Il fantasma di Carter di Barbara Spinelli

Il fantasma di Carter Il fantasma di Carter DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Ha scritto Nietzsche che esistono abissi che ci inghiottono, a forza di fissarli lungamente: tiAlla fine sani l'abisso slesso a guardarci dentro». Cosi dicasi del dramma che sta vivendo Mitterrand, c di quest'ultima settimana di campagna elettorale che i terroristi di Allah hanno deciso di avvelenargli a piccole dosi. Domenica gli integralisti hanno preso in ostaggio altri quattro francesi, inviati della televisione. Lunedi hanno distribuito le fotografie del cadavere di Michel Seurat, il sociologo sequestrato undici mesi fa a Beirut. Sicché la Francia è adesso nell'occhio del mirino, e l'incubo che Mitterrand aveva tanto temuto diventa realtà. In fondo all'abisso è il destino di Jimmy Carter che lo guarda con occhio fisso, specchio che il Presidente socialista detesta: a tutti avrebbe preferito assomigliare piuttosto che al pre decessore di Reagan, umiliato e condannato alla sconfitta c\a\\'ayatollah Rhomeini. Forse per questo ha chiesto a Laurent Fabius di correre ai ripari, domenica alla televisione, e di mostrarsi inflessibile <La Francia non cederà al ri catto», ha dichiarato il primo ministro, e con toni churchilliani ha annunciato lacrime e sangue: «// mio dovere è di dirvi che una nuova escalation di violenza è ora possibile, visto che la Francia è in periodo elei /orale». Infatti gli integralisti elamici hanno dato una setti in .ni a di tempo alla Francia per ottemperare alle loro ri' chieste. L'ultimatum scade domenica 16 marzo, il giorno in cui i francesi andranno alle urne. Ecco dunque che il terrorismo islamico colpisce anche Parigi e fa irruzione nella sua politica interna, come ha col pito Carter nell'80, quando prese in ostaggio i diplomatici Usa e li liberò solo dopo l'avvento di Reagan. D'altronde, i loro messaggi sono espliciti: se l'America è per loro il «Grande Satana», la Francia è descritta come «Piccolo Satana» del l'Occidente. E' sotto accusa l'appoggio che il suo governo fornisce all'Iraq, nella guerra con l'Iran. E' sotto accusa la sua volontà di restare terra d'asilo per gli oppositori di Khomeini, e probabilmente anche il suo attivismo anti-li bico in Ciad. Ma qui finisce secondo Mitterrand, il paragone con l'esperienza carteriana. A differenza dell'ex Presidente — cosi sostengono oggi i suoi collaboratori — l'Eliseo non ha intenzione di oscillare, esattamente come non ha vacillato in Ciad. Da questo punto di vista l'operazione è riuscita: divisa alla vigilia del voto, la classe politica francese ha fatto ieri quadrato attorno al Presidente. Detto questo, però, vorremmo qui ricordare che non sempre la linea mitterrandiana è stata coerente e ferma. E' più di un anno che la «Jihad» ha in mano quattro ostaggi francesi, e per quasi tutto questo arco di tempo la condotta dell'Eliseo non è stata molto diversa da quella adottata da Carter nei 15 mesi di detenzione degli ostaggi Usa. Stesse titubanze, stessa mancanza di coordinamento fra i ministri, stesse ingenuità: la Francia, in realtà, non ha mai messo in piedi un vero e proprio dispositivo antiterrorista, e ha trattato alla cieca. Prima ha puntato tutto sulla mediazione della Siria, poi ha cercato di ingraziarsi l'Iran promettendo forniture d'armi. Infine, il 19 febbraio, ha commesso un errore madornale: ha estradato in Iraq due oppositori di fede sciita, che saranno processati e forse condannati a morte dai tribunali di Baghdad. Ma all'origine di tutte queste incoerenze, c'è una più fondamentale incapacità, ed è l l'incapacità di chiamare con nome e cognome i terroristi che oggi minacciano la Francia, dopo aver scosso altri Paesi d'Europa e l'America. Chi sono infatti questi integralisti che catturano e uccidono intellettuali ed ebrei d'Occidente? Gli europei dovrebbero conoscerli: sono gli eredi della cultura della violenza, non semplici «esaitati». Dopo di che si può anche trattare — se necessario — con la Siria, o l'Iran, 0 l'Iraq, o la Libia. Ma facendo capire che l'Europa conosce i suoi avversari. E sottolineando quali sono le condizioni inaccettabili. Al ministero degli Esteri francese, per esempio, mi hanno detto che la rivendicazione centrale dei terroristi non può esser soddisfai ta: Parigi non può consegnare gli attentatori dell'ex-premier Bakhtiar, rifugiato in Francia, perché due di essi sono colpe voli di aver ucciso poliziotti francesi. Perché non dirlo? L'abisso, se lo fissi soltanto e non hai parole per dirlo, finirà davvero per inghiottire le democrazie occidentali. Proprio come sostengono i terroristi della «Jihad», che ci chiamano 1 «bambini viziati» di una civiltà agonizzante. Barbara Spinelli