La Camera: non inviare più i mafiosi al soggiorno obbligato in altre località

La Camera: non inviare più i mafiosi al soggiorno obbligato in altre località Una risoluzione impegna il governo'a modificare la legge La Torre La Camera: non inviare più i mafiosi al soggiorno obbligato in altre località DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Una risoluzione approvata ieri dalla Camera con i voti del pentapartito, dei comunisti e della sinistra indipendente, impegna il governo a ritoccare la legge antimafia, ad abolire l'istituto della diffida e a disciplinare il soggiorno obbligato, in modo che i colpiti dal provvedimento restino nel Comune .di residenza e non vengano inviati in altri centri. Oscar Scalfaro, ministro dell'Interno, è d'accordo con queste indicazioni, in parte già accolte in un disegno di legge preparato dal Viminale. La Camera ha fatto proprie le raccomandazioni della 'commissione-antimafia, chesuggeriva che lo Stato aggiornasse i propri strumenti repressivi nella lotta alla mafia. Nella risoluzione votata ieri sera il bilancio della legge antimafia, varata quattro anni fa, è positivo con riserva: quella norma -costituisce un valido strumento per la lotta contro le organiszazioni mafiose e si è rivelata particolarmente efficace per colpirne i patrimoni, ma nella sua applicazione si sono verificate carenze e distorsioni da eliminare, per rendere più forte l'azione dello Stato ed evitare ingiusti/icati pregiudizi a terzi-. Qualche perplessità Scalfaro l'ha esposta, parlando ieri a Montecitorio, a proposito dell'invito ad abolire la diffida. Secondo il ministro del- l'Interno si tratta effettivamente di «un istituto infelice, die determina anche ingiustizie: però occupa uno spazio che in un momento cosi delicato non può essere lasciato vuoto-. Quindi — ha detto — sarebbe opportuno abolire la diffida solo quando il Parlamento l'avrà sostituita con una misura alternativa. Scalfaro invece ha concordato sulla necessità di rendere più funzionale la legge La Torre, di snellirne gli aspetti burocratici che gravano su imprese ed enti locali (si è orientati a sostituire in alcuni casi le certificazini imposte dalla normativa vigente con autocertificazioni), <A potenziarne 11 coordinamento Piena concordia anche still'esistenza di contiguità tra mafia e potere politico, amministrativo ed economico. Nella risoluzione approvata dalla Camera si legge che -le organizzazioni di tipo mafioso si avvalgono di pesanti condizionamenti nell'ambito di strutture pubbliche e di amministrazioni locali (...). La pericolosità di tali organizzazioni è aggravata da sostegni e complicità emerse all'interno di alcuni settori di pubblici poteri, dì partiti, del mondo finanziario e imprenditoriale-. Scalfaro ha aggiunto un'avvertenza: -Occorre che le amministrazioni centrali dello Stato, nelle responsabilità periferiche, siano in condizione di totale efficienza e non siano rappresentate da persone legate localmente da troppi legami di parentela, di amicizia-. Secondo il ministro, dall'entrata in vigore della legge La Torre lo Stato ha manifestato quella -volontà politica- di lottare contro la mafia che prima,rancava,, Il^bilancio numèrico' di quésto impégno è nelle cifre elencate dal ministro: dal settembre ' 1082 al dicembre '85, in Sicilia sono state denunciate 159 associazioni per delinquere e perseguite per i fatti relativi 3456 persone (in Calabria 143 associazioni per delinquere e 2495 persone incriminate; in Campania 430 associazioni e 5091 imputati). I latitanti arrestati sono stati 420, di cui 200 siciliani, 110 calabresi e 110 camorristi.

Persone citate: La Torre, Oscar Scalfaro, Scalfaro

Luoghi citati: Calabria, Campania, Roma, Sicilia