Albertazzi, «moglie» di Stoppa e re pagliaccio per Luca Ronconi

Albertazzi, «moglie» di Stoppa e re pagliaccio per Loco Ronconi Nei suoi programmi «Le sedie» di Ionesco a Spoleto e forse il «Lear» col regista in cattedra a Torino Albertazzi, «moglie» di Stoppa e re pagliaccio per Loco Ronconi ROMA — Ma chi lo ferma più questo Giorgio Albertazzi, che, a sessant'anni suonati, sembra non aver sosta nel progettare e nel realizzare i progetti? «Devo tutto ad un medico eccezionale, che mi ha spiegato come e quando nutrirmi. E poi ho d'Istinto il temperamento dell'asceta I Lei sapesse come mi nego a tutte le ammiratrici, oggi più che ieri ! ». Lasciata Torino, dove Roman tic Comedy è andata bene, non benissimo, rispetto almeno allo strepitoso successo milanese, Albertazzi già rimugina sul lavoro del prossimo biennio. A maggio, per un mese, riprenderà, al Manzoni L'angelo dell'informazione, la commedia «scandalosa» di Moravia presentata l'anno scorso a Spoleto: «Chissà come le signore di lassù prenderanno tutti 1 racconti della moglie al marito, di come lei lo fa con l'amante, posizione del missionario (sic) compresa. Ma mia moglie è Ombretta Colli, un'attrice straordinaria, che dall'anno prossimo è della "famiglia" Ardenza, ed è un motivo in più d'intesa». Pochi giorni di pausa, poi attacca a provare Le sedie di Ionesco con Paolo Stoppa, regia di Egisto Marcucci, per il festival di Spoleto, prima fissata il 25 giugno: «Al di là dello spessore del testo, che è un classico del teatro moderno nel mondo, mi sembra che questo spettacolo sia un grosso avvenimento, perché vede l'uno vicino all'altro due grandi attori di generazioni contigue: e uno dei due, il più giovane, io, fa la donna, una quasi centenaria: una sfida al mio trasformismo ed an che un atto di propiziazione ad multos annos*. Farà anche lui un po' di vacanza, strano a dirsi, dopo il festival umbro. Ma il 20 agosto è a Bari per il Progetto Federico: .11 Consorzio Cooperativo per lo Spettacolo di Bari vuole ricordare Federico Il di Svevla, l'imperatore poeta, 11 leader della cosiddetta "scuola siciliana", che tuttavia era un sovrano Itinerante m Giorgio Albertazzi: fra tanti pe sostava spesso in Puglia. Mettiamo che lui in un castello svevo, per esempio a Barletta, incontri San Francesco reduce di Terrasanta. Se lo immagina 11 dialogo tra un Santo e un grande laico in odor d'eresia! Ci vorrebbe un tipo come Sanguinea che mi scrivesse il copione Chiuso l'impegno con la corte fredericiana, Albertazzi farà un salto a Torino, il 14 rogetti un sogno mai accantonato, la «sua» scuola di teatro settembre, nel quadro di Settembre Musica, per una serata al Carignano: «Jeffrey Swann eseguirà brani pianistici di Liszt e io leggerò In alternanza sonetti del Petrarca e di Michelangelo, brani della Commedia, legati a quelle musiche: e persino uno squarcio dell'Oberman di Senancour. un romanzo che è il capolavoro del romanticismo francese». A metà ottobre dovrà riprendere Romantic Comedy (•Ci aspetta la grande prova di Roma.; e, più avanti, se Stoppa è d'accordo. Le sedie in normale tournée: «Ma in autunno voglio concentrarmi su due grandi imprese per P87: uno spettacolo shakespeariano al più alto livello e la messa a punto, In concreto, e in tutti i dettagli, della mia "nuova" scuola. Anche se molti fingono d'essersene dimenticati, lo ho interpretato nella mia carriera la bellezza di dodici Shakespeare, un record per uno della generazione del Venti: e dovrei esserne un poco sazio. Ma Re Lear lo devo interpretare. Ne ho l'età e forse anche 11 diritto-dovere. Ne ho parlato con Luca Ronconi, che mi ha detto: «/o ne farei un re che, dopo il rifiuto, sceglie il clownismo come dimensione di vita alternativa.. Certo il Lear è uno spettacolo che richiede una grande distribuzione. Vorrei farlo nell'87 a Spoleto, col festival. Ardenzi. Berlusconi coproduttori, e Ronconi regista». E questa sua famigerata scuola? «Non è affatto vero che ho abbandonato l'idea, come qualcuno malignamente ha scritto. Se Venezia, che me l'aveva proposta, non ha poi concluso, fatti suoi. Ho avuto proposte da Rimini, da San Marino: e. soprattutto, ho preso contatto con vari teatri e compagnie, che io chiamo "centri attitudinali", a Venezia stessa, a Roma, a Napoli, a Bari, i quali dovrebbero essere il polmone e il filtro di una selezione sull'Intero territorio nazionale. L'anno prossimo sarò in condizione di mettermi al lavoro. Io sono toscano, cioè caparbio». Guido Davico Bonino