Giotto nel cuore di Halley di Piero Bianucci
Giotto nel cuore di Halley Stanotte la sonda europea sfida i proiettili del «nucleo cometario» Giotto nel cuore di Halley DAL NOSTRO INVIATO DARMSTADT — Questa notte sapremo com'è una cometa vista da vicino. Ce lo dirà la sonda europea «Giotto». Partita il 2 luglio dell'anno scorso, sta per arrivare al traguardo dopo un viaggio di 600 milioni di chilometri. Incrocerà la cometa di Halley alla velocità relativa di 68 chilometri al secondo (240 mila all'ora) all'una e due minuti di questa notte. Se tutto andrà bene, ci mostrerà particolari del nucleo cometario di appena 20 metri. E i suoi dieci strumenti faranno l'analisi chimica del più suggestivo e misterioso tra i corpi celesti del sistema solare. Ma i rischi sono grossi. Oli ultimi tre minuti di volo potrebbero essere l'ar.ali. In quella fase cruciale «Giotto» si troverà immersa nella parte più intema della chioma di gas che avvolge il nucleo. Sarà come avanzare in una nebbia sempre più fitta, sotto un bombardamento di particelle di polvere cometaria. Benché microscopici, questi granuli, sparati a una velo¬ cità cinquanta volte maggiore di quella di un proiettile di pistola, diventano micidiali. Un granello polvere da un decimo di grammo potrebbe perforare una lastra di alluminio spessa 10 centimetri. E allora addio sonda costata 210 miliardi. Nella sala di controllo dell'Agenzia spaziale europea alla periferia di Darmstadt c'è un ottimismo scaramantico. Qui 575 scienziati e tecnici da otto mesi seguono il viaggio di «Giotto» minuto per minuto su una schiera di teleschermi disposti a semicerchio, in una penombra ovattata. Mascherano bene il loro nervosismo. Questa notte in quattro ore sperano di raccogliere il frutto di tanto lavoro. I dati arriveranno ai computer di Darmstadt, presso Francoforte, attraverso un cammino tortuoso. Partiti da .Giotto», a 144 milioni di chilometri dalla Terra, con la potenza di appena 20 watt (una lampadina da frigorifero), saranno captati in Australia, a Parkes, con un'an¬ tenna a parabola larga 64 metri, trasmessi a Carnavon via cavo, di qui rispediti al satellite «Ecs» a 36 mila chilometri dalla Terra, e infine rilanciati dal satellite in Germania. Sono previste 3600 fotografie, ognuna composta da 113 mila punti-immagine. Le informazioni sulla cometa di Halley attese nella sala di controllo equivalgono a 36 nula pagine dattiloscritte: se veramente si riuscirà a captarle, la cometa di Halley non avrà più segreti. Oggi si farà l'ultima correzione di rotta. L'operazione è delegata al Jet propulsion laboratory di Pasadena, negli Stati Uniti. «Giotto» dovrebbe passare ad appena 500 chilometri dal nucleo della cometa, davanti ad esso, per non essere investito dal pulviscolo della coda. Ma 500 chilometri la sonda li percorre in 7 secondi, mentre i segnali radio impiegano 16 minuti per compiere un viaggio di andata e ritorno Terra-Cometa. Non si può quindi guidare la sonda in tempo reale. Bisogna prendere la mira meglio che si può e poi sperare che tutto vada bene. L'errore con cui si conosce la posizione del nucleo della cometa (un grumo di ghiaccio e sabbia non più grande di una montagna) è di circa 500 chilometri: appunto la distanza che si vuole tenere tra la sonda e l'iceberg cosmico. Ecco allora un altro pericolo grave: «Giotto» potrebbe andare a spiaccicarsi contro l'iceberg. Di qui la delicatezza della correzione di rotta in programma per oggi. Fortunatamente le misure di posizione prese dalle sonde sovietiche «Vega 1» e «Vega 2» permettono di precisare il punto dove transiterà la cometa, con un errore di 100 chilometri, e cosi si dovrebbe scongiurare l'incidente. Tra l'altro, per la prima volta in quest'impresa scientifica collaborano in perfetto accordo le agenzie spaziali d'Europa, degli Stati Uniti, dell'Unione Piero Bianucci (Continua a pagina 2 In sesta colonna)
Persone citate: Halley, Mascherano, Parkes, Vega
Luoghi citati: Australia, Europa, Francoforte, Germania, Pasadena, Stati Uniti
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