Il fast-food alla conquista di Roma di Lietta Tornabuoni

Il fast-food alla conquista di Roma Come cambia da oggi piazza di Spagna (e il nostro modo di mangiare) Il fast-food alla conquista di Roma ROMA — Il fast-food arriva a piazza di Spagna oggi con l'inaugurazione, dopo quella di Bolzano, della seconda sede italiana d'una delle maggiori catene americane, McDonald's: hamburger, cheeseburger, patate fritte, milk shakes c gelati, torta di mele e bibite, Salad Bar e Big Mac, la plurimaxipolpetta diventata famosa negli Stati Uniti. Sacrilegio? Di posti simili a Roma ne esistono già parecchi, un Big Burger in piazza Barberini, un Wimpy in via Veneto, c a Milano non ne parliamo. Violazione d'uno dèi luoghi romani e intemazionali più belli e romantici? Il McDonald's discreto, dall'insegna piccola e pudica, prende il posto d'una preesistente tavola calda, non sta al centro ma a un'estremità di quella piazza meravigliosamente elegante già tanto involgarita sporcificata dagli italiani, e la cui bellezza resta in parte comunque inviolabile. Invasione straniera? McDo¬ nald's è americano, il suo gestore a Roma è un francese d'Egitto: di fronte ha un ristorante giapponese e un negozio del Maxim parigino, mentre lì accanto la via Due Macelli è quasi tutta degli arabi negozianti d'indumenti di pelle. Vittoria dello standardizzato cibo industriale all'americana detto anche junkie-food, cibospazzatura, sul gusto, la tradizione e la cultura italiana del cibo? Gli hamburger e il resto, cucinati al 95% con grassi animali, non saranno magari peggiori degli infidi panini artigianali, mangiati in piedi tra la folla dei bar, che servono da pasto meridiano a tanta gente che lavora nel centro di Roma. Ma è un simbolo: delle mutazioni avvenute nel cuore storico della capitale, di come va cambiando il nostro modo di mangiare, di quanto un tipo d'iniziativa commerciale italiana sia lenta e conservatrice rispetto a quella straniera. Il simbolo McDonald's emana un forte odore di cipol¬ la, illividisce di neon, non ha finestre, respira aria condizionata, trabocca colore locale: pavimento di finti sampietrini, finto mosaico pompeiano con caduta d'acqua, finta statua romana d'epoca imperiale e finta targa 1735 che vieta di gettare immondizia, finto Thonet per le sedie di legno chiaro, finto panorama di Roma sulle pareti affrescate a mo' di finta terrazza romana da cui s'affacciano un prete in tonaca rossa, un pittore col suo quadro sul cavalletto, una donna matura con la sua malinconia, un venditore di cocomeri. Il resto (cibo, cucine, marchi, colori, divise del personale) è autentico, identico a quanto si vede negli altri ottouulanovecentonovantanove McDonald's che incassano undici miliardi di dollari l'anno negli Stati Uniti e a Vienna, a Hong Kong e a Parigi, in Costarica, a Dublino e persino nel Salvador. A Roma, come nel resto del mondo occidentale, sempre più netta si fa la distinzione tra cibo-necessità e cibo-piacere. Alle eventuali voluttà della gola e agli esperimenti della gastronomia son riservati i week-end, le vacanze, le serate libere, mentre il pasto meridiano è veloce leggero insipido, consumabile ovunque. Sempre più forte è la tendenza a mangiare meno, a fare un solo pasto quotidiano, e la polpetta con patate è già vecchia rispetto agli yogurth, alla frutta, ai frullati contemporanei di mezzogiorno. Sempre più diffusa è la dicotomia cosi americana tra buoni ristoranti costosissimi, e locali rapidi di cibo a buon mercato: comodi pure per i turisti o per i commessi di negozio, gli impiegati di banca, il personale dei parrucchieri che lavorano intorno a piazza di Spagna. A Roma, come in ogni metropoli occidentale, il centro storico cambia, si fa più popoloso e popolare: i santuari dell'eleganza lussuosa sono già stati in buona parte sostituiti da negozi di jeans, i locali della tradizione raffinata (il Caffè Greco, la sala da tè Babington) resistono con fatica, a rendere le vie centrali affollate come quelle di Calcutta sono soprattutto i ciondolanti ragazzi arrivati dai quartieri lontani con la metropolitana. Di questa metamorfosi McDonald's può essere un simbolo, certo non una causa né un'aggravante. Roma è una delle ultime città conquistate: perché, ti spiegano, «soltanto dalla fine del 1984 in Italia è legale assumere personale parttime, condizione indispensabile per rendere l'impresa redditizia». Adesso, è soltanto l'inizio: i McDonald's si moltiplicheranno nelle città italiane e nei quartieri delle metropoli, altri due apriranno quest'autunno a Roma in Trastevere e nella b?se della Marina militare americana a Napoli. Il prossimo, sarà a Sigonella. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Burger, Thonet