L'incubo degli ostaggi sul voto della Francia di Enrico SingerBarbara Spinelli

L'incubo degli ostaggi sul voto della Francia Il ricatto della «Jihad islamica» avvelena la vigilia L'incubo degli ostaggi sul voto della Francia I terroristi sciiti inviano da Beirut un comunicato e una video-cassetta che mostra tre dei sette prigionieri spossati e atterriti - Imminente la liberazione dell'equipe di «Antenne 2»? PARIGI — n ricatto dei terroristi della - Jihad islamica» ha avvelenato, in Francia, anche la viglila del voto. Domani si aprirà un capitolo inesplorato della vita politica della Quinta Repubblica, l'attesa rivincita della destra costringerà Mitterrand, presidente socialista, ad un'incerta e scomoda coabitazione con un Parlamento e un governo a lui ostili. Ma, ancora ieri, sono state le notizie da Beirut a dominare l'attenzione della gente e a trovare eco negli ultimi discorsi della campagna elettorale che si chiude alla mezzanotte. Con "ria regia spietata, gli ultra* .ilo-iraniani che tengono prigionieri sette cittadini francesi hanno immediatamente raffreddato le speranze accese dal mediatore di Parigi. Lo hanno fatto con un nuovo comunicato e con una video-cassetta: una registrazione di sei minuti che mostra tre degli ostaggi, spossati e atterriti. E li fa parlare. O meglio, li costringe a trasformarsi in suoi portavoce, secondo una tecnica già sperimentata da altri terrorismi. E' un documento violento, costruito con l'obiettivo evidente di dividere l'opinione pubblica, di far esplodere quella polemica sul comportamento dell'esecutivo che finora nessuno in Francia ha voluto innescare. La registrazione è stata consegnata alla sede di Beirut di un'agenzia televisiva inglese, la Visnews, nella notte tra giovedì e venerdì. Ma la tv francese, ieri, ne ha trasmesso soltanto brevi estratti, e senza il sonoro, per non cadere nella nuova trappola della «Jihad». Il gioco degli strateghi della ■Guerra santa islamica», comunque, adesso è più chiaro. Vogliono alzare il prezzo e, soprattutto, umiliare la Francia. Nel comunicato che accompagna la video-cassetta, affermano di non avere incontrato alcun mediatore e aggiungono che le condizioni per la liberazione degli ostaggi non sono cambiate: sospensione delle forniture di armi francesi all'Iraq e rilascio dei terroristi che tentarono di assassinare l'ex premier iraniano Bakhtlar a Parigi. Ai tre prigionieri fanno dire di 'essere vittime innocenti di una politica medio¬ rientale sbagliata*, di messere dimenticati da un governo partigiano che appoggia l'Iraq contro la rivoluzione islamica e i diseredati musulmani: Frasi che l due diplomatici Marcel Carton e Marcel Fontaine e il giornalista Jean-Paul Kauffmann mescolano ad appelli alle famiglie perché rimangano calme e continuino a sperare. Nella registrazione non appare Michel Seurat: un'altra prova che la sua «esecuzione», annunciata la scorsa settimana, non era soltanto una minaccia. Di fronte alla nuova provocazione della .Jihad», la reazione francese, a destra come a sinistra, è stata unanime: una mossa odiosa. Ma forse, in fondo, un episodio della guerra dei nervi scatenata dai terroristi che non cancella del tutto le speranze nate nelle ultime ore. In particolare quelle sulla sorte dei quattro uomini dell'equipe di Antenne-2, una delle reti tv pubbliche, sequestrati sabato scorso a Beirut. •Guerra santa islamica» aveva negato la responsabilità di questo rapimento. E ieri si sono fatti vivi i veri carcerieri, «Giustizia rivoluzionaria», con un comunicato-proclama che non pone condizioni. Per Parigi è il segnale dell'imminente liberazione dei quattro (un giornalista e tre tecnici). Un altro segno di apertura, per la prima volta, viene da Teheran dove è arrivato ieri sera l'ambasciatore francese a Tunisi: l'ex giornalista di Le Monde, ed esperto di problemi del mondo arabo. Eric Rouleau. E, nell'altalena di minacce e di speranze, c'è anche l'ottimismo del medico franco-libanese Razah Raad, il mediatore numero uno, che da Damasco ha annunciato di avere ormai in mano un «progetto di accordo». Oggi Raad rientrerà a Parigi e lo sottoporrà al governo: «Ci sorto dei dettagli da chiarire, delle concessioni da fare. Ma se le due parti saranno soddisfatte, tornerò a Beirut per la missione decisiva già la prossima settimana-. Enrico Singer (A pagina 3: «Parigi, il banchetto liberista» di Barbara Spinelli).

Persone citate: Eric Rouleau, Marcel Carton, Marcel Fontaine, Michel Seurat, Mitterrand, Paul Kauffmann, Raad