Fantacronache di Stefano Reggiani

Fantacronache di Stefano Reggiani Fantacronache di Stefano Reggiani Venerdì 7, il consenso perseguitato? — «Signor Presidente, ogni volta che si discute, magari solo per puro tatticismo politico, del dissenso in Unione Sovietica, salta fuoti il problema ben più grave e negletto del consenso in Italia. Lei forse ricorda, signor Presidente, che noi, intellettuali del consenso. Le scrivemmo anni fa per rivendicare il nostro ruolo indispensabile, anche in tempi difficili, pronti ad inneggiare a tulio. Se molti si riunivano in capannelli per gridare "Viva lo Stato", c'era chi si sbilanciava per il compromesso storico f un traguardo sacrosanto"), chi esaltava la rivolta di Craxi contro il vecchio psi ("uno, due, .cento Midas ), perfino chi, per puro senso del dovere, plaudiva a Pasolini f'una lucida coscienza della crisi"). Ma che cosa abbiamo ottenuto? Un grazie momentaneo, un buffetto al variar delle opinioni dominanti, l'invito ad aggiornarci il più in fretta possibile. «Troppopoco, signor Presidente, per chi garantisce l'unità culturale del Paese. Abbiamo deciso una prima forma di prolesta. Dal consenso esplicito siamo passali al non dissenso, se ne sarà accorto. Di fronte al problema della riforma istituzionale dai nostri gruppetti si leva un fiacco: Bah, si, perché no?",- di fronte ai processoni per mafia un esile sospiro: "Quanti altri dovrebbero essere in gabbia". Di fronte alla richiesta della de di tornare a Palazzo Chigi un semplice: "Bisogna capirla". Di fronte alla proposta di dare il premio Strega alla sua fondatrice: "Perché no? La Bellonci è una vera padrona di casa". Solo lei, signor Presidente, capisce bène tutte Je implicazioni del nostro scontento, del non dissenso. Domani potrebbe perfino nascere la Seconda Repubblica o chissà cos'altro. Perché no? Bah, stiamo a vedere, non è detto, uhm!». Sabato 8. l'accordatore — Si parla di un piano Craxi .sulla politica italiana come Gli eroi del non dissenso di uno strumento in vetrina, un piano Steinway o un organo Bontempi. Si tratta di sottomettere il pei, di ricattare stabilmente la de, di eliminare i laici, eppure tutto è spiegato con la cortese pazienza del negoziante di strumenti musicali che annuncia: «E' arrivato l'accordatore» . Domenica 9, l'erotizzatore — Gli accademici americani non hanno capito l'interesse di un accademico come il sociologo Alberoni per l'erotismo, né capiscono in generale l'attenzione della nostra cultura e dei media per le faccende amorose. Ce ne ha dato conferma Furio Colombo su questo giornale, proponendo acuti confronti. Ma dipende tutto dalla crisi delle ideologie: si è pensato a lungo al modo per fare felici le generazioni future, invano; adesso si pensa semplicemente al modo per fare le nuove generazioni. Il vantaggio dell'erotismo è che ci si può fermare ai particolari. Lunedi 10, la sicurezza intima — Certo che sulla via dei rapporti personali si sono fatti molti passi avanti anche negli optional. Lo scrittore Tom Antongini, ex segretario di D'Annunzio e scrittore ai suoi tempi moderatamente Ubertino, raccon¬ tava di quel signore che rinunciò a un'avventura amorosa a lungo sognata perché non era sicuro d'avere una biancheria immacolata. Vecchie miserie della Belle Epoque, adesso finalmente nella pubblicità i signori ridono felici in tutte le occasioni: non solo è più frequente l'uso del bucato, ma un prodotto cosmetico detto Intima promette di pareggiare uomini e donne nel superiore profumo della modernità. (Però è curioso che tutta la campagna sembri molto Belle Epoque, molto Antongini). Martedì 11, il re e la pubblicità — Che siamo ormai diventati in qualche modo il linguaggio della pubblicità è cosa pacifica per gli studiosi di comunicazioni. Ne è convinto anche il re, che, dopo aver assistito l'altra sera a un dibattito del Club Turati su Immagini e merci, ha invitato tutti in birreria, il moderatore Amandola e gli studiosi Sartori, Volli, Nardi e Matclli. S'è proposto come esempio: «Io non sono più un personaggio della politica e men che meno della storia, ma faccio pubblicità al passato'che avremmo voluto avere, la regalità come spot». Tutti hanno brindato al re con una birra molto pubblicizzata. Pare che l'ex sindaco Novelli, in ricordo di tante partite a scopone, abbia chiesto al re un articolo per il suo nuovo settimanale: Ritorno al futuro? Mercoledì 12, satira nel pei — La satira dentro un partito può funzionare come quella dentro la Rai (tu prendi in giro Raffaella, io imito Damato, lui fa il verso alla Bonaccorti; si ride in famiglia). Ma sul nuovo inserto dell' Unità, Tango, c'è almeno un versetto di satira vera, velenosa e malinconica: «Così noi/ tiriamo avanti/ col pessimismo/ dell'intelligenza/ e l'ottimismo/ dei tranquillanti». Giovedì 13, pensando alla cometa di Halley — Sorpresa di trovarci ancora qui. M

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