Messico & nuvole sul Mundial di Ennio Caretto

Messico & nuvole sul Mundial Debito estero, crollo del greggio, proteste sociali: il terremoto non è Tunica ferita da sanare Messico & nuvole sul Mundial Nella capitale la ricostruzione procede a pieno regime, ma in alcune province i lavori non sono neppure cominciati - Si teme che alberghi e infrastrutture non reggano l'«arrembaggio turistico» per la Coppa Fifa - Tornano in circolazione i biglietti, dopo l'incetta dei bagarini - Oltre 5 milioni di messicani, prevedono gli Usa, quest'anno varcheranno clandestinamente il confine in cerca di fortuna - Il risveglio sindacale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Alla tv, le Immagini sono rassicuranti: a sei mesi dallo spaventoso terremoto che devasto 11 centro storico, la ricostruzione di Citta del Messico procede in fretta e bene. Sul Paseo de la Reforma, l'arteria principale, il celebre Hotel Continental e altri palazzi pericolanti sono stati fatti saltare con la dinamite, e al loro posto stanno sorgendo giardini. OU stabili danneggiati, ma ancora forti, vengono risanati a uno a uno, e si scorgono edifici nuovi, o In via di completamento. La natura, cosi crudele nel settembre '85, assiste 1 messicani nella loro corsa contro 11 tempo per 1 preparativi del «Mundial» di calcio: -Se non altro» ci dice Stefano Scossa al telefono •al sole stucco e tinte fan bella figura». Scossa è una sorta di staffetta della squadra italiana a Città del Messico, un ruolo che ha già svolto a Madrid quattro anni fa: nei giorni del terremoto lavorava tra le macerie con le squadre di salvataggio. Serene sono anche le noti zie di stampa dalle altre sedi dei gironi della Coppa Fifa: Puebla, dove andranno gli Azzurri dopo la partita inaugurale contro la Bulgaria allo stadio «Azteca. della capitale alla fine di maggio, l'artistica Guadala j ara, Monterrey industriale, e via di seguito. Le autorità messicane prevedono 'il più grande flusso di turisti della storia»: se tradiscono una preoccupazione, è che le strutture logistiche, alberghi e trasporti Innanzitutto, siano insufficienti. Né il terremoto, né l'altra catastrofe più recente e più grave In termini psicologici ed economici, il crollo dei prezzi del petrolio, sembra averle scalfite, o aver allarmato i tifosi. Come per le Olimpiadi del '68, di fronte al propri problemi, che allora esplosero nelle rivolte studentesche, l'orgolioso Messico ostenta sicurezza in sé e fiducia nel futuro. Da quello che Stefano Scossa e gli altri amici di Città del Messico ci dicono, l'antica terra degli Aztechi non ha tuttavia superato il trauma della duplice sciagura. Nella capitale, circa 50 mila terremotati sono ancora senza tetto, e In numerose zone disastrate non è neppure incominciata l'opera di risanamento. Nella mortale stretta economica causata dalla crisi petrolifera alla rovescia, anziché diminuire, 1 disoccupati aumentano: l'esercito degli affamati, che vende mele, mendica per strada o scava nelle montagne di rifiuti alla periferia, s'infoltisce di settimana In settimana. Le tensioni sociali che ne derivano assumono Inquietanti connotati politici: a San Louis Po tosi non si sono ancora rimarginate le ferite dei più feroci scontri degli ultimi anni tra polizia e popolazione, avvenuti a gennaio. L'occhio del visitatore attento coglie queste contraddizioni, come le colse alle Olimpiadi. «/ biglietti del Mundial, che parevano scomparsi, si trovano di nuovo» ci riferisce Scos sa. »In certi alberghi, sono venduti a partita, non a gironi come accadde in Spagna, E' un segno che l'affluenza straniera potrebbe essere inferiore al previsto». Non s'è verificato nessun assedio degli hotel dove si presume stiano le squadre (per l'Italia si parla del Camino Real, uno dei più centrali e del più belli, uscito dal sisma praticamente indenne). Scossa sospetta che non ci sarà 'l'invasione europea» ma semmai quella latinoamericana: l'Italia potrebbe essere rappresentata innanzitutto dai nostri immigrati negli Stati Uniti, visto che sono solo a 3-4 ore da Città del Messico. E' come se gli stranieri avessero avvertito la portata del problemi messicani, ed esitassero a esporvisi. Eppure, le attrattive sono enormi: prezzi convenienti, gente calda e intelligente, Paese ricco di fascino e di leggende. Per 11 Pri, 11 Partido revolucionario istitucional che da 57 anni regge le sorti nazionali, il «mundial. co¬ munque è una benedizione. Da un lato, spinge 1 messicani ad accantonare, almeno temporaneamente, la protesta