La Spagna è divisa resterà nella Nato? di Frane Barbieri

La Spagna è divisa resterà nella Nato? Domani il referendum, risultato incertissimo La Spagna è divisa resterà nella Nato? Il governo chiede un sì per rimanere nell'Alleanza, ma i socialisti sono spaccati - Gonzàlez: «Se vincono i no, denunceremo il trattato di Washington e l'Europa ci volterà le spalle» - Il gioco di Fraga DAL NOSTRO INVIATO MADRID — L'Europa sembrava compiersi definitivamente nella Spagna. Era l'ultima e la più appassionata adesione. Ora, Improvvisamente, corre U rischio di vedere avviarsi proprio dalla Spagna la sua lrantumazione. Sarà questo uno dei possibili risultati del referendum di domani, quando gli spagnoli dovranno rispondere: •Rimanere o no nella Nato?-. E' stato lo stesso Felipe Gonzàlez a precisare ieri le conseguenze nel caso prevalessero i «no», cioè i voti favorevoli all'abbandono dell'Alleanza Atlantica. Come primo passo il governo •prenderebbe la decisione di denunciare il Trattato di Washington*. Come secondo. -l'Europa ci volterebbe le spalle-, e la Spagna si troverebbe emarginata nella .sfiducia* della Cee, come unico Paese membro ad aver rifiutato la sicurezza comune. Gonzàlez ha tracciato le drammatiche prospettive nel momento in cui gli ultimissimi sondaggi indicano che potrebbero anche avverarsi: fra quelli decisi a recarsi alle urne, il 52 per cento pensa di votare «no» e il 46 per cento di dire «si» alla permanenza nella Nato. Madrid si presenta in que- Felipe Gonzàlez sti giorni cambiata di colpo: irrequieta, incerta di fronte al futuro. L'euforia della • nuova capitale d'Europasembra svanita. Per dieci anni, ritornando, ci si meravigliava sempre di nuovo della linearità del processo di • tTansicton», della responsabilità con cui gli spagnoli esplicavano le loro scelte storiche, verso la democrazia e verso l'Europa. Il concerto nazionale si sovrapponeva alle divisioni di classe, di nazionalità e di partito. Stava diventando, la Spagna, la figlia modello del Continente. | Quasi irreale nella sua dili¬ genza. Adesso sembra saltato tutto. Per illustrare l'ultimo paradosso spagnolo basta aver sentito domenica al comizio dei partigiani del no .'•oratore principale». Cosi gli organizzatori avevano presentato Felipe Gonzàlez. Attraverso gli altoparlanti hanno poi fatto sentire il discorso pronunciato dall'attuale primo ministro alla vigilia delle elezioni 1981. Sulla via della vittoria e della Moncloa Gonzàlez aveva promesso il referendum e l'uscita dalla Nato. Una poltrona vuota sul palco del comizio, portante il suo nome, doveva indicare il «voltafaccia», il tradimento, e invitare i manifestanti a eseguire, ora contro Gonzàlez, quanto il leader socialista aveva promesso. Madrid, domenica, sembrava sommersa da una marea anti-Nato. Più di 200 mila si erano radunati da tutto il Paese. Alla testa alcuni nomi più illustri della cultura e ospite d'onore Petra Kelly. Nella selva degli striscioni uno dominava: -Palme avrebbe votato no-. Il richiamo di fondo, perù, era quello Frane Barbieri (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Felipe Gonzàlez, Fraga, Palme, Petra Kelly