volte più vicino alla cometa, ha trasmesso 3500 immagini sulle 3600 previste e una quantità di informazioni scientifiche pari a 30 mila pagine dattiloscritte. Per di più. ancora adesso sette dei dieci strumenti a bordo funzionano. Certo, qualche scienziato aveva sperato in una fortuna ancora maggiore, ma a conti fatti lo champagne con cui si è brindato l'altra notte era ben giusUficato dai risultati òtténutì.* ; L'equipe più soddisfatta è quella diretta da McDonnell dell'Università del Kent (Gran Bretagna) che si occupa della polvere cometaria raccolta e misurata con uno speciale rivelatore slmile a un microfono e con altri sensori più sofisticati per le particelle più fini. Ezio Bussoletti dell'Università di Lecce e Antonio Mlnafra dell'Università di Bari fanno parte dell'equipe: .Negli ultimi due minuti di avvicinamento alla cometa — dicono — ti flusso di particelle è cresciuto vertiginosamente: più di ZOO granelli di polvere cometaria hanno forato il primo schermo del nostro strumento di misura. Per Giotto è stato un trattamento piuttosto rude. Ma ce l'aspettavamo. Anzi, i primi dati sono inferiori alle previsioni teoriche, ci aspettavamo ancora più polvere'. All'entusiasmo dell'equipe specializzata in polvere cometaria si contrapponeva starla si contrapponeva l'altra notte la preoccupazione degli scienziati che si occupano delle immagini della cometa: le polveri sono infatti il peggior nemico dell'ottica della telecamera a colori. Ora Keller, capo équipe Immagini, sventola una fotografia: 'Nonostante l'incidente — dice — siamo riusciti a vedere particolari del nucleo. Whipple dice che è a forma di patata. Di qui si vede che è piuttosto a forma di banana...'. In effetti l'immagine, inviata da Giotto un attimo prima della perdita del contatto radio, mostra un nucleo allungato, più sottile nel centro che alle estremità: la cometa si rivela un gigantesco iceberg lungo 15 chilometri e largo 8. Il nucleo risulta molto scuro, come se il ghiaccio fosse coperto di carbonati. Un altro risultato importante ma molto tecnico e quindi poco suggestivo per i non addetti ai lavori, è quello non addetti ai lavori, è quello ottenuto dall'equipe che si occupa del plasma, cioè degli atomi jonizzati della chioma cometaria che reagiscono con il «vento solare-. Sono stati osservati protoni ad altissima energia accelerati con un processo fisico chiamato •meccanismo di Fermi». Come un generale dopo la battaglia fa il conto delle perdite, ora gli scienziati della missione Giotto valutano i danni della sonda, una navicella lunga 2 metri e 85 centimetri, pesante 960 chili al momento del lancio. Giotto ha consumato buona parte della sua dotazione di combustibile, ma ne ha abbastanza per svolgere ancora qualche lavoro scientifico utile. Attualmente pesa 550 chilogrammi, di cui 113 costi tuiti dagli strumenti. E' ancora possibile riciclarla per andare a inseguire un asteroide o qualche altra cometa, Oggi la telecamera verrà puntata su Giove per stabili | puntata su Giove per stabili-1 re se 1 danni sono davvero irrimediabili. Oltre a Giotto altre quattro sonde hanno scrutato la cometa di Halley: le due Vega sovietiche 11 6 e 9 marzo e le giapponesi Pianeta e Pioniere l'8 e 11 marzo. I dati sono complementari, perché Giotto è passata molto più vicina alla cometa e davanti ad essa, mentre le altre l'hanno studiata da varie distanze e dal lato della coda. Passata la fase spettacolare del flyby a ripetizione succedutisi In questi giorni, incomincia un oscuro lavoro di analisi dei dati. Per sapere realmente che cosa si na sconde dietro l'enigma delle comete bisogna ancora attendere qualche mese, n prossimo appuntamento è per il 27 ottobre ad Heidel berg, dove si farà 11 punto sui risultati di questa nuova tappa nell'esplorazione dello spazio. Piero Bianucci Fiero Bianui

Persone citate: Antonio Mlnafra, Ezio Bussoletti, Halley, Halley Giotto, Keller, Pianeta, Vega, Whipple

Luoghi citati: Bari, Gran Bretagna, Heidel