Agroppi percosso da teppisti

Agroppi percosso da teppisti FIORENTINA Incredibile episodio nel clima di contestazione Agroppi percosso da teppisti Aggredito da sei giovani mentre si recava all'allenamento (che poi ha egualmente diretto), è stato difeso da Passatella - Un durissimo comunicato del club FIRENZE — Un agguato In piena regola ad Aldo Agroppi. Non più intimidazioni, sfottò, striscioni, un gruppetto di teppisti (al massimo sei) ha colpito nel modo più disgustoso l'allenatore della Fiorentina. Lo hanno atteso martedì pomeriggio, sapevano che per raggiungere il campo di allenamento sarebbe uscito dallo stadio, fra gli ultimi. Non hanno calcolato solo la presenza di Andrea Orlandini e di Daniel Passarella. Giovani, ma non giovanissimi, con giubbotti e guanti, a volto scoperto, prima lo hanno offeso, poi attaccato. Alcuni testimoni diranno poi che si tratta di personaggi conosciuti, con tanto di soprannome di grande attualità: Rambo e Sugo. Agroppi ha cercato di non replicare, ma poi sferzato da un'ultima grave offesa si è girato. Lo hanno colpito subito, gettato a terra e preso a calci. Colpito alla tempia destra (ne porta ancora un lungo segno color sangue, un grosso ematoma di almeno dieci centimetri) il tecnico non ha potuto difendersi. In suo soccorso sono intervenuti prima Orlandini (anche lui colpito e gettato a terra), poi Daniel Passarella. L'argentino con i suoi pugni, la sua rabbia, ha concesso ossigeno ad Agroppi che, aiutato da Maldera accorso alle prime grida, ha raggiunto il rampo di allenamento. Una vicenda incredibile. Tutto l'ambiente era profondamente scosso. Passarella subiva un violento choc, lasciava la squadra, si rifugiava a casa. Agroppi no, non voleva darla vinta, non ha un carattere che gli permette di rinunciare. Restava sul campo, con il sangue che gli scendeva dal naso. I giocatori lo guardavano con preoccupazione mista ad ammirazione. Questa scelta contagiava anche i tifosi. La reazione era immediata. I teppisti se ne andavano e 1 tifosi rimasti salutavano Agroppi con un lungo applauso. Il tecnico non voleva assolutamente commentare l'accaduto. Come se niente fosse successo, ha continuato a lavorare. Una parte della tifoseria, intanto, indicava in Giancarlo Antognoni il responsabile dell'accaduto. Si rischiava lo scontro tra fazioni, un'altra assurdità. Ma in una città oramai contagiata dalle polemiche, calava un mini¬ mo di buon senso. Antognoni prendeva la parola ed attaccava quelle frange di tifo che utilizzando il suo nome praticano vecchie forme di teppismo: «Non possono essere miei amici. Io chiedo aiuto ai tifosi veri. E' il momento di stare con la squadra, di aiutarla». Anche 11 resto della squadra non aveva dubbi: tutti uniti con Agroppi. Ma 11 tifo? E' vero che l'aggressione è scattata per mano di sei teppisti, ma non va dimenticato che la contestazione dura da tempo. Il tifo ufficiale, ma non era quello che esponeva striscioni contro Agroppi e i Pontello, ha formulato un lungo comunicato di condanna e di fiducia a tecnico e società; ma gli occhi sono puntati sulla famosa «curva Fiesole». Diecimila tifosi, molto giovani, i più attivi, ma anche i più vicini ad Antognoni. Che cosa faranno adesso? L'aggressione servirà a calmare gli animi e riportare la calma, a far capire a quali eccessi si può arrivare? Oppure la frattura è tale da essere oramai insanabile? Oggi ci sarà una riunione fra i tanti club ed organizzazioni che fanno parte di quel settore di tifosi. Potrebbe essere il momento decisivo per capire il futuro, e se ce l'ha, della Fiorentina. E questo attendono anche i Pontello. I dirigenti viola, come del resto Agroppi, non hanno denunciato nessuno. Rientrati nel primo pomeriggio, dopo aver parlato con il tecnico e con Nassi, hanno diramato un comunicato durissimo. Non cederanno alle intimidazioni, esprimono solidarietà ad Agroppi; chiedono alla maggioranza dei tifosi dì isolare le frange violente ma esprimono anche un dubbio inquietante. Nel comunicato si parla di esecutori e di eventuali mandanti; di episodi che potrebbero essere stati organizzati da persone che hanno come scopo quello di danneggiare la Fiorentina nel momento delicatissimo del trasferimenti. Un sospetto molto pesante, sicuramente inquietante. Infine un ammonimento a tutti, tifosi compresi: se continuerà l'attuale conflittualità nessuno potrà pretendere che gli attuali dirigenti continuino ad operare. Ulteriore mi naccia di dimissioni in massa, e non è la pri ma volta. Solo che adesso la situazione è de cisamente più compromessa, squilibrata. Alessandro Rialti Firenze. Sul viso teso di Aldo Agroppi i segni dei colpi. A destra l'allenatore sul campo, dopo l'aggressione (Tclcfoto)

Luoghi citati: Fiesole, Firenze