che ribolle daccapo nella massa studentesca, negli Intellettuali e forse per la prima volta nei sindacati, in precedenza ossequiosi del potere. Dall'altro lato, sprona tutti ad accelerare i tempi della ricostruzione, e ad ac¬ cettare I sacrifici necessari per le riforme dell'economia richieste dal Fondo Monetario e dagli Stati Uniti per i nuovi prestiti. -Il Mundial» ci spiega Carlos Pereyra, un politologo dell'Università del Distretto federale -serve insieme da energetico e calmante. Non solo: induce anche le potenze industriali a prestarci più at¬ tenzione». Pereyra non esclu de che sulle sue ali il Messico •arrivi all'altra sponda», ritorni cioè sulla smarrita rotta del rinnovamento. Al palazzo presidenziale di Città del Messico, sul mae stoso «zocalo», una piazza forse senza pari al mondo, la tragedia del dopo terremoto è vissuta con straordinaria intensità. La crisi petrolifera ha messo a nudo le pecche del regime. Sotto 1 presidenti Echevarria e Lopez Portillo, quando il greggio dava la scalata alla quota dei 30-35 dollari al barile, il Messico ha mancato l'appuntamento con la storia. Anziché ristrutturarsi, il Paese si è corrotto: 60 miliardi di dollari, quasi 1 due terzi dell'esposizione estera, sono fuggiti negli Stati Uniti e in Svizzera, secondo calcoli prudenti. Tra dicembre e oggi, l'attuale leader, Miguel De La Madrid, un uomo ritenuto onesto ma purtroppo debole, ha visto i proventi del petrolio scendere da 16 miliardi di dollari annui a 7. L'inflazione, del 64 per cento nell'85, e il deficit del bilancio, il 10% del prodotto nazionale lordo, minacciano di esplodere. Di fronte alla stretta che ne compromette la sopravvivenza, legioni di messicani stanno cercando scampo nel santuario di sempre: la cintura del sole degli Stati Uniti, al di là del Rio Grande, verso le metropoli del Middle West. La Guardia di finanza Usa pensa di bloccarne quest'anno un milione e 800 mila lungo il confine, lungo oltre 5000 km, ma crede anche che un numero tre volte superiore sfuggirà alla sua sorveglianza. Per questa marea umana che si muove nottetempo, per non lasciare morire di fame la famiglia, il -Mundial- non ha significato, come non lo hanno le istanze riformiste, politiche o economiche. Spesso analfabeti, provenienti da una provincia isolata, senza radio né tv, questi emigranti lnseguono un sogno personale di liberazione dalla miseria e dall'apatia. Quelli che ce la fanno. 1 più fortunati, diven¬ gono una specie di salvagente per chi rimane a casa: le loro rimesse sono l'unica fonte dì sostentamento. Tra i due Messico, quello Ingannatorio del •mundial-, che vuole dimenticare il petrolio e 11 terremoto, e quello della disperazione, che emigra clandestinamente, o che viene represso con la forza, De La Madrid tenta di gettare un ponte che però può reggersi solo sull'aiuto altrui. Parlando del debito di 100 miliardi di dollari, che comporta pagamenti annui di 10 miliardi di interessi, il Presidente ha ammonito con asprezza che »le nazioni ricche dovranno assumersi le proprie responsabilità». Ciò non comporta soltanto una riduzione dei tremendi oneri che gravano sui discendenti di Cortes e degli Azte chi, ma anche un contributo al miglioramento della vita. L'operaio messicano guadagna 3,70 dollari al giorno, tanto quanto l'operalo statunitense in un'ora sola, ed esiste una fascia reale di disoccupazione superiore al 30 per cento. In Messico, la vera corsa contro 11 tempo non è quella per il .Mundial», ma per 11 benessere e la democrazia. Dopo la Coppa Rlmet, è possibile qualsiasi sviluppo. Nelle università e fra l'intellighentia circolano i filmati clandestini dei sanguinosi eventi di San Luis Potosi, »il Samizdat elettronico» come lo chiama Carlos Pereyra. I leader sindacali danno segni di impazienza: quello dell'industria petrolifera. José Sosa. tempo fa avverti De La Madrid che .si rischiavano incendi e altri intoppi», ed alcuni pozzi In effetti hanno preso misteriosamente fuoco. Prende quota il partito Pan. l'opposizione politica di destra, mentre le sinistre si sfaldano. Ispirandosi alla reaganomics, Miguel De La Madrid contempla la privatizzazione di alcune industrie, e apre le frontiere agli investimenti stranieri. Ma nemmeno lui sa se questa sia la strada giusta. Ennio Caretto Città del Messico. Si abbattono con la dinamite i palazzi inagibili perché troppo danneggiati dal terremoto del settembre scorso

Persone citate: Carlos Pereyra, Cortes, De La, Echevarria, José Sosa, Lopez Portillo, Miguel De, Stefano Scossa