Colajanni tra gli operaisti di Torino attacca il tabù del vertice infallibile

Colajanni tra gli operaisti di Torino attacca il tabù del vertice infallibile Intervento del «dissidente» al congresso provinciale del pei Colajanni tra gli operaisti di Torino attacca il tabù del vertice infallibile TORINO — Ciò che ha scritto firmando con altri sei la lettera che non è piaciuta ai vertici del pei. Napoleone Colajanni l'ha amplificato ieri al congresso torinese. Proprio qui. nella fossa del leoni, parlando ad una platea che trasuda ancora operaismo, che male sopporta le brusche oscillazioni e non indulge a tenerezze. Ma Colajanni sapeva a chi parlava e non si aspettava consensi facili. Il suo discorso conciso, chiaro, è stato accolto con applausi di circostanza all'Inizio e un prolungato battimani alla fine: il che non significa adesione, ma rispetto per il militante autorevole. Comincia dalle Tesi e assesta subito una botta alla commissione dei 77: -Avevo chiesto che si andasse al dibattuto congressuale su pochi punti precisi, sulle scelte importanti da fare. Avevo anche chiesto una discussione generale sugli indirizzi di fondo, ma si è deciso invece di iniziare la discussione dagli emendamenti-. Partenza sbagliata, dunque, e spiega che il difetto di metodo è conseguenza della mancanza di una strategia generale convincente e la povertà della strategia dipende da come il partito è strutturato. Attacca: «Il governo di programma non è una strategia'. E' una indicazione tattica persino ovvia e banale-. Le strategìe possibili sulle quali si dovrebbe riflettere «sono tre e soltanto tre: l'unità nazionale con tutte le forze democratiche, compresa la de; la cosiddetta strategia movimentista; l'unità delle sinistre-. C'è Invece dell'ambiguità nel pei, c'è paura di scegliere: -Un partito come il nostro non può muoversi nel piccolo cabotaggio delle formule che non dicono niente-. Ciò accade perché il pel non sa parlare chiaro: 'Dei vari cambiamenti di linea (solidarietà nazionale, alternativa) non si è mai discusso esplicitamente-. Adesso Colajanni affonda il bisturi In casa: 'C'è di fatto, è inutile negarlo, una accettazione .acritica della funzione dei gruppi dirigenti che è finita per'diventare delega, a decidere per tutto il partito sulle grandi scelte-. Grida dentro il microfono: -Quando le decisioni che contano vengono rimesse ad altri e le scelte non sono esplicite, l'adesione è sempre passiva e l'azione politica perde efficacia-. Incalza, sa di toccare un tasto dolente, un nodo che costituisce «fa diversità, non morale, che è proprio una sciocchezza, ma storica-. Sa pure come giù, in platea, molti hanno difficoltà a comprendere che «anche l'identità dei comunisti cambia nel tempo e con la storia-. Ma il rinnovamento richiede la rinuncia di consolidati luoghi comuni come credere «c/te mettere in discussione il comportamento del gruppo dirigente significhi indebolire l'unità del partito»: poteva andare bene una volta, ma oggi questa 'Concezione de v'essere rimeditata-. Insomma: 11 gruppo dirigente inteso come -bene supremo- è un ostacolo al «pieno dispiegamento della capacità di iniziativa- del pei. Niente correnti, però, non ce n'è bisogno per discutere: -Basta andare al cuore delle questioni, non nascondersi dietro la richiesta di cambiamento di qualche riga di un testo-. Allora, compagni, coraggio, la parola non dev'essere privilegio di pochi ma di tutti. La meta è a portata di mano, basta 'rompere il muro di un'autocensura che sta già diventando conformismo-. L'unità del partito, infatti, non si costruisce «se non in una dialettica sempre più aperta in cut ci sia posto per tutti, con uguali diritti-. Altrimenti non c'è scampo -Se non saremo capaci di cambiare, di essere all'altezza delle sfide di oggi, il declino sarà inevitabile-. Discorso contro corrente nel grande alveo del partito torinese, diverso da quelli pronunciati dagli oratori, quasi tutti sindacalisti, che hanno aperto 11 dibattito sul la relazione del segretario Piero Fassino. Questa sera conclude un altro membro del comitato centrale, l'on. Gerardo Chiaromonte: Pier Paolo Benedetto

Persone citate: Colajanni, Gerardo Chiaromonte, Napoleone Colajanni, Pier Paolo Benedetto, Piero Fassino

Luoghi citati: Torino