L'Italia al Superclub

L'Italia al Superclub L'Italia al Superclub ALFREDO VENTURI Riuscirà l'Italia a ottenere l'ammissione al Creolo dei Cinque? E con quale veste: socio a parte intera, frequentatore occasionale? Avrà un tavolo fisso, come i soci fondatori, o dovrà prenotare di volta in volta? La nostra diplomazia è impegnatissima in uno sforzo di petsuasionc verso i Cinque: insomma, ci volete o non ci volete fra i Grandi dell'Occidente, nella cabina di pilotaggio delle finanze planetarie? I Cinque sono pieni di garbata simpatia nei nostri confronti, e nessuno dice no alla richiesta italiana, per quanto fastidiosamente reiterata. Ma certo, petché no, dicono tedeschi, francesi, americani. Anche la vecchia Inghilterra dice sì. Ma quale perfido sì! Sia benvenuta l'Italia nel circolo del potere monetario, dice Margaret Thatcher: quando si tratta di cose che la riguardano, naturalmente. Indifferenti, o impenetrabili, i giapponesi. L'Italia fra i Gnquc? Niente in contrario: vuol dire che diventeremo il Circolo dei Sei. Anzi dei Sette, perché se entra l'Italia non si può lasciar fuori il Canada. Non che il Canada ci tenga poi tanto, che si sappia: ma un allargamento alla sola Italia potrebbe apparire, dalle parti di Ottawa, un'esclusione imbarazzante proprio perché solitaria. Italia e Canada sono i Paesi che fanno la differenza fra i Cinque, il dorato superclub delle monete, e i Sette: che è l'altro circolo, un po' meno ristretto, in cui l'Occidente discute la sua essenza economica. Italia c Canada, in compagnia con i Gnquc (Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia), formano l'insieme che va sotto la goffa denominazione di «sette Paesi più industrializzati». Denominazione non soltanto goffa, ma imprecisa: per esempio il Belgio, che non fa parte dei Sette, non è meno industrializzato dell'Italia. Anzi lo è di più: sono le dimensioni assolute della sua economia a escluderlo dal gruppo. Ora aprire le porte del superclub all'Italia e al Canada potrebbe scatenare la corsa all'ingresso fra i Sette: che altrimenti resterebbero un doppione. Ma perché l'Italia, mi chiede un amico straniero, ci tiene tanto al Circolo dei Cinque? Non è l'Italia, è il suo governo che ci tiene tanto per contare, per dire la sua, per non essere tagliato fuori dalle decisioni valutarie. Obiezione paralizzante: credi forse che la Svizzera sia tagliata fuori dalle decisioni valutarie? No, eppure è ben fuori dai Gnque e si guarda bene dal rammaricarsene. E allora la nostra storia nazionale è tutta una ricerca di posti a tavola e di posti al sole. Riconosco che fare dell'ingresso fra i Cinque un obiettivo di politica estera s'iscrive in una tradizione coerente. Ma ci sono tradizioni coerenti di cui sarebbe meglio sbarazzarsi. Come ia feticistica adorazione delle etichette. Sarà magari un gran successo convincere i Gnquc, entrare nel superclub valutario. Ma sarebbe un successo anche maggiore se i risultati di una politica efficace, dando all'Italia non l'etichetta ma la sostanza di una potenza finanziaria, rendessero impensabile ai Gnque non averci con sé.

Persone citate: Margaret Thatcher