Fegato, parla il chirurgo degli ottocento trapianti

Fegato, parla il chirurgo degli ottocento trapianti A Milano Thomas Starzl, ospite dell'Ospedale Maggiore Fegato, parla il chirurgo degli ottocento trapianti Due novità: anche gli ultrasessantenni sono operabili e c'è un nuovo farmaco antirigetto DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Thomas Starzl, l'uomo che assieme alla sua équipe ha eseguito più trapianti di fegato di chiunque altro al mondo — ottocento, dal marzo del 1963 a oggi — siede di fronte ai giornalisti con una bimba di due anni e mezzo in braccio, Anne-Rose. Tredici mesi fa Anne-Rose è stata da lui operata a Pittsburgh, negli Stati Uniti: ha un .fegato nuovo» che funziona bene. Accompa-' gnata dai genitori e dal nonni, la bimba è venuta a Milano per « farsi dare un'occhiata», cogliendo l'occasione di un viaggio in Italia di Starzl, invitato dalla Fondazione •Oiovannl Lorenzlni». All'Ospedale Maggiore, durante la conferenza stampa dell'Illustre chirurgo, AnneRose è parsa In perfetta for ma, persino un po' birichina. Nel febbraio del 1985, assieme a lei (che soffriva di una gravissima atresia delle vie biliari) c'erano in lista d'attesa a Pittsburgh altri dieci bambini. ^Purtroppo sono morti — dice Starzl — mentre aspettavano di essere operati, mentre cercavamo i donatori, difficilissimi da trovare quando si tratta di bambini così piccoli.. Il chirurgo ha compiuto 61 anni martedì scorso, festeg piato a Milano dal colleghi della in Cllnica chirurgica diretta dal professo Montor si, e dai professori Galmarini, Pezzuoli e Fassati del Centro per il trapianto di fegato al l'Ospedale Maggiore. Qui ieri, prima di tenere una le eione magistrale a varie cen tinaia di medici milanesi Starzl ha risposto alle do> mande dei giornalisti. Ci sono novità (è stata la prima) nel campo del trapianti di fegato? «J progressi sono stati costanti negli ultimi vent'anni, ma dal 1980, con l'avvento della ciclosporina, farmaco antirigetto, la soprawivema è passata — un anno dopo l'intervento — dal 45 per cento dei casi al 70 per cento. Oggi disponiamo anche di un nuovo farmaco statunitense, che si affianca alla ciclosporina, già diffuso di recente in Italia per le sperimentazioni cliniche: è un anticorpo monoclonale specifico. Grazie all'impiego di questa nuova sostanza, presto la sopravvivenza dei trapiantati dovrebbe salire, a un anno dall'operazione, ben oltre il 70 per cento dei casi». Qual è il malato, sul quale lei è intervenuto, che più a lungo è sopravvissuto? • Un'americana, che era piccola quando ha ricevuto il fegato nuovo diciassette anni fa, e oggi è una bella ragazza, molto corteggiata». Il più giovane paziente operato? .Un bambino di 3 mesi, anche lui sta bene.. L'età massima entro cui è possibile sostituire il fegato a un malato? .Dirò una cosa che agli specialisti apparirà come una novità: non esiste più un'età massima per i trapianti di fegato. Prima si pensava che oltre i cinquant'anni non si dovesse operare. La mia esperienza ha dimostrato che non v'è ragione a questo limite. Anche gli ultrasessantenni hanno un decorso postoperatorio in tutto e per tutto simile a quello dei ventenni o dei quarantenni. L'ultimo paziente anziano che ho trapiantato era di 67 anni». Quanti istituti per il trapianto di fegato vi sono negli Stati Uniti? .Quaranta, e tutti hanno fatto capo al nostro centro di Pittsburgh nella fase del rodaggio». Come vede la situazione del trapianti di fegato in Italia? .Siamo ben felici che si moltiplichino i centri, che anche da voi si facciano trapianti grazie a strutture < chirurghi affidabili come quelli milanesi. Ce n'è estremo bisogno, perché ancora oggi non si riesce a soddisfare tutte le drammatiche richieste dei malati. Noi, in questo quadro, dobbiamo per forza di cose selezionare i pazienti, facendo entrare per primi nelle liste d'attesa soltanto quelli allo stremo Finora in Italia sono stati compiuti 19 trapianti di fega to: sette nel Centro del prò fessor Galmarini (5 i soprav vissuti dopo due anni), due al «Niguarda», otto a Roma. Come negli Usa. anche da noi le affezioni più frequenti che obbligano al trapianto (l'alternativa è la morte del malato) sono, per i bambini, gravi malformazioni delle vie alIlari e talune forme accentuate di ipercolesterolemla. Per gli adulti, oltre a pesanti deficit metabolici, le cirrosi postepatiche, ma anche le cirrosi alcoliche secondo le ultime evidenze cliniche. • Un altro settore importan te — aggiunge Starzl — quello degli emofilici. Ho compiuto quattro trapianti su.pazienti di questo tipo, abbiamo cominciato a capire che proprio nel loro fegato malato vi era un nucleo atti vo, diciamo cosi, della sindrome di cui soffrivano Che effetto fa avera in braccio una bimba come Anne-Rose, che non sarebbe qui se lei non fosse interve nuto tredici mesi fa? . Una merauioHosa sensasione. £ poi, non vedete quan- Franco Giliberto Sf Milano. Il professor Thomas Starzl con la piccola Anne-Rose