Strappati alla rete dell'omertà 7 uomini del sequestro Castagno

Strappati alla rete dell'omertà 7 uomini del sequestro Castagno Strappati alla rete dell'omertà 7 uomini del sequestro Castagno Traforo ci sarebbero 11 basista,due telefonisti e il corriere che tra^ftfrin Calabi».» l'anziano gastronomo - Secondo il giudice istruttore, però, la banda era formata da almeno 20 persone Crudeltà e ignoranza di rapitori e carcerieri, omertà granitica e strafottente di chi era coinvolto o soltanto sapeva: il primo aspetto ha aiutato, il secondo arginato le indagini del carabinieri per smascherare gli autori del se- questro di Pietro Castagno, oggi settantottenne, liberato per un miliardo dopo 415 giorni di prigionia. A circa un anno dal termine dell'odissea che ha visto protagonista l'anziano, coraggioso gastronomo con tre negozi in via Gramsci e via Lagrange, il giudice istruttore Franco Giordana ha rinviato a giudizio per quel crimine sette persone. Secondo il magistrato, tra loro ci sarebbero il basista, due telefonisti, il probabile corriere che trasportò Castagno da Torino alla Calabria e qualche presunto complice trovato con banconote provenienti dalla prima rata di 580 milioni del riscatto, versata da un sacerdote a sconosciuti in una piazzuola autostradale. Per ammissione dello stesso magistrato, la banda doveva essere formata da almeno una ventina di persone, tutte calabresi, in parte emigrate in Piemonte. Di quei mille milioni ne sono stati recuperati meno di sei, ma nessuno si è arricchito perché il riciclaggio deprezza il capitale ottenuto col ricatto, e l'organizzazione per nascondere un sequestrato, sia pure in ovili sparsi sull'Aspromonte, obbligandolo a mangiare panini e rifiutandogli per oltre un anno il cambio della biancheria, costa parecchio. Per gli Inquirenti, basista dell'organizzazione potrebbe essere Antonio Murdocca, 39 anni, rinviato a giudizio con i fratelli Salvatore («Ho Din Co al Totocalcio, ha detto ai carabinieri che l'avevano trovato con alcune banconte del riscatto) e Pietro, di 34 e 32 anni. Tutti originari di Natile di Careri in Calabria, Antonio e Salvatore, muratori, si erano trasferiti a Torino e vivevano In via Mazzini 3, a pochi metri dai negozi di Castagno e dal luogo del rapimento. Pietro Murdocca. invece, emigrato a Canale d'Alba, di professione autotrasportatore tra 11 Nord e il Centrosud della penisola, è sospettato di aver portato Castagno in Calabria. A giudizio compariranno anche Domenico Catanzariti, trovato con 8 banconote «sporche» (per questo motivo è accusato solo di ricettazione); AgaziO Garzarmi, 45 anni, pure lui muratore, accusato da una perizia fonica di essere stato uno del telefonisti della banda, e Giuseppe e Domenico Agresta, padre e figlio di 56 e 27 anni, abitanti a Piati. Giuseppe fu sorpreso assieme a Francesco Sergi mentre telefonava ai famigliari di Castagno da un bar di Ardore Marina in Calabria. Il Sergi si ribellò all'arresto e ci vollero 8 carabinieri per bloccarlo: mori qualche ora dopo In caserma. ir Adriano Arrando, 21 anni, via Misericordia 1, è stato arrestato dai carabinieri in via Monferrato angolo piazza Gran Madre. Stava tentando di rubare l'auto di Marilena Maccagno. 29 anni, impiegata di Santena. Il rinvio a giudizio un anno dopo la liberazione dell'ostaggio

Luoghi citati: Ardore, Calabria, Careri, Piemonte, Santena, Torino