Strappati al mare lo Shuttle e i suoi morti

Strappati al mare lo Shuttle e i suoi marti Strappati al mare lo Shuttle e i suoi marti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — .Hanno recuperato una ampia parte della cabina di pilotaggio. Contiene resti umani-. Con queste parole, Patrick Smith, il fratello del pilota del Challenger, ha confermato che, se non il ponte di comando dello Shuttle e le salme dei sette astronauti, almeno numerosi frammenti sono già stati portati a terra. La Nasa li ha consegnati alla base militare di Patrick, 40 km circa a Sud di Cape Canaveral. I primi risultati degli esami necroscopici potrebbero essere resi noti oggi. Dall'annuncio della scoperta, domenica sera, non solo i familiari dei sette caduti ma anche l'Intera America vivono in un'angosciosa attesa. Subito dopo la tragedia, la Nasa aveva detto che probabilmente l'equipaggio -era rimasto polverizzato dall'esplosione: La cabina di pilotag¬ gio ha invece resistito in parte anche all'Impatto con la superficie dell'oceano, avvenuto a una velocità di oltre 800 km orari. DI lega di alluminio rafforzata, avvitata alla fusoliera della navetta ma indipendente, la cabina è stata protetta anche dalla pressurizzazione Interna. Oggi gli americani si pongono drammatiche domande: qualche astronauta è rimasto legato ai sedili? E' riconoscibile? Quali le cause della morte? La Nasa ha giustificato il proprio silenzio con la necessità di rispettare il dolore dei congiunti, di completare le operazioni di recupero e di attendere i referti medici. Il suo laconico comunicato non getta luce sulla scoperta del ponte di comando del Challenger. «/ sommozzatori della nave ricerca Preserver» Informa .hanno individuato in maniera inequivocabile resi¬ dui della cabina di pilotaggio e resti degli astronauti. Le operazioni proseguono in maniera ordinata. Una cintura sanitaria di alcune miglia è stata stesa intorno-. In altre parole, nessuno può avvicinarsi al Preserver, che è protetto anche da aerei ed elicotteri. Il rinvenimento è avvenuto venerdì sera, grazie alla nave sonar Leu, un laboratorio elettronico galleggiante. -Ha trovato il Challenger a una profondità di 30 metri, a circa 35 km da Capo Canaveral- ha detto 11 portavoce della Marina militare americana Deborah Burnette. -Ha chiamato il Preserver, che dispone di due gru capaci di sollevare pesi di 10 tonnellate, e di 22 sommozzatori-. Sabato mattina, alcuni oggetti e resti umani erano già stati riportati in superficie. A notte inoltrata, a luci spente per non essere scoperta, la Pre¬ server ha attraccato a Cape Canaveral col suo pietoso carico. La Nasa spera di ritrovare anche le scatole nere, simili a quelle degli aerei. Per i familiari dei sette caduti, trascinati di nuovo in primo piano, come quasi un mese e mezzo fa, quando l'America li vide alla televisione sconvolti dalla sciagura, la scoperta dei rottami e dei corpi martoriati è giunta troppo tardi. .Nessuno, nulla può restituirmi mia figlia- ha detto il padre di Judith Resnik, la seconda astronauta americana, che era al suo secondo viaggio sullo Shuttle. Alcuni hanno protestato perché la Nasa non li ha avvertiti a tempo del ritrovamento. «L'abbiamo appreso alla tv- hanno detto gli anziani genitori del tecnico Gregory Jarvis, che sedeva accanto alla maestrina Clirista McAuliffe, nella parte Inferiore della cabina. «Siamo scoppiati in lacrime. Vogliamo qualche ricordo di nostro figlio-. Cari McNair, il padre dell'unico astronauta negro a bordo, un ingegnere elettronico alla sua seconda missione, è apparso Indignato dal comportamento dell'ente spaziale. -Anch'io l'ho saputo dalla tv. con una giornata di ritardo- ha protestato. «Mi sono sentito male-. Non solo la Nasa insiste di non avere nessuna responsabilità del disastro, mentre si poteva prevenirlo, ha sostenuto McNair In uno scoppio d'Ira, ma manca anche di umanità nei confronti delle famiglie del morti. Perché la vicenda si concluda occorreranno alcuni giorni. E' probabile che ci saranno di nuovo esequie solenni per i sette astronauti. -Non so se avrei il coraggio di parteciparvi- ha detto il fratello di Smith. Ennio Carette I resti sono già in una base militare per nuove indagini; si avvicina la verità sulla sciagura

Persone citate: Cape, Gregory Jarvis, Judith Resnik, Mcnair, Patrick Smith

Luoghi citati: America, Washington